Lucio.

 Gli occhi di Lucio mi sono rimasti dentro come dei quadri appesi ad una mostra da cui sono uscito incantato. I suoi occhi spezzavano in ogni istante la banalità dei nostri dialoghi. Appena mi voltavo, lui era lì a ricordarmi di quanto fosse accecante la gioia. Di quanto fosse prezioso quel momento. Di quanto fosse importante il gioco e l'amore.

Una giornata con Lucio è molto più di un mese in ritiro coi tibetani. I suoi occhi sono parabole sacre, scritture che provengono dai tempi antichi, ma immacolate , intatte come il suo sguardo.

La sua allegria spensierata in questi tempi faticosi, è acqua fresca, ossigeno.

Il suo guardare con incanto ogni minimo dettaglio mi ha fatto tremare di gioia. Mi ha mostrato di quanto tempo perdiamo a prenderci sul serio!!

Lucio, non poteva azzeccare nome più adatto il mio amico Paolo. È un bambino luminoso e calmo, che ha preso il sorriso e l'allegria dei suoi genitori. Dorato e pieno di dolcezza, gioco, curiosità, vita. Più lo guardavo, più mi sono sentito un allievo davanti al maestro. Lui era lì, ad indicarmi la strada. Senza dire niente, solo con lo sguardo ed il sorriso mi ha mostrato la magia della vita.

E quella manina allungata come a cercare di trattenere un momento di gioia, un soffio di vento, un raggio di sole, un filtro di luce, un sorso d'acqua. 

Caro Lucio, grazie. Starti vicino, e sentire il tuo respiro mentre il circo massimo vibrava di storia, mi ha fatto sentire un pace. 

La tua gioia è un bene per il mondo.




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