La felicità non va mai a dormire.

Dedico il mio ultimo giorno camminando per ore tra viterbo e montefiascone.

Viterbo sale verso l'alto e ti porta a spasso in un centro medioevale dove è dolce rilassarsi e perdersi tra le vie e le piazze. La piazza del  palazzo dei papi offre una vista spettacolare e per arrivarci scelgo di attraversare le viuzze e le scalette sotto i balconcini del quartiere san pellegrino, incantevole gioiello antico dove ogni costruzione è restata intatta, in perfetto stile medioevale.  finestre e porte, archetti e strade, tutto ancora protetto dal rumore della società industriale odierna, si vive camminando i luoghi del tempo, le mura e le pietre meritano il silenzio  e tutto si calma quando passi nella storia, un ponticello che spinge l'uomo nel passato a visitare le tradizioni di  artsiti medioevali e architetti geniali, i sapori della vita trascorsa secoli fa.

Lascio Viterbo e fuori la porta di Firenze intravedo zaini carichi di stanchezza e sorrisi leggeri, i pellegrini della via francigena raggiungono la città in direzione di Roma, un sentiero di 100 kilometri che ho percorso anni fa e fa rivivere la campagna romana tra parchi e rovine, un tesoro che viene di nuovo valorizzato tracciando la strada che portava uomini da ogni parte del mondo per giungere nella città santa oggi sede del Vaticano.

Arrivo a Montefiascone, salvo verso l'alto, fino alla rocca. La chiesa di Santa Margherita svetta tra le nuvole e le mura etrusche, il cielo colora tutto il resto, la cupola è gigante e il paesaggio che accarezza il lago di Bolsena costringe le gambe a sedersi per gustarsi momenti di eterna beatitudine.

Non posso rinunciare ad un bicchiere di Est Est Est, che secondo la tradizione vuol  dire quanto fosse buono il vino di questa terra; scritta lasciata fuori una locanda da un pellegrino, che dove indicare con la parola Est, che significa " qui c'è.", la presenza di buon vino.

Mangio, mi rilasso e mi incammino.

Le mura etrusche intorno accompagnano sempre il mio passo, la natura circonda i borghi e questa cartolina poetica è ciò che mi lascia negli occhi il dolce ricordo della Tuscia, vissuta con lentezza e gratitudine.

Torno a Tarquinia, i bambini si rincorrono, il sole cala sul paese e le mamme siedono sulle panchine.

Elisa e una sua amica mi invitano a restare per cena.

Arriva anche mariagrazia, mamma di Elisa,regina della cucina.

Le ragazze preparano frittate di ceci, accompagnate da cipolla rossa di Tropea, fagioli insaporiti da pomodoro, insalata, mayonese vegana e humus.

Delizia che si sposa con un buon rosso portato da mariagrazia, mamma sempre attenta e genuina, una gentilezza che conforta ed emoziona.

L' amica di Elisa, maria laura, è una cantante, ha vissuto a Dublino, originaria di Roma e ora insegna in una scuola a Viterbo. Mi racconta delle enormi difficoltà in italia per emergere senza fratelli di amici, amici di fratelli, etichette inportanti o le solite chicche di conoscenti.

Ha suonato a berlino, a roma, a dublino e ora sta portando avanti nuovi progetti.

La tavolata é rilassata, la serata scorre in armonia tra discorsi di musica e vita quotidiana. Ad un certo punto Maria Laura cita il papà, studioso ricercatore e affascinato dall'esoterismo. Ha scritto un libro sulla vita di Gesù , proprio quello che da anni stavo cercando. Ha fatto un viaggio in Tibet per raccogliere testimonianze sulla vita di Gesù in india, della sua fede buddista, la sua morte nel Kashmir e la stretta amicizia con Giuda iscatiota che anziché tradirlo gli sarà fedele fino alla fine. Resto intrappolato dai suoi racconti, l'amore per il papà l'ha portata ad aprire un blog, viaggiare con lui fino in tibet, e scrivere musica col cuore aperto alla vita, cantando e liberando amore, dedicando a lui un canto verso la luna, a lui le sue più profonde emozioni. Mi regala il libro, canta Dolores dei cranberries, De andre, De Gregori, Dylan con elegante dolcezza, insime al vento della serata scorre tra le stelle la sua consolante voce, si libera nell'aria, quell' aria libera che aveva visto e respirato intorno alla vita del padre: un uomo che cercava dipingendo, che studiava senza dormire il mistero delle cose più essenziali, un uomo in cammino, un uomo libero.

Mi commuovo ascoltando Dolores attraverso la sua voce, lei gira il volto verso la luna aspettando un segnale più importante della canzone, e quel segnale mi arriva al cuore diretto, quasi fosse una spada, quasi fosse stato sempre tutto così semplice. Guardo il viale di fronte e sembra di vederlo per la prima volta. Incantevole è la vita quando lasciamo a casa la ragione e ci liberiamo di ogni pensiero.

Arriva anche il papà di Elisa, un sorridente volto buono e dall' aria simpatica. ci divertiamo a chiedere canzoni quasi fosse un juke boxe, Bob Dylan ci manda a letto ricordandoci che i tempi possono cambiare in un attimo se scegliamo di vivere davvero, di credere nei sogni. Salgo le scale verso la camera, torna al cuore il ritornello.. "Santa voglia di Vivere ..." di De Gregori con la voce di Maria Laura, che nella sua canzone sulla vita a Dublino racconta di "Terroristi e pellegrini in viaggio senza confini.." .

Metto il sorriso sul cuscino, la testa verso le stelle e ascolto il mio cuore:

La felicità non va mai a dormire.




Commenti

  1. Grazie di cuore Valerio, per la tua sensibilità e per la tua poesia. Vieni a trovarci quando vuoi.

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    1. Emozionante conoscerti. Grazie per la splendida serata.

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  2. Bellissimo e per me commovente, Grazie. Fernanda Ronzoni

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    1. Commovente per me la vostra storia. Un esempio di amore e ricerca. Grazie delle belle parole.

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