Una casa per tutti.

Oggi la barista prima di servirmi fa.." caffè per il ragazzo".. e mi sono accorto di restare sorpreso non più quando mi chiamano signore ma quando mi chiamano ragazzo.

Eppure, ho 42 anni. Barba e capelli bianchi e tanta voglia di crescere ancora, insieme alla barba e al pelo bianco che colorano il mio viso. A 42 anni vivere coi propri genitori non é cosa naturale né tantomeno semplice. C'è stata sicuramente la mia pigrizia e voglia di comodità a vincerla su una vita indipendente e autonoma, sommata alla cultura familiare di tenere i figli il più possibile.. "a meno che non arrivi una santa a portarseli via..". Io e mio fratello viviamo ancora in casa e, nonostante negli anni le incomprensioni i silenzi e le difficoltà ci sono state e si sono accumulate, allo stesso tempo si è raggiunto oggi quell'equilibrio che ci fa vivere sereni nonostante le profonde differenze. Dopo aver provato un anno in belgio e un estate in spagna non ho avuto mai il coraggio di provare a vivere in italia lontano da casa. L'aspetto favorevole é stato sicuramente quello di aver potuto viaggiare per il mondo da ormai 10 anni senza dover tornare e cercarmi casa ogni volta né pagarmi l' affitto. Sento ora di voler fare un passo che sia in sintonia col mio cammino personale e spirituale.

La realtà più naturale per vivere connesso col proprio più profondo mondo interiore in sintonia con gli altri e il mondo che ci ospita è senza dubbio quella degli ecovillaggi. Essere meno responsabili del violento impatto che le risorse del pianeta subiscono ogni giorno è il miglior contributo che possiamo dare piu di mille manifestazioni. I padroni non vogliono sentire le proteste, vogliono solo fare affari, a qualunque costo. Pagare gas luce condominio rifiuti e lavori di cemento per stare chiusi in palazzoni che coprono gli alberi con altri centinaia di condomini che neanche salutiamo.. che senso ha? Pagare costruttori, pagare affaristi, potenti che hanno trasformato città giardino in agglomerati di rifiuti e cemento. A discapito della nostra salute, del nostro stipendio sofferto, del pianeta già lacrimante. Che senso ha? Dovremmo forse lavorare tutti insieme, ognuno con le proprie capacità e la propria voglia di cambiare, per cercare di costruire qualcosa di nuovo, una comunità solidale che abbia principi etici e intenti spirituali, che abbia meno cose ma un grande cuore, una fratellanza senza preoccupazioni materiali ma sana voglia di condividere un terreno che dia i suoi frutti attraverso il lavoro di tutti, per il bene di tutti, in armonia con la natura che ogni giorno splende e attende di essere curata da mani gentili. Un isola da condividere con animali e persone di ogni dove, vivendo di arte e artgianato, musica e colori, cibo buono e danza, architettura sostenibile, valori semplici, impegno tanto, il proprio corpo al servizio dell' altro e del mondo, per curare le ferite di ognuno lavorando per il bene comune. Un sogno difficile da realizzare ma che oggi sta sempre più avvicinando viaggiatori di tutto il mondo, curiosi stanchi di macchine e violenza e ansiosi di pace e sviluppo armonioso, un progresso che non sia solo tecnologia e robot ma anche condivisione di spazi donati da madre natura a tutti i suoi figli.

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