gli ingredienti per una vita felice.

 in una semplice mattinata in mezzo alla settimana mi incammino verso Piramide, dove mi fermo a fare colazione.

appena uscito dal portone la carezza dell'aria è un abbraccio cosi caloroso che non puo essere spiegati altrimenti che con la parola amore.

il vento, l'aria, il cielo, non sono solo qualcosa che ci ruota intorno, è parte di noi, danza con noi e ci rende le giornate speciali, vive, in un movimento continuo.

soffiano amore nei nostri corpi, luce negli occhi, energia di continua trasformazione.

siedo davanti la piramide cestia,  cornetto con crema agli agrumi ed un gustoso caffè.

intorno, un'atmosfera serena allieta il mio incanto, luminose donne che entrano al bar bio, mi salutano e sorridono, ci sono giovani studentesse, straniere che lavorano al pc, signore rilassate che si godono la freschezza del mattino. 

mi avvio verso lungotevere, entro a trastevere e mi perdo nel non perdermi neanche un dettaglio.

mi sembra di essere in viaggio, ogni volto è un racconto di un libro, la luce del cielo si stende sui murales e sui bambini, sul mercato e sulle vetrine, l'aria che respiro mi parla di amore, bellezza pura, conoscenza del sentire la vita, è  uno spazio di gioiosa ricchezza che nutre l'anima.

san cosimato, san callisto, santa maria, i vicoli e i ristorantini, gli scalini e le fontane, le famiglie di turisti,  se sei attento a quello che accade in questo, non pouoi fare altro che viverti l'incanto, anche se oggi ti gira tutto male, hai mille problemi e preoccupazioni, se posi la mente, finisci per ricordarti che non sei i tuoi problemi ne i tuoi pensieri, tutta quella montagna di roba è lo sfondo che va riempito solo una volta che ci siamo rimessi a posto le cose che restano.

la metro diventa un vagone di viaggio, il tram un divertente   e antico mezzo popolare dove poter scendere da un quartiere e risalire in un altro.

mentre attraverso la strada davanti al ministero dell'istruzione realizzo una cosa molto semplice:

per essere felice devi prestare attenzione a due sole regole:

fai le cose ce ti piacciono e che siano coerenti con la tua etica.

basta, non ti serve niente altro, non ti servono libri o corsi, vivi divertendoti, a cuore aperto, gonfio di gioia, ricco come un milionario senza un euro, ma con un cuore che riempie le strade, straripa come un fiume e non conosce vie ostacoli che lo possano fermare, è un pozzo di ricchezza il cui tesoro è una vita di amore.

entro al museo per una mostra di fotografia, siedo davanti al film che racconta la vita di Hilde, una grande fotografa tedesca vissuta a roma, che ha raccontato gli anni del fascismo attraverso la vita rurale dei campi, la fierezza dolce della donne di campagna, una società  preindustriale ancora legata alla terra e alle coltivazioni familiari. Una vita avventurosa che ha regalato attraverso le foto quell'umanità che spesso non vediamo, silenziosa,  lenta, profonda, quasi fuori posto. 

davanti al cinema troisi, due ragazze fumano e ridono, in un bar due turiste bionde si godono la piazza, agli scalini una famiglia si abbraccia per una foto, tra le rotaie una coppia in tenuta da jogging entra dentro la luce di trastevere per poi scomparire.

mus, piedi, metro, tram, occhi sul fiume e nel cuore delle persone, nei passi, negli scatti, nei momenti che scattano piu veloci dei passanti.

niente mi lascia indifferente.

mi accorgo della preziosa immensità di questa vita, questo corpo, questo respiro. 

 sono alla chiesa sant'ignazio e scrivo sul mio taccuino mentre attendo in fila, sopra di me un tripudio di affreschi mi colora gli occhi, giro la testa come dentro una ruota, cerco di afferrare il genio che ci ha lasciato tutto questo.

