Siviglia
Dovevo restare uno o due giorni ma l'allegria e la vitalità di questo posto mi ha tenuto sulla sedia con il sorriso in viso e un bicchiere tinto sulla mano ad osservare Incantato lo spettacolo della vita quotidiana.
Il loro ritmo lento e rilassato è diventato il mio. La siesta al parco, la sveglia tardi, le ore passate seduti al caffè, sotto il sole, tra le chiese che brillano di gotico, arabo, spagnolo e romano.
Vivere senza tempo è il senso di ogni viaggio, vuol dire che hai staccato davvero la spina e sei piombato in un altro mondo, non solo con il fisico, ma cosa più importante, con la testa.
Ma è anche il senso della vita: se perdi di vista passato e futuro ti resta il momento presente, e non puoi fare altro che viverlo al cento per cento.
Il viaggio è uscire dalla nostra frenetica ossessione di dover sempre fare, di dover andare, di dover pensare.
Lasciarsi andare leggeri al flusso delle cose che ci attraversano , sentire l'aria, assaporare il vento, lasciarsi travolgere dalla vita senza opporre resistenza.
Siviglia ti prende per mano e, chiunque tu sia, o da dove venga, ti porta a danzare, ad ogni ora del giorno, dentro un parco, nel cuore di una piazza, nei locali o tra i vicoli, non puoi schivare la morsa della sua allegria, della sua musica, della sua contagiosa gioia di vivere.
Dalle 11 del mattino fino a tarda notte, in ogni angolo, trovi signori al caffè, giovani alle vineria, coppie, amiche, famiglie.. nei bar, nelle osterie, nei pub, nelle piazze, sulle scale, al fiume, fuori le chiese, senza distinzione di età paese sesso orientamento, tutti insieme tra le urla e la musica, il ballo e il ridere di gusto.
Questa atmosfera felice, questa vita che sembra la nostra Italia degli anni 60, ti fa venire voglia di restarci sempre dentro questa energia.
Anna, la ragazza del ristorante dove ormai sono di casa, si avvicina e mi chiede il nome, da dove vengo. Mi racconta i suoi sogni, i viaggi in Italia, un sorriso dolce mi saluta così: se vieni anche domani io sono felice.
Conosco un siciliano che vive qui, un brasiliano che fa l'avvocato e sta studiando diritto, vedo ragazzi italiani qui per studio, chi per vacanza, qui il turismo è dappertutto, allegro come i ballerini del flamenco.
Il brasiliano mi racconta che al suo paese se sei in un bus e parli un dialetto la gente è curiosa e ha voglia di conoscerti, basta poco e ti si invita in casa, offrendoti torta e caffè, e si vive tutti insieme, ogni giornata è un incontro, è sempre interessante. Ha una piantagione di caffè, lavora la terra ed ha una fattoria con molti animali, sente profonda nostalgia, la saudade.
Pranzo nei vicoli, tra le luci dei bar e il sempre chiassoso rumore dei bicchieri e delle risa, i passanti mi salutano e mi augurano Bon Provecho!!
Isabel, la signora che mi ospita, e' una signora affascinante, si dispiace che abbiamo avuto poco tempo per conoscerci meglio, ama staccare ogni 10giorni, se ne va nella natura. Organizza convegni per hostess, ama il mare, non potrebbe vivere ogni giorno 8 ore in ufficio, si dedica alla figlia, che si è avvicinata allo stesso yoga che pratico io. Parliamo di viaggi, di opportunità, di vite nelle città soffocate dal sistema che ingabbia le mente e abbassa le Vibrazioni, facendoci correre tra palazzi giganti, dentro macchine in fila per andare in ufficio, sempre lontani dalla natura, ed è questo ad ammalarci, a non farci respirare, a condizionare il nostro sistema nervoso e il nostro umore.
Mi restano negli occhi e nelle emozioni il sorriso di una signora anziana che si batte la mano sul petto dover avermi venduto la collana con il cuore fatto dalla lei, in un quartiere storico, affacciato sul fiume, dove si lavora da sempre la ceramica.
Il battito dei tacchi durante lo show di flamenco, la vibrazione alta che scuote il cuore, il tenebroso calore che sprigiona un ballo così sensuale, emotivo, liberatorio.
La simpatia dei signori nei vicoli o nei bar, che pur non capendo inglese si offrono con gentilezza, sempre disponibili.
Il marmo bianco dei palazzi e delle chiese, i giardini del palazzo Reale, le decorazioni, i dipinti, le finestre e le storie leggendarie, i balconi intatti, il patio, le sculture, il dialetto stretto, la sangria e la paella, il vino tinto, la musica in ogni strada, a tutte le ore.
L'allegria, il quartiere Triana, Plaza d'Espana,
Il Barrio Santa Cruz, la cattedrale e la giralda, Las Setas, la torre d' oro, il fiume, Anna che mi sorride, il tassinaro, il Siciliano, i passanti divertenti, il ritmo rilassato, le risate contagiose, l'anima popolare che resiste allo sviluppo, la bellezza di ogni strada, ogni portone, ogni casa.
La chiaccherate con Isabel, il vino tinto, l'empanadas, la tapas, la luce del cielo che brilla sopra le cupole, la musica sevillana, l'atmosfera nei bar.
La musica, e qui ne ho avuto la conferma, è la via diretta per sentire sulla propria pelle il nostro contatto con l'anima. È un elastico che ci tira verso l'alto.
Mi sono incantato per 3 giorni nutrendomi di emozioni diverse, di allegria e tanta musica.
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