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Visualizzazione dei post da settembre, 2022

tratta la vita con amore.

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 proseguo il viaggio con la pioggia negli occhi e una canzone alle orecchie, il sorriso si posa sulle cose mentre da via tiburtina prendo via casal de'pazzi.  davanti ho una via che racconta la storia di due ragazzi di roma, due anime guerriere che si sono baciate cosi tante volte da entrare per sempre una dentro l'altra.  una via, un incrocio, i palazzi della tiburtina, gli scooter parcheggiati.. …  Così come una farfalla ti sei alzata per scappare Ma ricorda che a quel muro ti avrei potuta inchiodare Se non fossi uscito fuori per provare anch'io a volare  ....  li, per molti è solo un semplice semaforo,  un angolo come tanti. la luce del cielo appoggia un blu sfocato sulle finestre, sui panni, sulle vesti delle signore che stendono i panni. proprio in quella curva, ci sono dentro milioni di vite vissute in un solo bacio, nel brivido prima di girare, nella luce davanti a quel portone, nell'attesa sotto casa, e che quando scendeva dalle scale,  poggiava il sorriso nel v

roma a due ruote.

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 tra via ostiense e via marconi il tevere passa lento e si prende il cielo dei palazzi alti e dei fili intrecciati dei treni. verso testaccio i murales  fanno svoltare l'occhio sui garage, i bar e  i ponti. alti semafori piegano le braccia verso il parco ma le macchine sfrecciano e non hanno tempo per ammirare la signora che canta in bici sulla colombo, la ragazza che cammina veloce e stende le gambe sul paletto,   l'arco di piramide, i sampietrini , i balconcini sull'aventino, l'abbraccio del circo massimo. a piazza sempione lei esce dal negozio, fuma e poggia le tennents sullo scalino, la finestra all'angolo mostra rilievi e dipinti che come fiori danzano tra una casa e l'altra.   un baretto intorno a piazza dei navigatori racconta una storia d'amore tra tor marancia e ko samui, un angolo di serenità mattutina mentre la città corre senza sosta. la signora a monte dei parioli scende elegante sull'atrio del portone, sorride mentre cammina, senza che i ca

Questo momento è tutto ciò che sei.

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siedo con mio padre in una panchina illuminata dalle colonne romane e da un cielo libero  e sereno sopra Piazza di pietra, in un limpido mattino di settembre. trovo il coraggio di aprire cassetti sigillati che ci rivelano la storia delle nostri anni insieme, tra ferite e separazioni, cose non dette, silenzi troppo lunghi. il rapporto con mio fratello, la sua vita da marito e da padre, la crisi con mamma, la voglia di ringraziarlo per tutto, senza omettere niente, nè le mie ferite nè la mia gioia di figlio. forse per la prima volta nella mia vita sento che il rapporto si è capovolto. è papa che stavolta ascolta me, in silenzio. camminiamo per le vie del centro, ci gustiamo un caffè, ridiamo, papà mi mette la mano sulla spalla e  con orgoglio mi mostra il braccialetto che ha comprato a mia madre.  prima di lasciarci, mi sorride : grazie per questa passeggiata!! la mi amica indiana mi manda una foto con le mie lettere... poi  segue un immagine di me,  a bruxelles, piu di 20 anni fa.  in u