Lisbona.

Scendo le scale cantando, il sorriso disegna le righe della strada che percorro prima di entrare in macchina e baciare mio padre che mi porta a volare per l'ennesima volta. 

Si ferma all'autogrill per andare in bagno.. " valé,  che brutta cosa la vecchiaia." Me lo abbraccio.. forte, mentre lui ride, bello come il sole.

All' aereoporto mi accorgo di essere stato fortunato in questa vita.. ogni volta che ho varcato la soglia dei più duri ostacoli.. ho scelto il coraggio di riconoscermi troppo piccolo rispetto all'infinita bellezza di questo mondo, di questa straordinaria esistenza.

Guardo giù e in ogni strada ci trovo immagini che non possono restare contenute in poche parole, non basta un libro per raccontare le storie del mondo. 

È troppo alta la bellezza, troppo preziosa questa vita per lasciare andare un ricordo, una parola,  una via, una finestra, un cortile, un infanzia, una vacanza, un abbraccio che sa di infinito.

Appena arrivo a lisbona vado diretto a mangiare, cammino e mi vivo il rumore della notte, il rosso porto che si sposa bene con un dolce,  la temperatura,  il blu del cielo copre i tetti e le strade, è una poesia che mi accompagna a letto.

Mi sveglio dopo una lunga dormita. Mangio dal balcone, scherzo con una ragazza coreana nel vedere una giornata così serena.

Conosco un israeliano,  un indiano di new york, una portoghese venuta a trovare amici, una ragazza di nuova Delhi.

Scendo per un caffè,  cammino per le vie, vado a vedere il mercatino di natale, mi perdo tra le piazze, visito una chiesa , mangio le castagne guardando il fiume, apro un libro e mi sdraio al sole. La musica portoghese, la gente rilassata, il sole, il fiume tago davanti, trattengo questo momento in un abbraccio e me lo tengo stretto , dentro il cuore.

La piazza del commercio sovrasta la città, elegante e ampia, si stende fino al fiume, ogni angolo è un colore diverso,  riempie gli occhi di chi cammina.

Slago verso la strada, prendo la funivia che mi porta in alto, giro tra gli archi barocchi e le chiese romaniche, il panorama sui tetti e sul fiume.. mi fermo con un fresco porto gustandomi la vita che mi si presenta di fronte, nuda e sempre piena di fascino,  di sorprese, di lezioni sempre nuove.

Mi fermo a mangiare la pasta de nata, poi salgo al bairro alto, una parte nascosta e autentica, dove le donne siedono coi bambini sugli scalini delle porte, si urla e si canta, ogni strada ha un disegno, una vernice, un murales,  girano artisti e musicisti,  tutto mi fa vagare curioso e incantato. 

Scendo e prendo lo storico tram che mi porta fino alla torre di belem,  siedo mangiando polpette di seitan davanti questo tesoro illuminato dal blu della notte.

È una città colorata, sorridente, accogliente,  musicale.. è una gioia camminare nei suoi pavimenti rocciosi .. è un viaggio ascoltarli parlare e ridere. 

È una fortuna poter conoscere altri mondi e altri parti di sé,  uscire dalle proprie limitazioni,  dai confini nazionali e mentali.. lasciarsi andare, lasciarsi travolgere dal non conosciuto e immergersi nella vita.












































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