Angeli e colori salgono su verso il cielo, come a cercare di posarsi in quella luce che esce dalla chiesa e dal mondo per raggiungere l'infinito che tutti cerchiamo perche impauriti dalla parola fine, ma quell'infinito è gia qui e lo puoi respirare, il Divino si posa sopra gli uccelli, sopra questi capolavori, sopra i sorrisi dei bambini, sono tutte immagini di infinito, se alziamo lo sguardo verso la bellezza del Creato questo momento è quello giusto per dire grazie.

se apriamo il cuore tutto splende, la luce del mondo ci entra negli occhi e si posa dentro.

cammino beato per il mio quartiere, la serata con il gruppo di meditazione mi ha rilasciato una piacevole sensazione di leggerezza e calore, abbiamo scritto e meditato, camminato e condiviso, una di quelle serate che scaldano e riempiono il cuore.

scherzo con il ragazzo della posta, passo a  salutare il barbiere, scopro un nuovo bar di gentili e calorose signore romane, dalla fila al mercato agli incontri nel portone,   in metro o al bar, la gentilezza è un fiore che non appassisce con epoche, trasforma il nostro sguardo e ci riempie di una nuova luce i momenti che viviamo. 

attraverso la via colombo e mi ritrovo in mezzo al caos cittadino, milioni di macchine che sfrecciano sotto il sole, eppure non riesco a non scorgere bellezza anche in questa fretta ossessiva. In tutte queste infinite vite che siedono dentro le automobili come puo non risiedere un 'anima, come puo non esserci il Divino?

attraverso e trovo al semaforo il bellissimo sorriso di un uomo arabo che vende fazzoletti alle macchine in fila. è una scena che andrebbe fotografata, lui ride come una luce che riempie il cuore, di fronte suv milionari con al volante persone che neanche lo guardano, i volti seri e chissà quali pensieri a portarli lontano da questo momento.

Lui ride, anche se non sa come arrivare a fine giornata.    

 a piazza di pietra c'è un bellissimo bar elegante e raffinato dove adoro girare per le sale e perdermi in altre epoche, pensando a scrittori e poeti che allietavano le ore del pomeriggio in discussioni filosofiche e dilemmi universali, ammarando dai vetri le colonne dell’antico Hadrianeum, grande tempio dedicato all'imperatore Adriano.

osservo l'atmosfera e ne bevo l'aria, assorbo l'aria fresca e la luce del sole mentre assaporo l'odore di un caffè pregiato che ha un sapore di nobile, di antico.

una mattina vado aiutare i ragazzi del circolo di volontariato, passo 3 ore a sistemare i pacchi che vanno alle famiglie bisognose insieme a silvia, una signora affascinanante, volontaria da 30 anni. Parliamo di scelte, figli, relazioni, indipendenza, mi racconta della tesi scritta dalla figlia sui potei soldati della prima guerra mondiale, della paura per il suo futuro ma anche la necessità di non  intervenire sulle sue scelte, per lasciarla libera, anche di sbagliare, anche di farsi male. " sai valerio, a volte quando perdiamo i cari, io essendo atea, penso che chi crede in qualcosa di piu grande ha il vantaggio di trovare un conforto che io non trovo. "

" capisco, ma credo che se siamo qui c'è una ragione piu profonda del solo corpo che nasce dalla cenere e torna alla cenere. Puoi non credere in Dio, ma anche il solo incontrare l'amore ti porta a vivere esperienze che non solo solo terrene, non solo della carne. La paura di ammalarci, invecchiare perdere cari e morire ha la radice nella parola fine, non accettiamo che in questa vita ci sia una fine e questo ci fa vivere costantemente trattenuti, come se da un momento all'altro tutto potrebbe crollare. L'anima, è come le idee, prosegue anche dopo di noi."

vado a fare colazione alla pasticceria wani, che sta per chiudere. lascio il mio contatto per una loro eventuale apertura   altrove. gli affitti sono diventati insostenibili e senza una società che protegge chi produce sogni e desideri, si è costretti a lasciare.

siedo al sole gustando il cornetto alla crema, un moneto di deliziosa pace mi sorride sul volto.  piove, e c'è il sole.

mi volto, e dietro di me c'è la ragazza del bar che sta girando una sigaretta. 

le chiedo: " e ora cosa farai ?"

