Kathmandu.

Arrivo a Kathmandu e subito resto catturato dai disperati sguardi di attesa della gente fuori all'aeroporto. Ho pensato fossero famiglie in trepidante ansia di rivedere un parente che vive altrove. Stretti in gruppo, scuri e con abiti sporchi, cercavano tra la folla qualcuno da rincorrere e abbracciare. I loro volti sono entrati dritti senza filtri nella mia pelle, gli occhi dei bambini a terra parlavano per l'intera famiglia. I nepalesi si mostrano simpatici e sorridenti, mi diverte la loro allegria e conferma che sono un popolo gentile che incontro sempre volentieri. Il taxi mi lascia su una via caotica dove cani e bambini camminano nel fango, la camera è fredda, spartana e senza luce. Il Nepal mi da a suo modo il benvenuto nella terra di Budda e delle più alte vette del mondo.

Esco e faccio due passi.. ogni volto è carico di profonde storie, trovo umanità in ogni gesto, vedo questo posto più povero dell'india ma più alllegro, meno caotico e più tranquillo, profondamente mistico e accogliente. Passo al mercato, le donnone che vendono fiori ghirlande frutta collanine, poi il ragazzo che ti urla dal bus sorridendo.. come on!!

Di nuovo bancarelle sulla via che porta al tempio, mi diverte vedere donne passeggiare sole o con amiche, molto più che in India, mi salutano e sorridono con timidezza.
 Giungo al tempio Pashupatinath. Luogo sacro per gli indu e patrimonio Unesco. Mi avvvicino piano in questo luogo odorante di incenso e legna, fuoco e morte. Qui, tra incantevoli gath, i tempietti che sorgono sulle basse acque della Bagmati, si apre un mondo ancestrale, antico e puro, devoto e intatto, non ancora inquinato dalla moderna globalizzazione. Passo tra famiglie sedute al ponte, scimmie che volano sui tetti, i sadhu, (maestri indiani che vivono di elemosina e meditazione che si possono riconoscere perché nudi e cosparsi di cenere), sacerdoti e seguaci di Shiva, che secondo la leggenda proprio qui si ritirò per abbandonarsi alla foresta. Il luogo è immerso nel bosco, affaccia sulle acque ed è circondato da piccoli tempietti con figure ai lati sulle mura e tra le rocce che raffigurano le divinità. Nel cuore delle acque, in basso, improvvisamente si notano dei piedi non piu in vita bagnarsi per l'ultima prima della solenne cerimonia funebre in cui si cremano i defunti dopo averli cosparsi di cenere ghirlande polvere preghiere e acque benedetta. La cerimonia colpisce al punto che mi sembra irrispettoso fare foto durante, vengo avvolto da questo fumo che sale al cielo e da questa atmosfera di silenzio e lacrime. In questo rito si accompagna il defunto nel viaggio che lo porterà ad una nuova vita e lo purifica da ogni azione. La legge del karma è cosi viva che ogni gesto compiuto è un biglietto garantito per un prossimo viaggio in vite migliori. Mi lascia muto questo rituale sacro, sento il corpo vibrare in un brivido intenso, la vita e la morte li vedo sfumaare nel fuoco che finisce in acqua, nell'incenso  portato dalle donne, nei sorrisi dei bambini. Vedo signore nepalesi assistere con disinvoltura a questa scena, e io invece ne resto immortalato. La tranquilla accettazione dello scorrere del tempo e della fine, nessun lamento e nessun intervento davanti alla legge di causa ed effetto, ogni evento anche il più drammatico, viene vissuto come un momento di pratica spirituale, prezioso istante per pulirsi il karma e assicurarsi vite succcessive e più felici.
Ogni giorno, qui, viene ricordato ai passanti che si muore. Si muore ogni giorno. Ma si ritorna. E si torna anche meglio. Sempre Se restiamo buoni in questa vita e aiutiamo i nostri cari ad andarsene puliti.
Vedo sadhu giocare coi cani mentre fanno prove di cucito per stoffe da indossare. Torno in camera con 24 ore di sonno arretrato e spero di farmi un lungo sogno purificato dai mantra recitati davanti a quel corpo di donna rispettosamente coperto da una veste gialla e accompagnato dai canti dei bambini del tempio.

Capitano Mike :
"Il colibrì non è un uccello come tutti gli altri, ha un ritmo cardiaco di 1200 battiti al minuto. Le sue ali sbattono ottanta volte al secondo. Se gli impedisci di sbattere le ali... lui muore in meno di dieci secondi. Questo non è un uccello qualunque. Questo è una specie di miracolo. Hanno rallentato le sue ali col cinematografo e sapete cos'hanno visto? Che le punte delle ali fanno così. E che cosa rappresenta il numero 8 come simbolo matematico? L'infinito!"



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