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Visualizzazione dei post da gennaio, 2019

Love in the world.

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You can find yourself or you can find another part of yourself. You can try to get all you want or you just have a look and yourself comes in the eyes of a local taxi driver in kathmandu that explain you that life can change in one second, like this. In nepal you don't need to talk, you need to see. Nepal teached me one thing: if you open your eyes time is just an illusion, you don't have to look at clock, you just live the moment and enjoy life. In nepal you arrive and lose yourself in a bus in a street in a temple. They don't speak much English, so you 'll learn to find yourself alone, and understand that efforts are the meaning of a trip. I decided to take local bus, go on the market, live in the nepali house, meditate in the temple, eat on the road, enjoy the traffic jam, smile in front of the pollution. You will wallk in the middle of nowhere, you will feel in old middle age, without shops, bank, iPhone. You will be between Budda and Shiva, lord Krishna and Hanuma

Peace.

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Altra aventura alla ricerca del bus.. mattinata vissuta tra stazioni fermate e stradine sperdute.. nessuno che sa dirti che autobus prendere.. dicono solo no. I bus hanno tutti le scritte in nepalese, l'inglese non lo parla nessuno, specie nei piccoli paesi, io mi ritrovo in mezzo al cuore dello smog attendendo il miracolo. Riesco a capire che da una stazione posso avvicinarmi, pronunciarla correttamente altra impresa, perché ci sono luoghi con lo stesso nome o quasi. Arrivo ad una città che non è quella, scendo e aspetto, dopo ennesima attesa, arrivo alla fermata, già 3 autobus. Infine un ultimo mi porta a destinazione. Viaggiare in bus é esperienza di viaggio, è vivere i posti, vedere come si muovono i locali, soprattutto in certe località ancora autentiche come queste, aiuta a calarsi nella loro realtà. Arrivo a kirtipur, antico villaggio medioevale, posto semidiroccato ricco di fascino, appeso tra due colline, alto sopra KATHMANDU, dove la gente vive in una semplice comunità

.. ma ho visto il tuo nome sull'asfalto blu.

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Esco di mattina presto, cerco un bus che mi porti in città, nessuno sa darmi spiegazioni, né indicazioni, nessuno parla inglese. Arrivano bus uno dietro l'altro, ragazzi di 13 o 14 anni urlano da un angolo all'altro della strada, in mezzo al traffico impazzito; in quel momento, capisco perché tutti si meraviglino sono senza guida. In effetti, non è un viaggio semplice senza nessuno che possa darti una mano. Ma è anche il gusto sfrenato di insaziabile libertà che ti fa vivere  luoghi cosi autentici senza nessuna scorciatoia, coi suoi pro e i contro di un viaggio on the road, tra i locali. Dopo un 'ora di domande a vuoto camminate da una via all'altra, finisco nel bus giusto. Arrivo e cammino per circa un'ora fino a raggiungere il cuore spirituale di Kathmandu. La piazza un altro gioiello, si apre  con cancello d'oro, porta di  ingresso in un altro mondo divino all'aperto. Diversi templi, uccelli, donne che portano i figli, mendicanti, monaci, bramini e

Patan.

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Oggi mi sono diretto verso Patan, stavolta ho scelto il bus locale, dove tutto è locale; i rosari, le statuette, la musica e le porte aperte, le ghirlande e le botte sul finestrino del ragazzo arrampicato che da il via all'autista. Guardo fuori e mi incanto nel vedere la vita in questi mondi. Questo vivere lento, in strada, rilassati, con semplicità, avendo poco, a volte pochissimo. Questo stare insieme, le cerimonie da un vicolo all' altro per una serie interminabile di feste e rituali. Si vive di poco, ci si siede continuamente in strada per un caffè insieme, si condivide ogni cosa. I lavori per andare avanti sono quelli di altre epoche passate, lo scambio che non conosce arrivismo, nessuna competizione può servire per un pezzo di pane scambiato con un piatto di ceramica o un vaso di argilla, le maglie fatte a mano o la sciarpa per la figlia, si cuce, si lavora il legno, si va nei campi a lavorare la terra, si vende al mercato il cibo essenziale, i vestiti per la stagione