" sto finendo gli studi di primaria, una volta finito qui, prendo la disoccupazione e mi dedico alla tesi.  ho fatto tirocinio in una quinta, sto portando avanti un progetto di ricerca sull'educazione associata all'empatia, uno studio psicosociale che porti i ragazzi a studiarsi, a lavorare su di se, a non imprigionarsi in identità confezionate, a liberarsi dall'ideologia di gruppo, a non farsi affossare dal bisogno di dare senza tutelare se stessi, avendo il coraggio e la forza di dire no a ciò che può  scardinare i propri confini."

sorride, e rientra a lavorare.

il sole splende, ma continua a piovere.

passa una coppia che parla di cosa fare a cena, lei si toglie il giacchetto e lo usa come ombrello per entrambi, lui la stringe a sè.

ci sono anime che scelgono di incontrarsi, alcune anche solo per poche ore, pochi sguardi o poche parole. altre per mesi o anni, per chiudere qualcosa rimasto in sospeso in altre vite, per dirsi ti amo o scusa, per darsi un abbraccio o solo per riparare un torto, una ferita, una mancata vita insieme.    

altre anime stanno insieme tutta la vita senza sfiorarsi in profondità, restano appese per aver preferito la necessità di avere qualcuno al rischio di amare fino a morire.

amare puo portarti a rischiare di perdere tutto, ma mai te stesso.

altre anime si scelgono e si prendono con facilità, si restano a fianco, felici, perche non vedevano l'ora di ritrovarsi.

alcune coppie sono padri e figlie di altre vite, altre sono vittime e carnefici, ci sono coppie che si separano perche avevano bisogno di quel tempo,  ma continuano ad amarsi, a distanza, di anni e luoghi, per l'anima non esiste la separazione, nè il tempo nè il luogo. nei sogni continuano a vivere esperienze insieme, si incontrano nei mondi sottili, dove si respira solo luce. non esiste paura, non esiste perdita. ci si nutre di sconfinato amore. si tengono la mano, e camminano insieme in queste distese di gioia, mentre il loro corpo fisico dorme e cerca con mente di afferrare qualcosa che non ha un peso nè una consistenza. ciò che è piu sottile è cio che non riusciamo a percepire con i sensi, è ciò che permane.

è scomparsa una persona, un maestro, molto caro a mia zia, che lo me aveva presentato e che mi ha avvicinato al buddismo. Corrado Pensa.

" non dimenticherò mai quel suo lungo audio che mi fece compagnia lungo sperduti sentieri in sri lanka, mentre ero solo tra i villaggi, in mondi ancora intatti. "

" si, e te ne mandai anche uno quando eri nel cammino di santiago, e ti eri fatto male. è stato il padre che non ho avutoe che avrei sempre voluto avere."

lunghi pianti, tante emozioni nella commemorazione tenuta da chi lo ha conosciuto e anche dai monaci thailandesi.


Mi sveglio stanco da un sabato intenso, due lezioni di yoga e una partita  a padel mi hanno steso a letto cotto e beato.

la donna con cui gioco è una meridionale verace e simpatica, con un braccio cosi potente da mettere fuori gioco anche i maschi. ride, mi batte il 5 con la mano, si agita e si stanca, poi mi guarda e ride.. " valerio, fai punti con questa calma, voglio giocare sempre con te, io so sempre in agitazione, tu sei rilassato!!"

l'altra coppia sono una giovanissima e atletica ragazza molto educata e dolce, che viene dal tennis, " ho sempre fatto tennis, poi 2 anni di padel, lo scorso anno ho lasciato per la pesistica, ma era noioso!"

il compagno un ragazzo molto forte che schiaccia bene e sa giocare a rete, e infatti ci battono 2 set a 1.

prendo lo scooter e vado all'appuntamento con roberta e gli altri.

conosco chiara e michela, entro in macchina con giuliano manuela  e sergio.

arriviamo a castel san pietro romano, l'aria è fresca e il vento forte.

