Boudhnath
Dopo una lunga dormita al polo nord, mi attende una colazione vegetariana a base di chapati, pane indiano, lenticchie, curry e patate. Un buon inizio per affrontare la giornata nel caotico e inquinato mondo di Kathmandu.
Conosco la ragazza della guest house. Gentile, carina e finalmente qualcuno che parla inglese. Mi aiuta a trovare un taxi, e grazie ad un simpatico autista arrivo nella zona dove vivono i tibetani. Boudnath, è una piccola città tibetana che mi ricorda le piazze cinesi illustrate nei videogames. Tutto qui, è buddista. Lo stupa, un gigantesco budda con occhi colorati di blu, veglia su uomini donne e animali. Quanto mi mancava questa pace, girare le ruote della compassione e sentirmi fratello dei tibetani che mi camminano a fianco. È forse proprio come dicono, solo girare quella ruota benedisce il tuo cuore e lo riempie di armonia. Ascolto i canti om mani padme hum e sorrido emozionato nel ricordare i giorni indiani a dharamsala. Questa gentilezza e questo vivere sereni mi riporta a casa e sento nel profondo di volere sempre e solo tutto questo. Le donne si inchinano di fronte allo stupa con la mala in mano, il rosario tibetano di 108 perle. Pregano e ridono.
Ogni anziano ha la sua mala stretta in mano, li vedi camminare lavorare sedersi e mangiare, hanno sempre con se il rosario che girano e stringono, ad ogni perla recitano il mantra om mani padme hum.
Mi aggiro per le vie intorno la piazza, è pieno di templi, ristornati vegetariani e vegani, centri meditazione, centri di medicina tibetana, negozi dove trovare tessuti e stoffe del tibet. Sembra di vivere nell'epoca del Tibet, tra le gente e le tradizioni difese con amore. Sono seduto vicino ad un anziano che gira la mala nella mano e sorride con occhi lucidi. Un cane mi siede a fianco, la campana suona dietro di me. Un presagio di calma infinita. Le giovani tibetane passano e salutano divertite, fanno selfie e poi si inginocchiano in preghiera. Io mi vado a prendere un buon momo vegetariano, ravioli con verdure e qualche spezia. Passano in corteo bande musicali con vesti colorate, mentre signore anziane danno da mangiare ai piccioni che volano in cielo sfiorando l'occhio brillante e compassionevole del Budda. I volti delle anziane tibetane hanno i segni scolpiti della saggezza millenaria. Solo sedermi vicino a loro mi rasserena il cuore.
Conosco la ragazza della guest house. Gentile, carina e finalmente qualcuno che parla inglese. Mi aiuta a trovare un taxi, e grazie ad un simpatico autista arrivo nella zona dove vivono i tibetani. Boudnath, è una piccola città tibetana che mi ricorda le piazze cinesi illustrate nei videogames. Tutto qui, è buddista. Lo stupa, un gigantesco budda con occhi colorati di blu, veglia su uomini donne e animali. Quanto mi mancava questa pace, girare le ruote della compassione e sentirmi fratello dei tibetani che mi camminano a fianco. È forse proprio come dicono, solo girare quella ruota benedisce il tuo cuore e lo riempie di armonia. Ascolto i canti om mani padme hum e sorrido emozionato nel ricordare i giorni indiani a dharamsala. Questa gentilezza e questo vivere sereni mi riporta a casa e sento nel profondo di volere sempre e solo tutto questo. Le donne si inchinano di fronte allo stupa con la mala in mano, il rosario tibetano di 108 perle. Pregano e ridono.
Ogni anziano ha la sua mala stretta in mano, li vedi camminare lavorare sedersi e mangiare, hanno sempre con se il rosario che girano e stringono, ad ogni perla recitano il mantra om mani padme hum.
Mi aggiro per le vie intorno la piazza, è pieno di templi, ristornati vegetariani e vegani, centri meditazione, centri di medicina tibetana, negozi dove trovare tessuti e stoffe del tibet. Sembra di vivere nell'epoca del Tibet, tra le gente e le tradizioni difese con amore. Sono seduto vicino ad un anziano che gira la mala nella mano e sorride con occhi lucidi. Un cane mi siede a fianco, la campana suona dietro di me. Un presagio di calma infinita. Le giovani tibetane passano e salutano divertite, fanno selfie e poi si inginocchiano in preghiera. Io mi vado a prendere un buon momo vegetariano, ravioli con verdure e qualche spezia. Passano in corteo bande musicali con vesti colorate, mentre signore anziane danno da mangiare ai piccioni che volano in cielo sfiorando l'occhio brillante e compassionevole del Budda. I volti delle anziane tibetane hanno i segni scolpiti della saggezza millenaria. Solo sedermi vicino a loro mi rasserena il cuore.
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