Come nei sogni. (Bhaktapur e Nagarkot)

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Sempre grazie alla nepalese della guesthouse, il mio ormai amico driver mi viene a prendere. Mi faccio portare a Baghtapur, città antica e pieno di fascino. Dutante il viaggio mi racconta dei suoi periodi in india, del suo guru e della elastica fede che abbraccia ogni credo e si sposa nella unità universale. Giunti in città, scendo e mi perdo in questo affascinante luogo senza tempo, dove non girano auto, dove tutto è rimasto come secoli fa: artigianato, palazzi e templi antichi, cortili piazze e statue ferme come questo luogo, incurante del progresso, immobile e sereno, dove regna silenzio, pulizia e pace. Non devo saltare sopra pozzanghere e coprirmi il volto dallo smog, qui è un'isola felice dove posso rilassarmi e restarci dentro come in un sogno. BERTOLUCCI girò qui il film Il Piccolo Budda, e ancora oggi ne sento gli effetti. Sembra ancora come in in film, giganteschi palazzi, scalinate, statue enormi di leoni ed elefanti, divinità e pietre.  Mi fermo all'angolo, a

A piedi in Nepal.

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Ho fatto più di 5 km a piedi per tornare in hotel, un viaggio solitario schivando vacche cani fango e macchine. Per non sentire il delirante traffico ho messo alle cuffie la mia musica e mi sono fatto allietare il cammino da Rino Gaetano, Eddie Vedder, Bob Dylan, Lucio Dalla, Faber e David Bowie. Ho messo una scialla per coprire il volto dallo scarico di gas e fumo che colora le strade e il cielo di uno dei luoghi più inquinati al mondo. Quello che più mi affascina è vedere come induisti e buddisti convivono serenamente rispettandosi e pregando per i diversi Templi che si intrecciano nelle vie. Una tolleranza che fa di due culture un solo popolo, di due religioni una sola anima. Si rispettano nonostante le innumerevoli differenze e le innumerevoli affinità, come ci sono in tutte le religioni, ma questo noi fatichiamo a capirlo; preferiamo credere ad un Dio migliore di altri che prima o poi spazzera' via gli infedeli. Che religione è se chiede soldi, se trasmette paura, se incit

Boudhnath

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Dopo una lunga dormita al polo nord, mi attende una colazione vegetariana a base di chapati, pane indiano, lenticchie, curry e patate. Un buon inizio per affrontare la giornata nel caotico e inquinato mondo di Kathmandu. Conosco la ragazza della guest house. Gentile, carina e finalmente qualcuno che parla inglese. Mi aiuta a trovare un taxi, e grazie ad un simpatico autista arrivo nella zona dove vivono i tibetani. Boudnath, è una piccola città tibetana che mi ricorda le piazze cinesi illustrate nei videogames. Tutto qui, è buddista. Lo stupa, un gigantesco budda con occhi colorati di blu, veglia su uomini donne e animali. Quanto mi mancava questa pace, girare le ruote della compassione e sentirmi fratello dei tibetani che mi camminano a fianco. È forse proprio come dicono, solo girare quella ruota benedisce il tuo cuore e lo riempie di armonia. Ascolto i canti om mani padme hum e sorrido emozionato nel ricordare i giorni indiani a dharamsala. Questa gentilezza e questo vivere sereni

Kathmandu.

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Arrivo a Kathmandu e subito resto catturato dai disperati sguardi di attesa della gente fuori all'aeroporto. Ho pensato fossero famiglie in trepidante ansia di rivedere un parente che vive altrove. Stretti in gruppo, scuri e con abiti sporchi, cercavano tra la folla qualcuno da rincorrere e abbracciare. I loro volti sono entrati dritti senza filtri nella mia pelle, gli occhi dei bambini a terra parlavano per l'intera famiglia. I nepalesi si mostrano simpatici e sorridenti, mi diverte la loro allegria e conferma che sono un popolo gentile che incontro sempre volentieri. Il taxi mi lascia su una via caotica dove cani e bambini camminano nel fango, la camera è fredda, spartana e senza luce. Il Nepal mi da a suo modo il benvenuto nella terra di Budda e delle più alte vette del mondo. Esco e faccio due passi.. ogni volto è carico di profonde storie, trovo umanità in ogni gesto, vedo questo posto più povero dell'india ma più alllegro, meno caotico e più tranquillo, profondamen

Scalo ad instanbul.