ci incamminiamo per una ripida salita che ci porta a dolci colline che affacciano sui castelli, sotto il monte ginestro. qui si intrecciano molti sentieri, alberi ricoperti di muschio, foglie di felce, chiazze gialle  e verdi che cadono a terra portando con se le stagioni che muoiono e rinascono, sulla terra lasciano tutta la loro forza. ed è proprio alla forza che manuela, sceglie di dedicare questo cammino.. " la forza di un seme che dalla terra fa crescere una rigogliosa natura, alberi, foglie.. come la forza interiore che ci cresce dentro, la forza di volontà che ci ha fatto alzare oggi, la forza fisica che serve a gestire la fatica. ma la forza che dobbiamo raggiungere piu di ogni altra cosa è quella spirituale, facciamo di questo cammino un prezioso dono per camminare insieme ma anche in solitudine, di condividere nuove conoscenze ma anche il silenzio, ascoltiamo la natura e noi stessi."


simonetta mi chiede dei cammini, del suo piacere per le passeggiate e le bici, ci ritroviamo a parlare di tante cose in comune, dallo yoga al bagno nelle foreste, dagli sciamani al viaggio in india, fa rituali del cacao, mindfulness, yoga ed è capo sala in ospedale per 3 reparti.

si unisce ai nostri discorsi chiara, giovane e sorridente, tatuata con anello al naso, riccia e allegra: " scusate se mi intrometto, ascoltavo curiosa. Anche io, ho trovato sincronicità negli eventi che si sono man mano succeduti, ma quando mi sono abbandonato le cose come in puzzle si sono messe a  posto, ogni cosa che mi è successa era perfetta cosi com'era."

poi mi chiede del kundalini yoga, del significato del serpente che lei ha tatuato sul corpo ma non ne conosceva la connessione con lo yoga.

ci fermiamo in un angolo magico tra rami e uccelli, roberta ci invita a chiudere gli occhi ascoltando una sola orchestra , la natura.

mi immergo in questo concerto di cinguetti e cascate, vento e foglie, alberi e sassolini.

" come vedete, qui non c'è nessun rumore che si sovrappone, c'è armonia nei suoni che non si accavallano ma si susseguono coi temi giusti, non c'è un suono che schiaccia l'altro, non esiste violenza, solo musica."

ponticelli, case inchiodate tra gli alberi, rami che ci bucano i jeans proprio li, come dice roberta, "dove la natura è piu ferita", come a tutelare un territorio sacro, dove dovremmo camminare con rispetto profondo, educato e sentito fin dentro le ossa. 

i colori ci portano all'incanto, il vento al cammino, il sole al calore interiore, il cielo alla vasta spaziosità della mente, le foglie e gli alberi al candore, alla caducità delle cose, ogni passo cade nel silenzio, ci immergiamo con le scarpe e la mente nel fango, passiamo tra le ombre per scorgere la luce che filtra tra fessure nei cespugli, la luce che brilla nelle piccole cose, nei minuscoli sassi, le pietre tra i rami, le foglie giallastre, petali blu sparsi tra un corso d'acqua e bastoni di legno, entriamo dentro casa della natura e ci sentiamo accolti da un potere magico, come una madre che apre la porta di casa e ci mostra le tante esperienze che possiamo fare in questa vita, se calpestare o apprezzare, se aggredire o addomesticare, se respingere o accogliere.

ad un bivio simonetta ci invita alla riflessione:

mettete da parte quello che eravate fino a poco fa, quello che dovete fare domani, cosa mangiate o come vi stanno strette le scarpe. Svuotate la mente, lasciate parlare la natura, le sue parole sono potenti, sono fuoco, godetevi il silenzio, il panorama, state con voi stessi, liberatevi da ogni concetto, ma sentite la bellezza di condividere questo passaggio con anime affini, un percorso fatto insieme è un dono prezioso, in questa vita si cammina insieme.

mi complimento per il suo discorso, lei risponde che "l'india ti apre la mente e il cuore."

come non essere d'accordo.

invito chiara e michela a farsi un viaggio insieme, che sono nell'età giusta per esplorare ed esplorarsi, il cammino di santiago sarebbe una grande occasione per fare epserienza.

