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Mindfulness

Lettera a mia zia.

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Mia zia, mi ha ricordato di una mia lettera dall'India, per lei.    Scritta il giorno 16 aprile 2018, poche ore dopo aver incontrato Sua Santità Il Dalai Lama. Cara mary, È tanto che non ti scrivo una lettera, penso che l'ultima risalga al periodo del Belgio. In questi giorni al monastero ho ripercorso la mia vita e mi sono rivisto nel peggiore me che litigava col mondo e sperava di morire. Ricordo di aver visto la tua mano allungarsi per tenermi in vita come quando si è sul cornicione di un palazzo prima di buttarsi. IL BUDDISMO mi sta insegnando che aldilà di me esiste una vita infinitamente bella e gioiosa. Ti scrivo per ringraziarti.. perché attraverso te ho ritrovato la gioia di vivere e, attraverso te, ho scoperto il buddismo. Ti sono grato tutta la vita e non smetterò di  ringraziarti. Ti scrivo oggi, caso strano, proprio il giorno in cui una mano speciale ha stretto la mia, guardandomi negli occhi. I brividi sono saliti in cielo e in quell'istante ho trovato una pac

Il bar degli ultimi.

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 se ne stava solo in una casetta di legno, nel bosco una piccola finestra lasciava andare lo sguardo tra le colline, a volte si addormentava sui suoi fogli bianchi, lasciando che gli occhiali cadessero sulla tazza da tè. scriveva poesie per la sua dolce amata, ormai lontana. aveva abbandonato tutto, gli affetti, l'umanità, il mondo. camminava in alto, il giorno, prendeva il suo bastone e tra le foglie si faceva spazio fino alle cime bianche. la sera, ascoltava Erik Satie, leggendo Thoreau. le uniche persone che vedeva erano uomini solitari come lui, al bar sotto la montagna, era l'unica luce che gli faceva ancora ricordare che c'è vita. li vedeva spesso malinconici, all'alba, sedere davanti alla nebbia fitta che nascondeva le vette. non scendeva neanche piu in paese , se non per prendere un po di pane e il latte. cenava con una zuppa di verdure accompagnata da un buon vino rosso che teneva nella sua cantina,  per poi uscire e arrivare al bar.  era stato un bravo insegna

La Dolce Vita.

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 viaggiare ci porta a vedere la vita con altri occhi. Un ragazzo che inizia a viaggiare si accorge che ci sono altre possibilità, altri Te, altri modi di vedere e sentire, altri odori, profumi. Le culture altre aprono i nostri orizzonti, il nostro sguardo si fa piu ampio, le nostre idee radicate lasciano spazio a nuove, ad altro sentire, altri odori, altri costumi. Ascoltare un altro punto di vita ne crea in noi uno nuovo, fa sorgere in noi dubbi, domande, possibilità, le nostre chiusure mentali e culturali fanno entrare aria nuova, respirare un mondo nuovo, un nuovo modo di sentire e annusare le cose. Questa ricchezza crea in noi una nuova forza, una consapevolezza tale che non ci fa cedere davanti alle realtà che ci vogliono dipingere, la libertà di una visuale aperta al cambiamento è infrangibile. Oggi, al parco, una chiacchierata con Francesca lungo un'ora mi fornisce l'occasione di amare la vita in ogni scambio, in ogni incontro. Francesca, a fine chiamata, con la dolcezza