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Scalo ad Istanbul. Volevo uscire per guardare la città di notte ma non c era il tempo necessario per fare due passi e gustarmela come piace a me. Guardo i viaggiatori andare da una parte all'altra del mondo e neanche sfiorarsi con lo sguardo. Andiamo nei posti più lontani per cercare di conoscere altra gente ma neanche ci accorgiamo delle persone che ci capitano davanti. ormai incontriamo continuamente persone di altra provenienza eppure sembriamo non mostrare nessun interesse finché è sul nostro territorio, oppure in transito come  noi, di passaggio o in viaggio; finché è nella nostra stessa situazione non suscita in noi nessuna smania di esplorare, nessuna attenzione o ricerca, nessuna curiosità, come se l'altro da conoscere fosse solo nel paese che andiamo a visitare e mai nella vita di tutti i giorni o nel viaggio stesso. Continuo ad osservare ciò che accade e sono sempre più convinto del legame che unisce tutti. Siamo stretti da un unico filo e capirlo apre la porta del

Tempi moderni.

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Tra continuare a seguire i nostri mai sazi desideri e  vivere una vita tranquilla oggi preferiamo di gran lunga la prima scelta. Preferiamo correre senza sapere dove, senza saper scegliere dove fermarsi, per ogni nostro istinto deleghiamo al navigatore digitale, a google, alle app, agli i-phone, ai social che ormai rappresentano le nostre odierne relazioni sociali. Abbiamo sempre voglia di un nuovo telefono, un nuovo amico, una nuova relazione, un nuovo viaggio, una nuova casa.. viviamo dentro un spot promozionale, siamo nascosti nel  prodotto da lanciare. Non ci accontentiamo mai, e viviamo comunque insoddisfatti. abbiamo dimenticato la gratitudine, pur avendo il doppio di ciò che avevano i nostri genitori, il triplo dei nonni. Eppure, senza social, senza avere 1300 friends e like, si riunivano in tavolate di ragazzi ragazze famiglie e giochi, chitarre e armonia, senza troppi desideri da soddisfare ma con una percezione molto più reale di cosa scorre in fondo alle cose.  Una cinquece

Roma di notte.

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Un bacio scorre sulla via di casa.. lei ti guarda e ti augura di volare e tornare.. e in quel dorato sguardo di lacrime e ricordi.. ritrovi lo stesso cuore di due bambini che si tenevano per mano e scrivevano sul muro le iniziali dei loro nomi, Come fanno ora le coppie coi tatuaggi. Roma di notte ha uno sguardo tutto suo.. non la lasceresti mai sola.. non te ne andresti mai a casa. Quella magia di incontri di labbra e stelle sopra la caffarella.. non capita cosi spesso di trovarla. Non capita spesso di vivere così intensamente una notte d'inverno. Roma di notte, vista dagli occhi di Gabriella Ferri, che dal Pigneto guarda la casilina e le vinerie oggi diventate enoteche e wine bar. Sorseggi un pinot nero e guardi Pasolini gridare i nomi dei colpevoli di una vita di ingiustizie. Al pigneto sui muri c'é scritta la poesia e il sogno della gente romana, artisti scrittori studenti.. una pennellata per dire al cielo quanto sarebbe bella Roma se fosse sempre notte, silenziosa e paz

UNO.

