Cordoba
Siviglia mi ha entusiasmato e riempito di allegria .. ma è comunque una città, con le sue abitudini e la sua corsa, i suoi affanni e il suo caos.
Il viaggio in treno mi riporta al mio vagare fuori dal finestrino, lasciandomi trasportare da un paesaggio all'altro, fino a giungere a Cordoba.
Da qui prendo un bus, mi perdo nei volti delle persone e dei piccoli gesti, noto un anziano mettersi la mascherina e poi pulirsi gli occhiali, poi un bambino aggrapparsi ai genitori, e in questi ripetuti gesti delle mani vedo una linea sottile che unisce l'anziano solo, il bambino e gli adulti, mani che si intrecciano e altre che non si conoscono, eppure trovo in ognuno di quei gesti infinita tenerezza.
Le mani del piccolo un giorno saranno grandi e stringeranno altre più piccole per tenerle al sicuro.
Questa infinita ruota del tempo coinvolge tutti, e se ci riflettiamo bene, ogni vita merita di essere trattata come fosse la nostra. la gentilezza ci insegna proprio questo, che siamo le legati gli uni agli altri, e la separazione è solo un tranello della mente per tenerci in trappola.
Siamo venuti liberi in questa terra e liberi torneremo a casa, con il cuore aperto e lacrimante di amore.
Cordoba è un piccolo villaggio grazioso, circondato dal fiume andaluso, è una gioia camminare per le strade silenziose sotto il cielo limpido e le case colorate, i fiori alle finestre, le piante sui portoni, avevo bisogno di questa pace.
Giro tra i vicoli, vado al tempio romano, arrivo al fiume, poi faccio il ponte, vedo la Moschea da ogni angolo, mi fermo in piazza per un caffè.
Continuo la passeggiata fino al quartiere San Basilio, dove sono famosi i cortili nei patio e le strade caratteristiche piene di fiori.
Pranzo al volo tra i vicoli, prendo un gelato e mi fermo ai giardini, per godermi una sacrosanta sosta, tra aranci, palme, cipressi e fontane nel cuore di un cortile esterno alla Mezquita, di una bellezza sconvolgente.
Mentre scrivo i turisti sono seduti al sole con il libro tra le mani, poggiate sulle colonne che circondano l'ingresso.
Tra alberi, la torre, le mura, le palme, i ciottoli in pietra su cui poggio i piedi, e il cinguettio degli uccelli.. mi perdo sotto il sole dentro questa infinita grazia.
Gusto il pistacchio, la menta le gocce di cioccolato, osservo il cielo e realizzo di non aver vissuto un senso di pace cosi dal mio ultimo viaggio, 2019, in Nepal.
La sensazione di uscire dal tempo. Di essere parte di tutto, nel mondo ma fuori dal mondo.
Un improvviso sguardo incantato sulla vita colora ogni briciola che il piccione agguanta con destrezza. Sembra di essere nel posto perfetto.
Mi faccio un caffè ed entrò nella moschea Mezquita per vivere una delle più belle visite dea mia vita. Ci ero stato col mio amico Stefano, ma era il 2008, e forse non mi ero davvero reso conto di dove avessi poggiato i miei piedi.
Le foto raccontano meglio di ogni parola la descrizione di un patrimonio mondiale di bellezza e spiritualità, di ingegno, arte, capolavoro assoluto.
Influenze bizantine, Egiziane, romane.. questa moschea oggi cattedrale, offre al visitatore un viaggio tra archi, colonne, mosaici, basiliche, volte, cori.. il tutto con la impressionante varietà di colori e intrecci, simmetria e giochi di luce.. ci si perde e mentre si cammina non si vorrebbe più andare via.
Esco estasiato, la luce fuori è un disegno perfetto per addolcire il rientro.
Entro nei vicoli bianchi, passo a vedere il cielo dal ponte romano, mi fermo in piazza per un aperitivo.
Rispetto a Siviglia, che era sempre un via vai di gente e casino, qui è l'esatto opposto.
Una vita tranquilla, tra poche persone, e tanti colori.
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