back to life.

 mi ritrovo in ascensore coi dirigenti che ho sempre etichettato come parte del sistema o "potere". 

sono in mezzo a loro, parlo  e rido con una tale allegria che li contagio fino a vedere i loro volti distendersi. mi sorridono con occhi improvvisamente luminosi e divertiti.. " ciao e Buona giornata!"

incrocio una ragazza che non vedo da tanto alla porta del corridoio, la saluto con gioia, lei spalanca un sorriso gigante e mentre va via aggiunge ad alta voce... " Benritrovato!"

siedo vicino ad una collega con cui non ho mai parlato, ormai sono certo che ogni incontro è una richiesta della mia anima che si manifesta ai miei occhi. lei si apre totalmente, raccontandomi  dei traumi degli ultimi anni... le dico che se si vuole veramente bene lo deve ricordare ogni volta che accende una sigaretta.  

in pausa, dico ad una ragazza che il caffè di sera è uno stimolante che influisce sul cuore e sul sistema nervoso..  lei sorride.. " vabbe valè. mi prendo il tè!!"

accarezzo sulle spalle i responsabili, sorrido alla direttrice, parlo con il mio amico paolo e lo sostengo con parole di ammirazione... " ricorda paole, quello che fai per tua madre ha un impatto sul karma, la tua  è una missione che viene sorretta dagli angeli, il tempo libero è una cosa bellissima.. ma è molto piu importante dedicare la propria vita a qualcuno."

non vedo piu separazione in niente e nessuno, nessun giudizio blocca la mia sete di amore, sono tutti miei fratelli e voglio riempire del mio amore ogni ombra che vuole diventare luce.

una lunga camminata fino al parco parlando con mia madre del monologo di Giovanni Allevi, le parole di mia madre sono di una donna che cuce le crepe del mondo con la calda carezza del cuore.

Vale ho voluto riascoltare il monologo di allevi un monito 

e una forza dell'anima per tutti. È stato un grande ti fa sentire piccolo piccolo davanti a ciò che ha vissuto. Esempio di volontà nel credere all'impossibile.

Grazie di avermi mandato il video tvb mamma.




è sconvolgente quanto sia splendente il momento presente, è tutto cio che abbiamo, non resta niente se non questo istante, ed è un continuo miracolo.

la ragazza cerca le cuffie nella borsa, un cappotto verde scende fino agli stivali, un nasino francese e una pelle chiara mostrano la poesia del creato, la meraviglia delle infinite bellezze,  il cielo copre di incanto la camminata su viale libia con i ragazzi del corso di risveglio, marina ride  mentre gusta un dolcetto, la guardo e rido ringraziando un sole che scalda le anime.

Sessione di meditazione con il gruppo buddista, una serata cosi coinvolgente da finire beato sul mio letto, grato alla vita mentre chiudo gli occhi per entrare nel mondo dei sogni, li dove non esistono filtri.

Parlo di umanità con il proprietario di casa, gusto un caffè al bar, scherzo con massimo e cecilia, cammino fino alla basilica, porto con me una leggerezza di chi cammina su sentieri di luce, su mondi abitati da riflessi di gioia.  

Alberto viene a prendermi e andiamo a festeggiare come ogni anno il nostro amico di infanzia, gianluca.

Siedo rilassato a gambe incrociate e mi gusto la torta, un'amica di gianluca spezza il silenzio.. : come sei elegante!

iniziamo a ridere, di noi di gianluca della festa. " e tu chi saresti, il famoso 9?"

piccola e energica, mi parla della sua passione per il pugilato e i viaggi, ha fatto i campionati nazionali, mi sfotte perchè gioco a padel.. " non è uno sport, è per chi non è bravo negli sport."   

possiede allegria contagiosa, è una bambina che ride  e gioca con le paure e le maschere dei grandi: 

" sembri un indiano, hai lo sguardo saggio, sei saggio anche quando cammini."

Rivedo federica, una donna luminosa che ho frequentato per un periodo, oggi sposata e mamma di una figlia ormai grande. Siedo vicino a lei, la guardo in silenzio. Mi guarda e, tra la sfida e il sorriso mi fa : Che voi!?"