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siamo legati gli uni agli altri. la morte e' solo una porta.  quando si chiude un'altra si apre. e' in quella porta che si apre il paradiso. il paradiso e' nell'amore che ci attende fuori. s iamo una moltitudine di gocce, l'oceano e' solo un' illusione , siamo noi. nessuno possiede una casa, non possediamo niente, siamo nel momento che doniamo agli altri. viviamo tutti nella stessa casa che e' il pianeta che ci ospita. non importa da dove siamo nati, da quale terra, da quale pancia, da quale vasca, siamo tutti dello stesso sangue, fratelli nella lotta in una ricerca senza sosta fino al traguardo finale: liberarci dalle catene dell'orgoglio e della guerra che ci fanno credere di essere diversi o migliore degli altri. c'e un mondo migliore che ci attende. e' nella pancia del cuore. sdraiato sulla sabbia, sotto le stelle. dove non c'e' tempo, dove non esiste morte. un mondo dove c'e' solo amore. senza f

Il mondo di lei.

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" sono uscita dalla pancia di  mamma perché volevo respirare il mondo.. ma non sapevo di dovermi ritrovare chiusa dentro un ufficio come fosse una pancia dove scalciare senza riuscire ad evadere. Ho conosciuto la parola e pensavo fosse utile per cantare non per vendere cose che non comprerei mai. Ho detto a mio padre dei miei sogni, mi ha fatto studiare per vincere un pezzo di carta che poi era il suo di sogno. Mia sorella sa di me più di chiunque. Perché sente lo stesso e scalcia ancora più forte. Ho scoperto il mare e ci volevo restare. Per restarci ho iniziato a dipingerlo. Ma poi mi hanno detto che un quadro mio non faceva soldi. Poi ho visto nella storia dei miei l'amore di tutta la vita. Sono diventata grande senza mai fidarmi dell'uomo. Ho scoperto i viaggi e conosciuto i posti, la gente e le sue storie. Ho fatto foto ballato fumato sniffato e camminato. Camminato tanto. Ho fatto sesso ovunque, con chiunque. Per una sera, per un'ora, mai con l'

Nepal.

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Quando ho voglia di alleggerirmi il cuore e rilassare i pensieri vado sempre a fare due passi sull'Appia Antica. E' un rifugio dove porto le gambe il cuore  e la testa. e mi fa stare bene. e' come se tornassi per un po nella mia casa  ideale, dove non ci sono macchine, dove ci sono casali alberi sampietrini ville storiche casette inchinate vicino ai ruderi.. solo natura rocce pietre statue, quella roma classica  e aristocratica che mi fa un po' dondolare la mente tra passato e presente. in questo viaggio solitario in cui sento solo il rumore dei miei passi,  ritrovo una dolcissima beatitudine. una quiete che non conosce tempo. Sembra una parte di Roma sospesa dentro un'epoca felice, rilassata, senza tormenti, senza fretta. Non si sente il rumore delle macchine bensi solo quello degli uccelli. il cinguettio ti accompagna  mentre le nuvole seguono il tuo sguardo, il cielo si mostra tra un albero e l'altro. la luce subito dopo le ombre e'rosa,  quasi rossa, p

Mindfulness.

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E poi tornare da un intensivo di yoga.. in un luogo aperto sotto il cielo stellato e tra i paesaggi verdi.. in una roma che vive in campagna, come una volta. La mente, se  lasci la presa, si srotola in mezzo al nulla, smette di resistere e diventa una sola cosa, una luce chiara, brillante come un diamante, un'esplosione di gioia. Siamo vincolati continuamente dal condizionamento esterno, i pensieri più puliti e sereni vengono spesso oscurati da cosa fanno dicono pensano gli altri, da quello che ci viene chiesto dipende spesso quello che poi facciamo. Una mente pulita, sa quello che va fatto. Siamo connessi agli altri, dentro i limiti dell'altro possiamo scorgere una possibilità di tornare al cuore originario di cosa siamo. Non siamo quel pensiero sorto per un condizionamento inconscio che neanche sappiamo di aver incamerato. Viviamo eternamente nell'illusione di essere liberi di pensare e fare ciò che vogliamo. In realtà, finché non puliamo tutta la sporcizia accumulata in