Vipassana

Grazie ad una ragazza dell'uzbekistan, Ksenia, trovo un passaggio per andare da roma a briatico. Anche lei, come me, parteciperà al ritiro del silenzio di meditazione Vipassana, per 10 giorni, in una località sul mare, in provincia di Vibo Valentia. Lei ha 29 anni, vive da molti anni in italia, ha studiato a firenze, ora vive a roma e vorrebbe lavorare nel cinema. Ha fatto diverse esperienze di Vipassana, mi dice che ha anche prestato servizio come seva- il volontariato di chi si offre per pulire spazzare cucinare e servire i praticanti del corso. Due volte l'anno lei si ritira in questi corsi, perché ogni volta che torna alla vita di sempre ricade nei meccanismi mentali che ci appesantiscono le giornate. Quando ha fatto il seva ha visto arrivare i nuovi praticanti con occhi spaventati e confusi e andare via felici e pieni di vita, radiosi e in pace. Questo ha reso il suo aiuto ancora più prezioso.

Andiamo a napoli per prendere Rachel, un'americana che al corso lavorerà in cucina. Mi fermo a pranzo per prendermi una croccchetta di patate, sfogliatella con radicchio e pizza con verdure. Al finestrino il ritmo di napoli suona attraverso venditori ambulanti ed urla improvvise, il ragazzo al bar mi fa ridere di cuore per la sua comicità e mi gusto un caffè come si deve.

La strada che attraversiamo passa per la costiera di amalfi poi la pianura e i campi; colline, alberi, mare, la bellezza italiana scorre e rende lieto un viaggio verso sé stessi, verso la più completa estasi.

Arriviamo a tropea, proprio in quel momento arriva il messaggio di chi stavi pensando, e tutto sembra stupendo, eterno. L'americana, appena tornata dal Nepal, oltre allo zaino porta con sé un bagaglio carico di paure, aspettative, disagi. Ma continua con coraggio il suo viaggio, provando e riprovando, per incontrare la sua vera natura.

Entriamo a briatico, si apre la porta del centro, io sono quello che descriveva Ksenia, tra i nuovi arrivati confusi e spaesati.

Mi registro, vado in camera, il mio letto è occupato da un altro, inizia il disagio e anche il silenzio. Sono stanco e frastornato. Andiamo a meditare e ci prepariamo a 10 giorni di silenzio totale, meditando e praticando vipassana, l'arte del vivere.

Il compagno di stanza è un signore che sembra non capire, a volte ride nervosamente, si mette le mani in testa e siede sulla poltrona, poi si allunga, chiude gli occhi, sbuffa.

Io vado a letto stanco e provato, impaziente di vivere con me stesso questo nuovo viaggio.

Il programma è: sveglia alle 4, due ore di meditazione, colazione, 3 ore di meditazione, pranzo e riposo, 3 ore di meditazione, pausa del tè con una frutta, non si mangerà più fino al giorno dopo, un'ora di meditazione, discorsi del maestro Goenka, meditazione finale, letto.

Davanti la mia camera trovo un giardino di ulivi, fichi d' India e fiori che affaccia su uno sconfinato blu che sarà lo specchio di ogni mio sguardo, il mare.



Il silenzio mi rimette le lancette a posto, mi sveglia il cuore e mi fa volare, accompagnato dai piccoli uccelli sugli alberi, dal vento della sera, dalle onde del mare che sembra tocchino le corde della mia anima. All'alba tolgo le scarpe e vado a sentire il giorno, il fresco dell'erba, la luce del cielo, i primi canti in aria, guardo il mare blu salire pian piano verso su, il corpo si veste di brividi, il sole si toglie la nebbia dagli occhi e appare, come un accogliente padre.

I primi giorni sono dedicati al respiro, a sentire l'aria intorno alla zona delle narici, esercitiamo la mente a concentrarsi su un singolo oggetto, fermando i pensieri e stringendo il campo al centro, restando li, immobili, nella parte appena sopra le labbra, appena sotto le narici.

Goenka, maestro birmano, lavorava nel campo della finanza, poi un giorno, voleva far tacere per per sempre i dolori di emicrania; cosi, dopo averle provate tutte, va da un anziano insegnante che riportava in vita antiche pratiche di meditazione. La Vipassana, era usata in india da tempo, si
cercava attraverso il respiro e la concentrazione di allontanare bramosia e attaccamento. Quello che ha poi scoperto il Budda è stato di importanza storica: se osserviamo cosa accade nel nostro corpo quando i nostri sensi vengono a contatto con un oggetto, troveremo le sensazioni, e una volta osservate vedremo che la nostra abitudine mentale é reagire, senza comprendere la loro reale natura, che è quella di sorgere e passare, incessantemente. Ogni momento microparticelle cambiano, sensazioni nascono e muoiono, così come nella mente che é materia, e nella materia, che è mente. Ogni cosa ha una sola natura: quella di essere impermanente. Se comprendiamo ciò, non ha senso attaccarci alle cose, alla vita, al corpo, al nostro io, se ci liberiamo da queste illusioni, usciamo per sempre dal vincolo delle sofferenze.

