Perché lavorare?

Parlando con un mio amico del motivo che ci porta ogni giorno a timbrare la nostra presenza in azienda, mi faceva riflettere su una necessità creata a monte e la si può ritrovare nelle parole di  Davison Rockeller junior: "Non voglio una nazione di pensatori. Voglio una nazione di lavoratori" , una frase semplice, che potrebbe anche piacere, ma che in realtà sintetizza il pensiero dominante della nostra società. Un pensiero libero che mette in discussione una macchina da guerra pronta a tutto pur di sedere sul tetto del mondo è una minaccia per il potere molto più seria di innocenti rivolte con molotov e cappucci in testa. Sono società programmate che scelgono e determinano le nostre scelte di vita, ogni giorno,ogni minuto, e noi nenache ce ne accorgiamo, ci riteniamo anche uomini liberi in una società libera dove ognuno può esprimere liberamente la propria idea del mondo. In realtà, poi, giornali, tv, social, programmi reality, giochi virtuali, spread, tasse, mutui, finanziamenti, sono tutte forme per illudere di un benessere che in realtà genera solo paura e sconforto, solitudine e incapacità di sviluppare un proprio talento, di prendere una propria posizione che sia di utile sviluppo alla società. Veniamo incolonnati nel traffico, in fila al supermercato ad acquistare prodotti che non abbiamo scelto, a pagare prodotti che non abbiamo chiesto, abbonamenti che non avremmo mai pensato, prodotti che in realtà non ci servivano. Entriamo in uffficio a regalare il nostro prezioso tempo fermi su una scrivania senza utilizzare la nostra migliore energia mentale e fisica a beneficio degli altri e al servizio della società. 6 giorni su 7 chiusi dentro negozi, fabbriche, uffici, senza renderci conto di quanto tempo abbiamo buttato della nostra vita facendo ciò che non ci piace fare per aspettare a fine mese un premio che ci permetta di prenderci un gelato una pizza, pagare casa e fare la spesa, una settimana di vacanza ad agosto, una giornata di libertà la domenica. Una sola giornata di libertà su 7, 15 giorni su 365 dedicati alla nostra vita, come se il resto non fosse  vita, come se stessimo qui per quello. Lavoriamo per avere soldi che in realtà non dovrebbero essere l obbiettivo della nostra vita ma solo un mezzo per avere il necessario e per questo semplice necessario, che è dormire e mangiare non possiamo sacrificare serenità umore bellezza incanto gioco meraviglia leggerezza sorriso relax tempo libero e 6 giorni della nostra vita. Ciò che all'uomo è necessario dovrebbe essere donato gratuitamente da chi dall'alto decide che dobbiamo patire una vita intera per uno stipendio a fine mese. Se fai ciò che ti piace, se ciò che ti piace è utile agli altri, se hai tempo stimoli spazio e libertà per rendere al tuo meglio, per condividere le tue capacità e il tuo talento, ciò che fai non lo chiami lavoro, é vita. Se lavori sei giorni a settimana facendo ciò che non sopporti come potrai mai essere felice? Lavorare serve solo a chi ci controlla, a noi serve solo condividere con gli altri possibilità di gustare insieme ogni attimo di questa vita, non ce ne danno altre. Siamo qui non per guadagnare, ma per vivere il più possibile l'amore che ci circonda, nella bellezza intorno,  nelle cose che tocchiamo, negli animali e nella natura, nella condivisione e nell'incanto, nell'arte e nell'aiutare l'altro.. Come possiamo vivere tutte queste cose se stiamo tutto il giorno chiusi in ufficio davanti ad un pc senza usare corpo e mente per migliorare le nostre vite? Capisco un papà che vorrebbe fare altro ma non può lasciare il lavoro per pagare scuola del figlio condominio e mutuo, capisco una mamma che deve fare la spesa le bollette la benzina il bollo l' assicurazione le rate etc.. ma un giorno ci sarà un momento in cui tutti ci fermeremo per capire dove stiamo andando, cosa stiamo facendo, se veramente lo abbiamo scelto noi,  cosa stiamo pagando, chi stiamo servendo e perché? È possibile rimettere tutto in discussione, riflettere e iniziare a dire NO a spese inutili, telefoni supertecnologici, Televisori smart, abbonamenti paytv, championsleague, cene fuori, centri commerciali. Non è facile rompere il giocattolo da un momento all'altro ma potremmo unire le forze di chi veramente vuole vivere bene e insieme, riunirsi in comunità dove si produce il cibo che si mangia vivendo nella natura in case costruite con le nostre mani. Questo si potrebbe fare, senza piu dover votare chi ci vuole strozzare, senza dover finanziare di sacrifici paure preoccupazioni banche agenzie e strutture nascoste che ci lasciano ammuffire dietro i pc che ci isolano sempre più e ci allontanano dall'altro e dalla vita. Quello che veramente urge alla nostra vita non è arrivare a fine mese ma arrivare a capire l'essenziale, cosa ci facciamo qui, cercare la verità piu profonda della nostra esistenza, che non può essere rinchiusa in una vita di ufficio, tra macchine e cemento, in una vita scelta dagli altri, in scelte e in un ritmo imposto. Non può chiamarsi libera una vita del genere. Siamo qui non per lavorare, ma per vivere in pace, aiutando il prossimo, dentro comunità felici. Se non abbiamo bisogno di soldi, non abbiamo bisogno.di lavorare, se non abbiamo bisogno di lavorare ci resta il solo bisogno primario, essenziale, di VIVERE.  Svegliarsi, rendersi utili, stare in silenzio, camminare in un bosco, sviluppare ogni giorno nuove arti e nuova conoscenza che possano portare la nostra e la vita altrui ad una naturale e sempre più necessaria evoluzione.


Commenti

Post popolari in questo blog

Il sole della mia vita.

Impara ad amarti.

E allora vai.