Meknes.
Mi scrive la mia amica indiana..
" valerio, stanotte ti ho sognato. C'eri tu e mia sorella, eravamo a casa dei miei. Ero felice come mai in vita mia. So che ti rivedrò. Ma spero di farlo in questa vita."
Mentre guardo fuori dal finestrino le case bianche che affacciano sui campi di datteri, ritrovo il perché si desidera tanto essere felici. Non è per il traguardo in sé o per la fine della sofferenza, il mio desiderio di essere felice e mantenermi in quello stato è dovuto da una una sorta di assuefazione, quella sensazione di magia è talmente bella che ti lascia una mancanza troppo potente da doverla ricercare finché non torni a quello stato. È talmente bella la felicità che ti spiega in un solo istante tutto il significato del nostro esistere. Li giace imperturbata la nostra essenza, è una Dea che affronta i demoni con quello stato interiore. Un'anima fortunata di aver toccato quelle e di non essere piu riuscita a scendere a terra, anche soffrendo e affrontando fame sete Stanchezza.. ma quella risposta è li è una certezza che supera gli ostacoli, perché ti offre sempre una spinta maggiore dell'avversario, tu sei sempre primo, un passo avanti al tempo, anticipi gli eventi, li prevedi e quando arrivano li affronta senza muoverti di un passo da quel centro, da quello di guerriero beato come una statua di marmo che osserva gli uomini correre in preda a continue ansie.
Mi fermo a prendere un caffe di fronte la porta blu, è un sole di primo mattino, la pace perfetta per iniziare a vivere una nuova giornata. Scrivo in questo caffè baciato dal sole. Conosco due ragazze di genova, una delle due vive e studia a roma. Mentre entriamo alla citta vecchia mulay idriss.. una ragazza si affianca.. " ma allora sei itlaiano! Pensavo fossi marocchino!!" Si chiama silvia, fotografa fino quache anno fa, ora solo per passione. Di Grosseto, ha vissuto a milano, londra. Ora è tornata a casa, e ci sta bene.
Dalle viuzze al ghetto, la moschea, gli hammam, le porte con maniglie differenti se a bussare è l'uomo o la donna. La moschea tra le piu importanti del marocco è acecesibile, vediamo solo il maestoso ingresso bianco con le pavimentazioni decorate. Murales, dipinti sulle pareti, case e tetti colorati, camminiamo su questo piccolo grazioso borgo bianco tra i sorrisi di chi ci accoglie nei vicoli con disarmante gentilezza e semplicità. Da qui ci spostiamo a volubilis, un grande sito archeolgico di origine romana oggi patrimonio UNESCO. Io e Silvia camminiamo in questo piccolo mondo antico ben custodito dove intorno si apre una grande disesa di verde. Colonne, capitelli, quelli che una volta erano bagni oggi sembrano delle grandi fontane, mosaici con immaginj della Dea Diana, porte archi strade rocciose dove poggiare i nostri piedi frettolosi e mai incantati davanti al mistero di questa magia, di questa bellezza.
Silvia mi racconta che dopo la morte del babbo ha iniziato a viaggiare molto, ha colpito la vita con pugni e calci con il kick boxing, ha provato a capirla con la fotografia, ad accettarla coi viaggi solitari. " sono vecchia dentro, sono cresciuta con la musica dei miei degli anni 60, quando sento i testi di oggi penso che non è musica. Mi sono abituata a stare da sola, sono andata via di casa presto, se dovesse entrare qualcuno nella mia vita non saprei dove metterlo. Un giorno mi sono tatuata questa frase: ego loss, perdita dell' ego. Ognuno ha i suoi mostri. " si, aggiungo io. Ognuno ha i suoi, l'unica cosa che possiamo fare è farci pace."
Con Silvia e le ragazze di Genova, chiara e lucia, andiamo a mangiare nel cuore della medina di meknes. Con un euro mi sparo un delizioso panino vegetariano, accompagnato da due polpette di patate. Succo di limone, la simpatia della famiglia che ridendo e non parlando inglese ci prepara i piatti. Ci inoltriamo nei vicoli decorati, i cancelli ricchi di forme sacre, geometria e architettura si intrecciano tenendosi per mano, escono dalle case berbere balconcini che sembrano sospesi in aria e sorretti da un filo invsisibile.
Ci godiamo il capolavoro architettonico del mausoleo di Meknes.
Entriamo nella parte vecchia, poi sfiniti dal caldo, saliamo su una terrazza panoramica per u a bevanda fresca. Chiara studia cinema alla sapienza, Lucia a Lucca. Restiamo a parlare coccolati dal vento. Sulla via del ritorno scrivo e ascolto musica contemplando il passaggio, le persone, ka vita che mi scorre accanto, fuori e dentro.
Tornati a fes, vado a farmi un succo dal simpatico amico che prepara succhi tutto jl giorno col sorriso e mai stanco. I gatti mi siedono a fianco. Mi godo la magia del tramonto, i riflessi sulla porta Blu, gli occhi dei viaggiatori rapiti dal bello.
A cena, scopro una taverna vegetariana gestita da 3 ragazze deliziose. Conosco una coppia di napoli che ora vive a dublino, lavorano per una azienda in campo sanitario. Parliamo dei cambiamenti di vita, il clima la cultura la gente, aggiungo che il viaggio non solo apre la mente ma consente di vedere che tutti i popoli vogliono stare insieme e che solo quando torniamo a casa, alla vita di sempre, torniamo sulla difensiva. Restringendo il campo della mente che pochi giorni si era aperta ad una vita nuova.
Rientro in camera. Nordine mi accoglie con un po di frutta. Mi racconta di un olandese che ha vissuto da lui per 7 mesi finché non ha finito i soldi. Ci raggiunge un ragazzo Brasiliano che sta facendo il giro del mondo da 5 mesi e vuole continuare fino ad un totale di 12 mesi. Ha visto tanzania zanzibar tunisia.. è venuto a fes per stare una settimana ma è qui da piu di un mese. Insieme al papà gestisce una fattoria in brasile, producono soia.
Adoro sempre piu quetso paese, questo entrarci dentro a piedi nudi, questo andare lento, sorridendo. Tra strade bianche, case decorate, porte d'oro, mausolei e minareti, accoglienza e rispetto,
Questa preghiera incessante che protegge il mondo dall'egoismo di chi accoglie dentro se un costante pensiero di guerra.
Il verde della case rappresenta l'islam, il Blu delle porte rappresenta la Libertà, accesso libero e incondizionato alle parti piu nascoste del nostro labirinto interiore spesso affollato da gente che urla e genera caos. Quando l'unica cosa di cui ha bisogno una mente silenziosa è un giardino di pace dove far respirare il cuore e accogliere dentro se tutte le anime del mondo.
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