Il canto delle meraviglie

 Una gita fotografica con persone appena conosciute, nei dintorni di Roma zona Ostiense, tra mercati abbandonati, palazzi diroccati, murales e architettura industriale. 


Accompagnati da un sole primaverile, camminiamo tra i vicoli silenti e le vie abbandonate, incrociamo la signore ai balconi stendere lenzuola sopra le crepe dei palazzi. Dal blu delle stoffe a quello del cielo e delle giganti scritte sui murales. 


Arte e degrado, modernità dei ponti e antico abbandono. 


Ci affacciamo sul ponte crollato recentemente, poi proseguiamo in una dolce e rilassante camminata, tra gente in bici e famiglie a piedi, in una spensierata domenica di novembre.


I mercati generali non sono più stati valorizzati, nonostante centinaia di progetti mai andati in porto. 


Fa strano camminare e vedere tanta bellezza disegnata sui muri che circondano il Gazometro e rendono poetico e affascinante questo mondo nascosto, autentico e popolare, lasciato al proprio destino dall' indifferenza.


Finiamo il tragitto, ci salutiamo con tanta voglia di rivederci. Una gentile e gradita compagnia. 


Sulla strada del ritorno mi fermo per un pranzo affacciato sulla basilica, baciato dal sole.


Penso a quanto sia infinita e sorprendente la bellezza della scoperta, della ricerca, del vivere ad occhi spalancati. 


Torno a colli Albani, entro in casa, i miei dormono. Cosi prendo un libro e vado al parco. Cammino finalmente nel verde, ne avevo disperato bisogno. 


Mi fermo su un grande sasso, davanti ad un cielo caldo e disarmante.


Incontro una collega, e ci raccontiamo questi tempi vissuti a distanza. 


Guardo le persone incontrarsi, conversare, passeggiare..  e mi allieta il cuore.


Prendo un gelato per tutti, entro e abbraccio i miei, Bizio è al telefono. 


Con mamma ci mettiamo a fare la crema di zucchine, poi parliamo dei suoi acquisti e degli ultimi film. 


Vedo un po' di partite con papà, poi con Bizio ridiamo delle battute di Verdone. 


Questo calore umano mi fa salire su in cielo , prendo la scala per dire grazie e poi riscendo, coi piedi ben saldi sulla terra, cercando di mantenermi umile. 


Tornato verso casa, sistemo la camera e faccio la lavatrice, bevo acqua e mi metto fuori in balcone. 


Il suono dolce che proviene dal parco è una musica dell'anima. Sono note delicate, difficile da tradurre in parole. 


Prima il silenzio, poi un cinguettio, poi dei piccoli richiami che sembrano entrare ed uscire dalle finestre. Osservo le luci, come se non le avessi mai notate. È un risveglio delle ossa, dei battiti,  dei sentimenti più antichi e profondi.

Come se dei piccoli passerotti fossero lì ad indicare un sentiero, una via della pace. 


Il dolce fresco dopo la pioggia, le luci della giostra, i riflessi delle case tra gli alberi, le strade vuote, il silenzio intorno, tutto.. ogni cosa, sembra perfetto, in armonia con il resto, come una di quelle orchestre che lasciano senza fiato.


Ascolto incantato questo canto delle meraviglie.. resto in ascolto, rapito. 


Ogni angolo, ogni finestra, ogni barlume che mi arriva agli occhi è un particolare che catturo e faccio mio.


Il cielo, le stelle, le chiazze di pioggia sul cortile, la cenere sui balconi, la vista di due passanti, l'odore del vento, una sensazione di magia reale, pura. 

Quanta allegria si respira in un attimo di cosi beata gioia, quanta vita si realizza nella totale resa di un corpo all' anima. 


All'anima del mondo. 


Che accarezza venti, cuccioli, tutti gli esseri e tutte le cose. 


Ogni spostamento di lancetta, ogni virgola lasciata su un foglio, ogni pagina piegata, ogni lenzuola girata verso il sole. 


Quanti dettagli perdiamo.. non accorgendosi che potrebbero essere la vista più bella della nostra vita.