Dopo i primi giorni di pratica sul respiro, passiamo ad osservare le sensazioni cercando di restare equanimi di fronte a ciò che si presenta piacevole o spiacevole. Io dopo due giorni di meditazione sul cuscino rischio di impazzire dal dolore, le ginocchia stanno per esplodere, la schiena a pezzi, penso a prendere una sedia ma poi resisto, soffro ma ne esco incredibilmente più forte, fino a svegliarmi senza dolore, fino a restare un'ora intera sul cuscino a ginocchia incrociate senza muovere un muscolo. Questo corso è un puro addestramento per la mente, una rigida disciplina incentrata sulle regole di moralità, concentrazione e saggezza, rispettando il silenzio per la durata dei 10 giorni. I giorni passano, la mia pratica inizia a dare frutti straordinari: mentre cammmino tra le lucertole e i fiori, immagini di me stesso fuoriescono come petali bianchi, mille vite che si intrecciano in un solo corpo, dai 3 ai 43 anni ho rivisto con Immacolata chiarezza tutti i miei passi, i miei slanci, i miei sbagli. La vita mi è passata davanti come fossi in un altra dimensione, mi sono ritrovato calmo, seduto, a guardarla scorrere. Nel silenzio la mente corre e vaga, ma poi è costretta ad arrendersi a questa nuova condizione senza parole, senza desideri. Senza ascoltare più il mondo è uscita fuori una compilation musicale che mi ha fatto sorridere sorpreso, canzoni che non ascoltavo da una vita sono riaffiorate, portando con sé immagini, momenti, vite vissute:

E la luna busso'- loredana Bertè
I cant stand it- twenty for seven
Jamiroquai-Space Cowboy
New York- the giornalisti
Paracetamolo- Calcutta
Amico- Renato Zero
L'ultima Luna- Lucio dalla
Sentire- Elisa
Vento d estate-Max Gazze'
Mentre dormi- Max Gazze'
883- nessun rimpianto
Eros non li chiamano angeli
Amarsi un po'- Battisti
E- Vasco
e allora si- Pino daniele

La sera, verso le 21, prima di andare in camera, vado verso il mare, a guardare le stelle. Un giorno, mentre ero a fare due passi, mi sono fermato all'ombra di un fico d'india: in quel momento, dalla spiaggia, un coro di ragazzi fa salire il testo di Albachiara fino alle nostre stanze ed è sembrato di stare insieme.

Il gruppo, senza sapere chi sono, da dove vengono e come si chiamano, sono ormai miei amici. C'è il tipo alto e biondo che gira a piedi nudi ammirando le piante, c'è chi segue i fiori, chi si siede con tisana sotto gli alberi, chi cammina sopra le pietre, chi fa esercizi, chi piange, chi rischia di cedere, chi mi sorride, chi soffre, chi prende la sedia, chi resiste e chi ci riesce.

Non ho mai vissuto un'esperienza cosi profonda e vera, così dura e così benefica. Ho imparato che la felicità si raggiunge esplorando ogni singolo puntino del nostro corpo, superando ogni minuscolo tentativo di resistere a lasciarsi andare. La mente, una volta presa per le corna, fa quello che dici tu. Sei tu a scegliere: felicità o dolore. Ho imparato a convivere con me stesso e mi sono divertito, piangendo e ridendo. È una bellissima compagnia il silenzio, impari a volergli bene, ti costringe a guardarti a fondo, ma lo fa per il tuo bene. Siamo qui per togliere dalle scarpe ogni sasso, per togliere dalla mente ogni residuo di sporcizia. Se impariamo a vivere felici, tutto il resto, anche il lavoro più difficile, diventa un mezzo per esplorare la vita, per mettersi in gioco. Se ogni cosa che dici fai e pensi è guidata dall'amore, nulla può farti paura, nulla può generare rabbia, nessuno può condizionare la tua giornata.

Gli ultimi giorni sono dedicati alla gentilezza amorevole; sento i canti e la voce di Goenka uscire dalla stanza, il mio viso si stende in un candido sorriso, la pelle trema, l'estasi arriva proprio in dirittura dei dieci giorni. Termina il silenzio, termina il corso. Ci conosciamo e ci abbracciamo, come usciti da un lungo viaggio lontani dal corpo. Un'operazione chirurgica, un taglio netto, una ferita asportata senza anestesia, attraversando tutto il dolore, per sfociare in un sorriso di gioia infinito come dopo un travagliato parto, arrivare fino in cima con una roccia sulla spalla e scoprire di avercela fatta non grazie al corpo, ma grazie alla mente.

