Padre.

 "    ci tenevo a dirti grazie. non sai quanto mi stai facendo bene. hai un dono. mi fai bene." Francesca

prendo questa camera e me la cullo come un bambino, me la metto sulle spalle, ci metto dentro l'aria e la vita e tutti i ricordi. che abbraccio quello di un uomo che si prende tutte le foto, i quaderni le scene e le persone e se le mette in tasca, ci mette dentro la vita, i respiri che l'hanno riempita, i dolori, gli amori, i vuoti  e i momenti pieni, i baci le corse le cose perse i treni presi e gli aerei.. quanti aerei quanti posti quanti occhi. e i concerti e le urla. le urla. disperate urla, i pianti, le risate piegati a terra... ballando sulla terra, sulla sabbia, dentro uno stadio.

prendo questa stanza, la porto davanti agli occhi e la ringrazio, di questo amore, di questo infinito spazio.

coccolo tutte le paure di una vita, i segreti, li lascio sciogliere in aria insieme al vento.. un falò di pezzetti di carta pieni del mio mondo.. che cade e mi saluta. un pezzo di me che se ne va e lascia spazio a nuovi me che ogni secondo si formano come cellule, come figli di un mondo nuovo.

prendo in braccio questo spazio e ci ballo insieme, un danza tra me e me stesso, una promessa d'amore, un perdono che si prende tutto il dolore del mondo e lo mette nel mio petto, dentro il cuore.

un luogo protetto, dove niente e nessuno può piu farsi male.



canto e ballo , medito e scrivo, mi piego sul tappetino, esco sul balcone, un caffè  sotto il sole.

 rido, di gusto, a cuore aperto.  dolcemente cammino tra le vie, saluto i commercianti, baristi estetiste barbiere edicolante, sento nei sorrisi gentili del quartiere un abbraccio che mi accoglie nelle loro vite, come un benvenuto nel loro mondo.   cecilia e massimo, ilaria, il bangla, il bar del parco, la pizzeria di alice, la signora a giustiniano imperataore, la signora cubana, la pasticcera, la bottega solidale, la cassiera del market, l'insegnante yoga. 






















un mondo di umanità.


mi vedo con papà.

da piazza di spagna guardiamo roma, le fontane e i turisti riempiono di luce il nostro sguardo. 


scalinate e chiacchierate, i racconti di mio padre scendono nelle mie emozioni come il vento che esce dai vicoli dietro via frattina.  papà cerca un negozio di scarpe per fare un regalo a mamma, che chiamo per dirle quanto la pensa suo marito, lei ride.




entriamo al famoso ed elegante caffè greco, papà si illumina tra i quadri di Roma Antica.. " un epoca lontana, si andava in carrozza, le strade erano libere, i valori erano altri, la gente era diversa. "

prendo un sacchetto di castagne, mando una foto all'amica israeliana che le adora, le condivido con pio padre che ride ed alza gli occhi sui balconi e le chiese, mi racconta delle sue camminate con il suo grande amico Valter.

passiamo intorno al pantheon, poi ci sediamo a piazza navona, poi un altro caffè al bar dei 3 scalini, dove veniva sempre a prendere il gelato con mamma.

ci abbracciamo, lo stringo forte, grato a questi momenti insieme, alle sue parole, al suo mondo, al suo essere onesto fino in fondo, vero, testardo ma genuino, con un cuore enorme, gli occhi puliti, pieni di amore.

una foto ci regala una luce che inquadra l'emozione del nostro legame infinito.

le sue battute, le sue barzellette, il suo amore per roma, il suo commuoversi per due passi col figlio, per una finestra, il suo godersi l'aria aperta il caffè la luce del cielo.

ci chiama zio dalla francia, poi enzo dalla germania, la famiglia è un mondo complesso, complicato e difficile, nuotiamo tutti dentro ferite che navigano di generazione in generazione, ma quando stendiamo i panni e scrolliamo via la polvere ... tutto quello che non ci serve vola via e ci resta solo un abbraccio che vince il tempo. 

papà corre verso il bus con la scritta Colli Albani, mentre corre si gira e ripete.. Grazie valè.. grazie.

in realtà, volevo regalargli una visita a villa dei medici, ma non ha voluto.

a lui basta tenermi sotto braccio e raccontarsi. stare insieme, vicini. 











































cammino per il centro ascoltando jazz, la luce del mondo mi appare un sogno, tutti mi sorridono e non so perche, avrò uno sguardo da ebete felice, ma la cosa mi diverte.

ai fori imperiali ritrovo un vecchio compagno di stanza al servizio militare, angelo. Sempre goliardico e divertente, ci scambiamo risate e ricordi, parlando di come gli altri sono cambiati, chi calciatore, chi attore.

" comunque co sti occhi, se te metti qui ai fori imperiali guarda te piano pe un attore!!"

separato, vicino  a lui due bambine meravigliose.  

Il colosseo è un Maestro che incute rispetto e incanto.

la gioia della gente mi riempie il cuore di gratitudine alla vita.

la bellezza di tutte queste piazze e questa luce entra nella mia pelle e siede in fondo ai miei occhi.

ciò che hai dentro scalpita tutta la vita per venire fuori. 

è la tua natura.

non la puoi combattere.

non puoi reprimere cio che è destinato ad emergere.




Commenti

Post popolari in questo blog

Il sole della mia vita.

Impara ad amarti.

E allora vai.