" si, hai ragione, ma siamo incastrate dentro un lavoro che ci permette di fare tutto li dentro, mangiare correre e andare in palestra, questo sta diventando una trappola."

arriviamo alla fine di un percorso affascinante e divertente, tra spine e fango, salite e discese, sole e ombra, colline e montarozzi, risate con claudia manuela francesca antonio roberta, chiacchiere e senso di condivisione, scambio, gioia di vivere insieme la natura, la libertà, la sensazione di appartenere ad un'unica comunità che 'sente' allo stesso modo la vita.  

la natura ti regala pace e divertimento, sensazione di casa, calore e ricchezza interiore. quando esci da un'escursione cosi, ti senti piu bello, piu ricco, pieno di energia e gratitudine.

di questo parliamo io e simonetta mentre camminiamo per le vie dell'incantevole e grazioso borgo di Castel San Pietro Romano, tra palestrina e Caprarola.

andiamo al bar del paese, caffè e relax.

salgo a camminare per godermi la pace del paesino, il silenzio di queste vie rocciose, le insegne che ricordano film di De Sica e Totò, il panorama che regala vedute del circeo, i castelli, il monte Ginestro.

Ci fermiamo per mangiare, seduti ai giardini della Rocca dei Colonna.

simonetta ha polpettine di ceci e zucca, con melanzane. chiede del mio pranzo e scopre che anche io sono vegetariano. mi esprime il suo pensiero.

" mi accorgo da un po di tempo che anche senza dire di cosa faccio o sono, mi ritrovo ad essere seduta al fianco di chi pensa e mangia come me, mi ritrovo ad essere al fianco di chi ho percepito come "affine" anche senza sapere nulla di lui."

 Finito il pranzo, Marco ci porta nella storia di palestrina, della antiche popolazioni pelasgiche, della vecchia acropoli, del commercio e l'aristocratica nobiltà di Praeneste. 

scendiamo giu al paese, io marco e simonetta entriamo in un locale molto bello, incastro perfetto tra antico e moderno, prendiamo un caffè e scherziamo con la barista.. " mi chiamo roberta, cosi ha scelto mia madre."

la incalzo.. " e non ti piace?" - Si, certo. lo ha scelto dal calendario." e ride, con due grandi occhi celesti. 

" sai che significa?"

" viene dal greco, credo significhi 'Forte, una forza interiore."

"lo sei?"

" si, lo sono." ride, con dolcezza ed una umile sicurezza.

scendiamo a vedere il tempio della Dea Fortuna, davanti ad un panorama mozzafiato chiudiamo la giornata con marco che ci fa viaggiare con la mente in questo tempio a 7 piani dove ogni pellegrino doveva fare un percorso fisico ma soprattutto interiore prima di arrivare davanti al cospetto della Dea Fortuna, che non veniva vista dai romani come un Dio che punisce o premia, ma che chiedeva agli uomini di essere forti e coraggiosi da affrontare tutte le proprie battaglie interiori al fine di arrivare liberi davanti alla Dea, che li avrebbe ricambiati con doni di prosperità e felicità, ricchezza e armonia.

Roberta lascia un ultimo messaggio di questa giornata luminosa e calorosa.

"  la storia della Dea Fortuna ci insegna che la fortuna non è di chi è simpatico o antipatico agli Dei, ma di chi crede nelle proprie potenzialità, che cammina nel fango e non si ferma, come facevano i nostri avi Romani, che prosegue anche nelle difficoltà, che accoglie il vento quando accarezza e quando schiaffeggia,  che sa nel profondo di sè che le difficoltà ci sono e ci saranno ma ha il coraggio di affrontarle, senza mai fermarsi, con fiducia e forza interiore. La Dea accoglie l'uomo che sa resistere e si rialza, che accoglie le sfide della vita e non si accontenta del comfort, che vive l'avventura come una costante battaglia interiore da vivere ogni giorno."

Entriamo al museo per vedere il Mosaico del Nilo.

Seduto davanti alla scultura della Dea, Roberta mi parla di Iside e della femminilità sacra, la Madre Fortuna come Divinità prima di tutti i Dei.

torniamo, dopo questo lungo cammino fisico e spirituale, dentro la natura e noi stessi, grati alle infinite bellezze che ci offre la vita, la natura, l'altro.

l'amore spiega il senso di questa esistenza attraverso un linguaggio comprensibile da chi apre le porte del cuore.  





































































































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