Fes

 Entro in marocco con gli occhi aperti, il cuore grato, il corpo rilassato.  Mi godo i canti del corano all'alba, ammiro la medina dall' alto di un palazzo storico, rido canto ballo.. gioco coi bambini.. come ci si può annoiare a viaggiare soli quando in nostra compagnia, dentro di noi,  danza una gioia irrefrenabile? " strade troppe dritte per chi vuole cambiar rotta.. " mi perdo tra le mille vie di fes, un labirinto di colori, suk, tessuti, arte berbera, intarsiati, decorazioni, te alla menta, concerie, musica sacra, dervisci, donne col velo, ragazze che mi salutano e ridono. Qui, se sei solo, devi fare attenzione a non aprirti troppo o tutti vogliono farti da guida e spillarti soldi. Il ragazzo che mi aiuta nei giri mattutini, quando gli dico che domani devo partire presto per una gita e salto la colazione  mi risponde.." brother, non preoccuparti, alle 7 sono al mercato per te, farai colazione prima." Anche quando non entri nei loro negozi, loro comunque ti slautano ringraziano e ti aiutano se ti perdi. Spezie tessuti frutta secca .. entro nella conceria e mi viene dato un po di menta da avvicinare al  naso per non soffocare nell' odore tossico della cacca di uccello, che dicono sia utile nella lavorazione delle pelli. Osservo il ritmo di questi uomini che spostano quantità di pellame come fossero enormi bufali da portare sulle spalle.  Mi fermo per un caffe, un te alla menta, un succo di limone oppure di canna da zucchero. Passo tra grandi fontane, minareti, università, farmacie storiche dove vendono olio di argan e prodotti naturali. Mangio nella piazza del centro, mi incanto al palazzo reale, mi perdo alla medina, mi rilasso ai giardini.  Fes, è una città mercato, festosa e musicale. Tanti bambini in strada, molta povertà e tanto calcio, gatti che rovistano tra i rifiuti e vengono accolti ovunque come reliquie da proteggere. È caotica ma ti lascia lo spazio per te, un massaggio un te un guardino una piazza.. ci sono sempre luoghi dove potersi staccare e prendere aria. Tra i vicoli silenziosi spalanco le braccia alla liberta, tra i colori dei palazzi realizzo che in viaggio scopro un valerio pieno di energia e di pace, la versione migliore di me. Che si china per aiutare un mendicante, un gatto, per avvicinarsi ad un anziano, che qui viene ascoltato e rispettato come un libro sacro. E mi tornano in mente i pomeriggi coi miei nonni, ad ascoltarli raccontare per ore ed ore. Fes è il paradiso dei lavori manuali, dal legno al bronzo, ceramica e calzature, tutto si puo trovare lungo questi infiniti labirinti di strade dove ci si perde liberamente entrando in uno dei suk.


Mi chiedo se è questo il senso del mio stare al mondo, partecipare alla vita dei popoli che non conosco lasciando qualcosa di me, scrivendo e dando amore, raccontando attraverso le foto, lo scambio, l'aiuto, la ricchezza di un saluto, di una lingua che non so, di una tradizione che apre nuovi varchi alla mia mente, al mio sapere.  Siedo tra gli anziani, tra i commercianti, scherzo coi bambini che mi tirano finti bacarozzi. Mi perdo per le vie del quartiere ebraico, vecchio povero.. ma ricco di fascino. Sono solo e la gente del quartiere. I bambini mi corrono dietro... i grandi si offrono come guida, io proseguo libero e ogni tanto mando un calcio al pallone di un bambino. Mi sento vivo, energico, amorevole, buono, aperto, curioso, empatico, sento che lo scambio tra culture è un atto politico che puo cambiare le cose, unire viaggiando è un fatto concreto, tutti in viaggio si accorgono di essere Uno, poi se lo scordano quando tornano a casa, alla vita di sempre, ai giornali, le abitudini, le notizie, la Tv.
Il suono di un canto, il risveglio di una preghiera, la litania mattutina, l'odore di un piatto, il profumo di un olio, il colore di una Spezia, l'abbraccio di un tessuto, gli occhi che escono dal velo per guardarmi, giardini, palazzi, minareti, fontane, concerie, università, farmacie, botteghe, barbieri, musica a tutto volume, gatti, archi, tetti e terrazze, sorrisi di benvenuto, gentilezza sulle labbra, datteri, dolci, ceramiche, oro del palazzo reale, bronzo e mosaico alle porte, decorazioni ai cancelli.. in un solo giorno vivo un movimento costante dentro i miei occhi che si tuffa dentro e riempie di parole nuovo il mio essere, il mio fare spazio al nuovo.  Resta l'emozione di quel camminare nel quartiere piu vecchio, da solo, tra case in strada e poverta negli occhi. Ma il sorriso di chi ti viene incontro per chiederti solo di guardarli negli occhi e poi dirti grazie, buon viaggio, benvenuto in marocco.





















































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