La gioia del risveglio

L'amore si veste di ricordi e paure.

Attraversiamo la nostra esistenza aspettando un principe o una principessa che non esistono, riversiamo le nostre aspettative lontano dal nostro cuore, proprio li dove sono raccolti tutti i nostri sogni, dove ci sono tutti i regali da scartare.

Una storia a puntate esce dallo schermo e arriva al cuore delle famiglie che non riescono più a dialogare.

Com'è difficile comunicare senza fare male, com'è complicato seguire il cuore senza dar retta alle paure.

La felicità viene a prenderti quando la temi. Abbiamo talmente il terrore di vivere liberi fino in fondo che preferiamo restare inchiodati dentro le stesse scarpe. A volte mettiamo lo stesso piede in due scarpe diverse piuttosto che lanciarle in cielo per restare a piedi nudi.

Il desiderio di comunicare amore ci fa spesso perdere di vista il senso di ciò che è giusto.

Dovremmo sempre pensare a non ferire gli altri prima di fare un passo, prima di dire una parola, prima di pensare ai nostri più nascosti e mai indagati desideri.

L'amore si veste di un bianco che brilla, indossa diamanti che fanno luccicare gli occhi di chi osserva, illumina la via e il passo di chi incontra.



Siamo intrappolati in un mai spento bisogno di qualcosa di diverso da ciò che abbiamo in questo momento.

La gratitudine é come un quadro appeso in camera, ci parla di noi, ci ricorda cosa è più caro del tempo e della nostra vita stessa.

Viviamo lamentandosi di cosa non va anziché agire facendo ciò che è più giusto in ogni momento.

Se ami la bellezza della vita non hai tempo per lamentarti, non hai voglia di rimuginare, di tornare indietro, di calpestare la gioia.



Non invecchia il cuore, si allarga e prende sempre più dal mondo, cresce la consapevolezza mentre si indebolisce il corpo, basta fare spazio, basta lasciare andare, lasciar scorrere, se togliamo la presa dai nostri bisogni, respiriamo quello che accade senza giudicarlo, accettiamo gli eventi senza avversione, senza intervenire con la mente.

Accogliere un dolore è come curare un bambino ferito, più reagiamo con tenerezza più troveremo i frutti crescere nei nostri occhi.

La rabbia è figlia di ciò che non abbiamo, di ciò che non riusciamo a scoprire, di ciò che non riusciamo a vivere.

Se siamo stati violentati non possiamo guarire finché non abbiamo perdonato.

Non sono mai gli altri i responsabili della nostra felicità o infelicità.

Gratitudine è una responsabilità come amore è una forma di coraggio.

Possiamo sedere a fianco del nostro dolore e farci insieme una bella risata.

Se prendiamo meno sul serio ciò che ci accade potremo vivere con più leggerezza ogni sconfitta.

Anche la stessa morte improvvisa non è poi così grave, è più grave la paura, perché è figlia del nostro attaccamento all'esistenza. Il paradosso è che non accettiamo di perdere la vita ma non ce la godiamo in pieno finché siamo in tempo.

I valori di gentilezza amorevole e dolcezza incondizionata, amorevole cura e slancio sono difficili da far crescere quando mancano i semi alle radici.

Per amare l'altro bisognerebbe prima amarsi e perdonarsi.

Una volta perdonati dovremmo iniziare a comprendere l'altro, ascoltarlo con paziente calma e provare a conoscere il suo mondo. Senza giudicarlo.

Tendiamo ad arrabbiarci con chi non ci da cosa vogliamo. Ma siamo noi stessi che non ci piacciamo.

Se amiamo la nostra vita possiamo aiutare l'altro ad amarci.

Piu desideriamo tutto per noi stessi, piu ci allontaniamo dal vero amore.

Piu ci preoccupiamo di curare il dolore dell'altro piu stiamo annaffiando il nostro Cuore di amore.

L'amore non chiede, da.

Siamo tante stelle di un unico cielo.



Dovremmo imparare ad amarci l'un l'altro, senza tradirsi nella parola e nel sentimento.