La vita come un viaggio, ogni giorno vissuto come un libro da raccontare, una pagina da capire.



Esco per andare a donare il sangue.

passeggio per le vie di trastevere, colazione a San Francesco a Ripa.

Siedo al sole, tra i dialoghi di stranieri che conversano ridendo, sotto gli angoli di una Roma che a quest'ora, di mattina, è una cartolina incantevole.

Scrivo e osservo, tutto ciò che mi ruota intorno.

Arrivo in piazza san Cosimato, al bar che domina la piazza, la luce soffia e sembra un momento degli anni 80. viaggio, spinto indietro dentro i film di Verdone, resto fermo, nella meraviglia.

Dietro il bar, l'immagine di Monica Vitti, poi i murales, le scritte dei ragazzi che ancora sognano, sotto le finestre delle signore che stendono i panni.

All'altro angolo, 4 signori giocano a carte, si guardano in silenzio chiamando i segni, poi si insultano quando la mano finisce.

giro a Santa Maria, entro in chiesa, mi faccio trasportare dalla luce dei mosaici dentro un mondo silenzioso e accogliente.

La luce, fuori.. è un abbraccio che tocca il cuore.

Piazza Sant'Egidio, i militari, i bar chiusi, le ragazze sedute al muretto, che scrivono o studiano. 

Una signora litiga al telefono in un romanesco che è ormai sparito, un barista dietro ride e fa il verso delle mani di lei che gesticola e urla.  

Mi fermo all'angolo, per un caffè, nel Bar del Film Immaturi.

Il sole dolcemente cade su questo angolo, tra i tavolini e i monopattini, le chiacchiere rilassate, i sorrisi innamorati.

3 ragazzi si fermano in piazza.. salutano l'uomo che resta sulla piazza con la testa sul telefono.

Una bellissima bionda corre in bici, coppola in testa, occhiali grandi e camicia a quadri, di quelle larghe.

mi passa davanti correndo, la guardo ridendo.

una ragazza passa e toglie la sigaretta al suo amico, l' altro mette le mani in tasca.. si inoltrano nella piazzetta, tra i vicoli incantati e le foglie che cadono sulle finestre.

Due donne, al tavolino a fianco, parlano di dottorato, incidenti con la macchina e soldi per ripararla, affitti e appartamenti da cercare, lontano dall'ex, che ha ancora le sue cose in casa.

Una delle due esclama : " sai cosa vorrei per Natale?  Uno che appena lo vedo dico: eccolo il mio regalo, è lui quello che voglio!"

cammina per vicolo dei bolognesi, mi chino alle fontanelle, mi perdo a vedere i santini e le madonne sotto i cornicioni delle finestre, angeli che reggono crepe di palazzi antichi.

Da Piazza trilussa, si vede l'incrocio tra chi siede sulle scale e chi frena al semaforo, in una corsa continua.

Entro A Ponte Sisto, ripassa la donna in bici, mi sorride,  con la figlia dietro, bionda come lei, che sarà appena uscita da scuola, ecco perchè sua madre correva.


Faccia via dell'arco dei monti, un intreccio di lingue e culture, tra forni e pasticcerie, chiese e lampadari, gallerie d'arte e palazzi storici, come fai a non amare questa città che non finisce mai di incantare.

Da via dei giubbonari devio per una Santa pizza Bianca da Roscioli.

Finisco la mia passeggiata romana in libreria, guardando Roma sotto la pioggia attraverso le pagine dei libri, come se tutto fosse un film, come se tutto fosse una parte del sogno che è la vita.

Attraverso per dare metà  della mia pizza ai ragazzi in strada, che ora dovranno affrontare un'altra stagione di freddo e pioggia. 

Torno in casa.. guardo i gabbiani sorvolare come bianchi angeli sopra le case della gente chiusa in casa dalla pioggia.

Tutto sembra calmo, tutto sembra beato.

Il mio amico fraterno Mario mi lascia una frase che è la piu bella che io abbia mai ricevuto:

"io credo che tu sia un angelo venuto qui per portare Amore."































































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