.. ma ho visto il tuo nome sull'asfalto blu.

Esco di mattina presto, cerco un bus che mi porti in città, nessuno sa darmi spiegazioni, né indicazioni, nessuno parla inglese. Arrivano bus uno dietro l'altro, ragazzi di 13 o 14 anni urlano da un angolo all'altro della strada, in mezzo al traffico impazzito; in quel momento, capisco perché tutti si meraviglino sono senza guida. In effetti, non è un viaggio semplice senza nessuno che possa darti una mano. Ma è anche il gusto sfrenato di insaziabile libertà che ti fa vivere  luoghi cosi autentici senza nessuna scorciatoia, coi suoi pro e i contro di un viaggio on the road, tra i locali. Dopo un 'ora di domande a vuoto camminate da una via all'altra, finisco nel bus giusto.


Arrivo e cammino per circa un'ora fino a raggiungere il cuore spirituale di Kathmandu. La piazza un altro gioiello, si apre  con cancello d'oro, porta di  ingresso in un altro mondo divino all'aperto. Diversi templi, uccelli, donne che portano i figli, mendicanti, monaci, bramini e sadhu fanno da sfondo ad un cerchio magico che completa la vista con colonne porte e archi decorati con divinità e immagini allegoriche. Templi dedicati a Shiva, Vishnu, Hanuman, il Dio scimmia che protegge la piazza con le sue 5 facce, uno Shiva nero è affiancato da elefanti e poccioni che sopra i tetti si proteggono da ogni malvagità terrena.

In piazza mi incanto, i tetti che si intrecciano, la pregiata perfezione delle incisioni, le colonne che sorreggono i tetti ricche di rifiniture e simboli,  ci resto e la giro più volte, mi siedo al sole,leggo un po',  poi vado a vedere il tempio dedicato a Krishna, incontro un Sadhu che mi sorride mi parla di Shiva e ripete senza sosta: "io sono un santo!"



Giro tra le vacche e i bambini,entro nel vecchio palazzo reale, visito il museo, passo nel cortile che affaccia sul palazzo di stile europeo, esco e ritrovo nel cuore della piazza il volto nero di Bhairav, manifestazione di Shiva, un capolavoro di una bellezza che inquieta; sul suo volto sono raffigurati teschi e serpenti, un blocco di pietra nero che colpisce lo sguardo di ogni passante.


Mi fermo in piazza per un chai tra i locali, in quel preciso istante osservo il bianco della facciata e mi sento colmo di beatitudine; ripenso ai tanti incontri, alle tante persone vissute e amate, le conoscenze di passaggio di cui ancora ricordo ogni momento, in un'istante ho capito che i viaggi sono come la palestra, ogni esperienza, se apri le porte della conoscenza, è come un allenamento, più ne fai più rinforzi il cuore, più viaggi più ti arricchisci, il viaggiare ci apre completamente alla vita. Mi alzo grato e fortunato per tutto ciò che ho vissuto, mi incammino sotto il sole e sorrido ai venditori di ceramiche, mi addentro in quella che una volta era la famosa freak street dove hippy da ogni parte del mondo finivano per restare, avvolti dal fumo dell'hashish la voglia di pace e la felice idea di comunità.


Cammino ore e ore in questa folle folla di uomini uno sopra l'altro, macchine risciò taxi moto motorini gente a piedi ovunque.. c'è casino!!



Fortunatamente Google mi dà l'opportunità di usare maps anche senza internet, così posso camminare e perdermi uguale!!😀

Ore di piedi infuocati da caldo e smog, traffico e chi ti pesta i piedi, e chi ti sale con la bici chi col taxi, se non stai attento prendi il bus in pieno,.poi la borsa della donnona nepalese ti finisce sul collo..in questo delirante tram tram arrivo a thamel! Dopo aver girato tra vicoli, caffè, bandierine ovunque, bazar dove perdersi nella bellezza dei costumi, mi fermo a respirare natura e pace al Garden of Dreams, un giardino curato di sogni e ideali dove sedersi al sole su una panchina restaurata e finalmente pulita!!!


Leggo un po', poi vado a mangiare. Trovo un buon vegano dove  si mangia bene e il simpatico  ragazzo ascolta e canta rap nepalese.

Continuo a girare, mi ferma un tizio: vuoi guida, donne, fumo? Sorrido e rispondo: ho smesso con donne, fumo e guide!!

Al parco pubblico l'esercito  si addestra davanti ai milioni
di curiosi che camminano sulla strada primcipale, pocodistante, sempre al parco, flotte di giovani si divertono giocando a cricket.

Tra un vicolo e l'altro trovo un piccolo angolo di Tibet dove poccoli budda sono sparsi per la piazza, e bandierine sorvolano vicino ai grandi occhi della compassione.

Continuo ancora un po', poi sfinito, mi arrendo al caldo e alla stanchezza, prendo un taxi e chiedo di portarmi al tempio delle scimmie.


Per finire in bellezza, 365 gradini era quello che aspettavo.


Salgo tra scimmie impazzite e cani che lottano, ai lati volti di Budda e animali, in alto un enorme sguardo che travolge il cuore fuoriesce dai colori benauguranti delle migliaia di bandierine che danzano nel cielo promettendo amore al mondo.


Sopra lo spettacolo è unico. KATHMANDU Vista pochi minuti prima sembra dimenticata, da qui è una città addolcita dai monasteri e dalle vette rosa e blu, in questo cielo quasi al tramonto.

Nella terrazza la vista è mozzafiato, il tempio esplode di oro, simboli e figure. Uno dei primi monasteri al mondo. Un incanto di saggezza e pace in un luogo magico, tra scimmie tempietti bandiere, oro luccicante, occhi che divorano e un tramonto da ricordare.

Non poteva finire meglio la giornata. Non potevo salutare che con un tramonto così bello la bella e folle KATHMANDU..

"ma ho visto il tuo nome sull'asfalto blu."

Al ritorno mi accompagna un gentile tassinaro che lavora 6 giorni su 7 dalle 7 di mattina alle 7 di sera per soli 16 euro al mese. Il suo racconto è una faccia reale di quanto sia difficile per noi capire la speranza per loro in ogni singola corsa.

Finalmente in camera, ancora doccia fredda, anzi no, manca proprio l'acqua.

Sono cotto.. di stanchezza e del Nepal.

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