Dovremmo imparare a lasciare andare l'altro, è una forma di amore pazzesca, ma bellissima. Richede coraggio, ma è la piu vera, la più alta. Bisogna amare la libertà e la vita per poter amare la libertà e la vita di chi diciamo di amare.

Un risveglio come fosse il primo di una vacanza, senza una particolare ragione, come bere un sorso di acqua dopo chilometri sotto al sole, immerso nel silenzio del mattino, infinitamente grato.

La luce delle prime finestre aperte, il fresco che sfiora la pelle, le serrande che si alzano, gli occhi che sollevano lo sguardo verso un cielo calmo e teneramente sereno, ancora estivo.

Guardo le persone andare a lavoro, e mi chiedo se in cuor loro stanno ringraziando per tutta questa bellezza.

Ci è spesso difficile ricordarsi di quanto sia prezioso anche un semplice viaggio verso l'ufficio.

Dopo una mattinata a lavoro, mi sdraio al laghetto dell'eur, mi rilasso a monti per un caffè, mi inoltro nei vicoli di testaccio per gustarmi il gelato vegano dalla signora che sempre sorridente accoglie ogni visita.




Vado in centro per un bellissimo film con Luca Marinelli, Martin Eden,  storia di un giovane ribelle che sogna di fare lo scrittore, svegliare le coscienze e vincere le ipocrisie di un mondo che piega la schiena ai più deboli.


Appena esco, piazza Barberini mi commuove di stupore; giovani ballerine zompano quasi saltando dietro le nuvole di un cielo che appoggia lo sguardo sopra piccoli balconi affacciati sulla fontana del Bernini, è uno spettacolo che ancora mi lascia senza parole.





Proseguo verso il centro, mi incanto a guardare gli angoli dei balconi, i fregi dei palazzi, i gli alberi  delle ville, Roma di fine estate lancia sul volto di ogni passante il suo fresco e piacevole venticello.



Cammino, osservo, sorrido, ascolto, lascio che il vento mi soffi sul cuore, sento battere tutto, cuore e vene, occhi e pelle. Resto incantato a guardare la luce dei viali, delle madonnine agli angoli, dei baci sotto i tetti, della canzone improvvisa.. milioni di motivi per essere felici in un solo attimo, apri gli occhi e ti accorgi che la bellezza della vita si svela solo se scopri bellezza nel tuo cuore.



Mi incammino sopra Trinità dei Monti, mi siedo ad ammirare le cupole delle chiese dall'angolo che preferisco per guardare la città.



Turisti, fotografi,  giovani americane sorridono abbronzate sotto la Chiesa della Santissima, la camminata è una terrazza panoramica fiancheggiata dagli alberi sotto villa dei medici,  le comitive siedono sui muretti, coppie di giovani romani si dedicano baci innamorati, tutto scorre lento e beato, il viale brilla di poesia.



Ti accorgi della vita quando due occhi di una ragazza restano impietriti mentre lui la osserva, negli abbracci di una coppia di colore, nel bacio in volo di una piccola moretta persa nel sorriso del suo amato.



Lei osserva ogni piccolo movimento delle sue labbra, lui si diverte a spingerla per timidezza, l'amor si volta libero dalla parte del vento.. un invito irresistibile a vincere il tempo.



La strada porta giù a piazza del popolo, la musica accoglie chi scende le scalette, un Leone protegge i turisti, al calar del giorno il tappeto verde di villa borghese porta ombre sulle statue e sulle fontane.





La bellezza di un momento, la consapevolezza di incantarsi ancora, la vita che libera nel vento le foglie felici di un angolo del mondo unico e magico.



Gli occhi di quella ragazza che guarda lui senza riuscire a parlare sono gli stessi davanti al tramonto sul mare di capocotta, o davanti a Vasco Rossi che canta E ...  sono gli stessi che si asciugano le lacrime in un arena di quartiere, che splendono del colore delle stelle in una notte dentro villa ada.. sono gli stessi di un momento che resta eterno e tornerà a trovarci ogni volta che apriamo la porta.



" provate a separarlo l'amore e ne pagherete le conseguenze.. "



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