Meknes.
Mi scrive la mia amica indiana.. " valerio, stanotte ti ho sognato. C'eri tu e mia sorella, eravamo a casa dei miei. Ero felice come mai in vita mia. So che ti rivedrò. Ma spero di farlo in questa vita." Mentre guardo fuori dal finestrino le case bianche che affacciano sui campi di datteri, ritrovo il perché si desidera tanto essere felici. Non è per il traguardo in sé o per la fine della sofferenza, il mio desiderio di essere felice e mantenermi in quello stato è dovuto da una una sorta di assuefazione, quella sensazione di magia è talmente bella che ti lascia una mancanza troppo potente da doverla ricercare finché non torni a quello stato. È talmente bella la felicità che ti spiega in un solo istante tutto il significato del nostro esistere. Li giace imperturbata la nostra essenza, è una Dea che affronta i demoni con quello stato interiore. Un'anima fortunata di aver toccato quelle e di non essere piu riuscita a scendere a terra, anche soffrendo e affrontando fame...