Conosco Nicola, toscano trasferito vicino Catanzaro, lo ritengo un fisico illuminato. Poi donato di Napoli, che voleva scappare ma poi ce l'ha fatta. Kamila, polacca, che trova nei miei occhi uno sguardo felice. Angelo, il compagno di stanza, 65 anni, in pensione, in cerca di  pace nella vita coniugale. Andrea, di Roma, Tiziano, di Torino, Angela di Napoli appena tornata da varanasi, erik, svizzera, oliver, Usa, Harry, bosnia. 100 persone, incredibili incontri, sguardi incantati, abbracci pieni di gratitudine. Donato mi saluta con occhi lucidi, Angelo come un padre, kamila come una sorella.

Decido di restare una notte in più per camminare, fare foto e arrivare a quella spiaggia isolata che ho sognato per 10 giorni.



Quando tutti sono via vado davanti la mia camera a riascoltare il silenzio; mi guardo intorno e rivedo Tony, di catania, quando si sveglia e guarda fuori; andrea, che prende la sedia e guarda il mare; donato, che ama sentire le onde; xavier, che ride sotto gli alberi; Tiziano, che ama il sole.. rivedo tutti e capisco quanto si impara stando in silenzio, quanto sia importante andare in profondità e vedere le persone per quello che sono non per quello che dicono. Ho trovato tenerezza in ogni sguardo, in ogni incontro,in ogni cuore, in ogni luogo.
Nicola, il professore di Fisica, è una persona di cuore, interessante e sensibile, prima di andare via mi saluta cosi:
" caro valerio, eravamo già legati prima di conoscerci, ma ora non potremo più perderci, siamo una famiglia. "


Sono andato al mare e mi sono buttato di peso sulla sabbia bianca, mentre le onde piombavano veloci sugli scogli. In quel momento, mentre guardavo il cielo parlarmi di libertà, una voce da roma suonava alla porta del cuore: era lei, era il momento di dirle tutta la verità, tutto ciò che avevo capito della mia vita, di quello che eravamo stati.

Resto coi ragazzi calabresi organizzatori, conosco chiara, pamela, deianira. Andiamo a cenare in un agriturismo dove conosco Francesco e sua moglie; si sono conosciuti in brasile, hanno vissuto a San Paolo poi hanno deciso di tornare alla terra, ai terreni di famiglia di francesco. In 20 anni ha ristrutturato tutto, creato un agriturismo che affaccia sul mare e dove si coltiva agricoltura biologica, sperimentando con straordinario successo il risveglio della natura attaverso la permacultura; ci fa sentire bergamotto, aloe, pomodori, assaggiare piante, annusare rosmarino. Offre a tutti una deliziosa cena, guardiamo il tramonto e ammiriamo Stromboli.

Dopo aver aiutato i ragazzi nelle pulizie e nelle sistemazioni, mi incammino e vado verso Briatico paese, poi alla stazione, circa 4 km passando tra i campi e osservando il mare. Prendo il treno per Taormina, mi trovo una stanza e vado verso il centro, un arancino, un caffè e un gelato, mi siedo davanti al mare, poi sulle panchine al sole, poi sdraiato sulla spiaggia. Finisco il giro tra i vicoli, le piazzette, mi rilasso in questo caratteristico paesino circondato dal mare, dove girano poche macchine e si va lenti. Arrivo su all' abbazia,  Santuario di Santa Maria dell'Isola di Tropea,



passo tra i giardini e respiro la pace del luogo, salgo in  terrazza e mi incanto fino al tramonto ad osservare il mare:


Il suo unico compito è quello di portare le onde a riva per nutrire la sabbia, non ha altre preoccupazioni se non quelle di rendere felici tutti gli esseri che si bagnano nel suo corpo. Attraversa il mondo per bagnare di acqua ogni cosa che incontra, stende un tappeto di blu sotto il cielo
e ogni volta che arriva il vento si agita. Viaggia da un luogo senza inizio..
e una volta raggiunta la riva fa svanire  le sue onde senza fare rumore.

Viaggia solo per portare amore alle persone, farle giocare nelle sue acque senza chiedere da dove provengono.

Non ha nulla da possedere, tutto ciò che ha non lo trattiene, lo dona al mondo.

Questo è ciò che dovrebbe essere il solo motivo che ci fa svegliare ogni giorno.



"Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell'airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri

Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore

Vengono vanno ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai

Vanno vengono
per una vera mille sono finte
e si mettono lì tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia."



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