" sei taciturna, me te ricordo caciarona.!"

-" so stanca."

resto in silenzio. in un attimo un album di immagini mi scorre tra gli occhi e il cuore. spingo su stop, mi alzo e mi verso un fresco bicchiere di bianco. 

l'accoglienza del gruppo di volontariato dopo il marocco, il pranzo coi miei, la chiacchierata con il mio amico cristian, l'emozionante telefonata con francesca, le lacrime a cena con manuelina, il sorriso della ragazza pakistana che incontro al forno.. ed apre un sorriso gioioso come un tempio dorato :" ciao valeriooooo"    ..

il ragazzo bangla che mi mostra sopra la cassa della lavanderia il regalo che gli ho portato a natale, la chiamata con luca che è andato a vivere a londra, il volto di serena che mi appare in sogno e mi tornano in mente le parole di Silvia, la donna conosciuta in marocco.. " ma hai mai pensato se potevi fare qualcosa per salvare il rapporto?"

con silvia ho avuto uno scambio che ancora mi resta addosso, sarà perche qui nella mia città incontri cosi in cui puoi capirti anche in silenzio, non mi capitano quasi mai.

e mi tornano anche le parole di Sanne... 

" io la vita che fanno tutti, sposarsi e starsene in casa, trovare un lavoro e morire, non la voglio fare, voglio essere libera di fare la vita che scelgo, che voglio io. "


è un miracolo continuo la vita, quello che siamo non è nella testa che adesso è gia volata nel passato o in chissà quale futuro.

in una frazione di secondo, possiamo cambiare il mondo, ma possiamo farlo solo se andiamo nel posto giusto, quel luogo che non conosce nomi ne io ne mio, nessuna separazione, nulla è duale, non esiste me e te, esiste un prezioso punto luccicante e dorato che unisce la mia vita con quella di una minuscola pianta o lucertola,  se mi sento unito al resto l'io scompare e diventa tutto, l'universo intero non puo esistere se lo separi con un muro o una definizione, non può esserci essenza pura se non la consapevolezza infinita dell'amore.

una volta crollato ogni desiderio di proteggere una personalità che non esiste, crolla il giudizio, la paura, il tempo, la morte. non può esserci guerra senza un me separato da te.

in queste poche parole è racchiuso tutto quello che ci è necessario per vivere di solo amore.



















.



















































«All’improvviso mi è crollato tutto.Nell’ultimo concerto a Vienna il dolore alla schiena era talmente forte che sull’applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello e non sapevo ancora di essere malato. Poi è arrivata la diagnosi: pesantissima. Ho guardato il soffitto con la sensazione di avere la febbre a 39 per un anno consecutivo. Ho perso molto, il mio lavoro, i miei capelli, le mie certezze. Ma non la speranza e la voglia di immaginare.Era come se il dolore mi porgesse anche degli inaspettati doni. Quali? Vi faccio un esempio – Non molto tempo fa durante un concerto in un teatro pieno ho notato una poltrona vuota. Mi sono sentito mancare. Eppure quando ero agli inizi ho fatto concerti davanti a 20 o 30 persone ed ero felicissimo. Oggi dopo la malattia non so cosa darei per suonare davanti a 15 persone! i numeri non contano . Sembra paradossale detto da qui, perché ogni individuo è unico, irripetibile, nel suo modo infinito. Un altro dono: la gratitudine nei confronti della bellezza del creato. Non si contano le albe e i tramonti visti da quelle stanze d’ospedale. Il rosso dell’alba è diverso dal rosso del tramonto e se ci sono le nuvolette intorno è ancora più bello. E poi ancora una altro dono, ovvero «la gratitudine e la riconoscenza per il lavoro dei medici, degli infermieri, di tutto il personale ospedaliero. La riconoscenza per la ricerca scientifica, senza la quale non sarei qui a parlarne. Per il sostengo che ricevo dalla mia famiglia. L’affetto, la forza e l’esempio che ricevo dagli altri pazienti. Un altro dono : quando tutto crolla il giudizio che riceviamo dall’esterno non conta più: io sono quel che sono, noi siamo quel che siamo. Non potendo contare più sul mio corpo, suonerò con la mia anima».




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