Otranto.
Avvicinarsi alla verità come ad una mamma ritrovata, come raggiungere il traguardo in cima al monte.
Sentirla parte di te, sentirla nel cuore e nella mente, negli incontri e negli odori, nei silenzi e negli ascolti.
Toccarla, vedere la sua luce, il sollievo e la fine di ogni dubbio, l'abbraccio del suo volto, il rifigio di ogni cuore stanco, il risparmio di ogni fatica, il colmo della vita, il pieno di ogni gioia.
Fine dolore, inizio di ciò che non ha fine, la voce del sapere universale.. l'essere che si posa al centro del mondo e ti indica la strada per essere raggiunto, sei tu.
Non hai piu bisogno di niente, non hai, sei.
Volontà che non è tua, capacità e speranza che si piegano al reale senza forma e senza nome.
Pace. Infinita. Vita. Alba e tramonto con un sole che abbaglia il mondo. Nessun escluso, nessun cuore lasciato solo, nessun amore lasciato a casa, da porta a porta, da mano a mano, legati da un sottile filo che porta una sola anima a vivere insieme per la stessa ragione: bisogno di amore.
Lavoro, soldi, relazioni, parole azioni .. tutto si stende sotto il piede dell' infinito amore, un piede gigante che schiaccia le paure, l' odio e la violenza.
Il senso di ogni nostra miseria, di ogni richiesta fatta di egoismo, si perde dietro al senso più alto e profondo della nostra esistenza.
D'un tratto, facendo un salto con la corda del coraggio, finiamo a ballare dentro un lago di gioia.
È il riscatto dei nostri amanti, dei nostri fiori lanciati, dei ricordi più vivi, dei vuoti non capiti, delle colpe coperte da una carezza, dei silenzi senza luogo, dei saluti senza nome, dei momenti scalfiti dalla grazia del tuo cuore, è l'incanto che si ferma a dipingerti lo sguardo.
Fine delle curve, dei muri rigidi, delle attese, dei troppo e dei forse.
Gratitudine illuminata dal sole, io sopra di te, infinito amore.
Un simpatico africano siede dietro di me, il suo sorriso è una danza che sfuma ogni distanza, in viaggio verso otranto con in tasca una manciata di sassi pieni di me che divento te.
La donnona africana, il gatto che siede in una via isolata, il rospo che alza lo sguardo, il signore che fatica in salita, la salita che piega le gambe e non il cuore, li vedo tutti gli occhi del mondo, sono di uno sguardo solo, sono un unico suono.
Il pullman mi porta da lecce ad Otranto, arrivo in piazza, il tempo di un caffè e mi incammino fiancheggiando il castello che domina la città.
Salgo su fino a svoltare in un viale senza uscita, da li chiedo e mi immerso per una pineta che arriva al mare. Un simpatico Signore che vede poco mi da un po di acqua fresca, mi incanto fermo davanti ad un piccolo mondo selvaggio, tra le dune gli scogli e un mare pazzesco. Cristallino e dai fondali imbarazzanti mi accoglie come un letto dei re dove poggiare il corpo e lasciarmi dondolare. Poggio i piedi tra i sassi, siedo su uno scoglio, guardo il paesaggio, le poche persone avventuratesi fin qui, luogo intatto, verde che si perde nei sentieri, natura incontaminata.
La spiaggia delle orte è scomoda per chi cerca sabbia e lettini, è un sogno per chi ama il silenzio e la purezza, il vento e le onde come uniche compagnie, la terra che brilla, i sassi come cuscini, la vita armata di bellezza, di sfida, di essenza.
Resto per qualche ore beato a leggere e nuotare, contemplando il panorama intorno mi allungo sotto il cielo in compagnia del libro.
Da qui continuo il mio trekking nella natura, attraverso un sentiero che sale fino ad incrociare dolci insenature, piccole forme si affacciano come figure curiose, sembra un luogo dove non sia mai giunto l'uomo, perfettamente in sintonia con la pace universale, non mostra nessun cedimento davanti alle visite delle comitive. Qui è la ex cava di Bauxite, dove si estraeva il minerale da cui si ricava l'alluminio. Una volta smesso di funzionare, i residui del minerale hanno rilasciato questo rosso magico che fa divertire lo sguardo, dalle falde acquifere si è venuto a formare questo laghetto che trasmette una sensazione di pace interiore. Sembra un mondo sospeso, spettrale e magico, mi fermo su una roccia in silenzio, mi lascio guidare dalla bellezza del luogo.
Dopo aver lasciato questo suggestivo spettacolo della natura, torno verso Otranto. Lo zaino sulla spalle, un mela come merenda, canto beato vagando libero sulla strada, isolata e assolata. Ballo sorridendo ad una vita in viaggio, la bellezza del mondo allgerisce il cuore dai pesi portati dalla mente, tutte vive e brilla quando non si ostacola il cammino con l'ingombrante incursione dei pensieri.
Arrivo in piazza, mi fermo per un buon caffè leccese, con ghiaccio e latte di mandorla. Osservo il castello, la gente che passa, tutto sembra sempre scontato e invece ci dimentichiamo di quanto sia prezioso quello che ogni giorno viviamo. Sento la bellezza dei posti vissuti ancora sfiorarmi la pelle, sento ancora la luce dei luoghi, un impatto visivo che resta anche quando lasci la presa. La bellezza ti prende il cuore, ti allena la mente a crescere di consapevolezza, ti fa crescere i muscoli della gratitudine, nel corpo, in ogni angolo dei sensi, tutto risponde a ciò che viviamo con brividi, caldo, tremore, stupore, meraviglia.
Passeggio tra i vicoli della bianca città circondata dalle mura, visito l
Ua bellissima.cattedrale, arrivo alla torre, al porto, mi perdo tra i balconcini e negozietti, le scritte e i vasi in finestra.
Torno, alla stazione dei bus mi sdraio sul muretto, metto le cuffie e apro il libro.
Vedo il mondo che viaggia, a volte le persone riescono a stressarsi anche in vacanza.
Rilasso lo sguardo al sole, penso al mio amore che sta a Roma, con un colpo di reni salvo due bottiglie di plastica cadute ad una signora.
In viaggio per ridere delle cose che mi circondano, per vivere le bellezze del mondo, per amare ogni giorno tutto ciò che mi ruota intorno.
Sentirla parte di te, sentirla nel cuore e nella mente, negli incontri e negli odori, nei silenzi e negli ascolti.
Toccarla, vedere la sua luce, il sollievo e la fine di ogni dubbio, l'abbraccio del suo volto, il rifigio di ogni cuore stanco, il risparmio di ogni fatica, il colmo della vita, il pieno di ogni gioia.
Fine dolore, inizio di ciò che non ha fine, la voce del sapere universale.. l'essere che si posa al centro del mondo e ti indica la strada per essere raggiunto, sei tu.
Non hai piu bisogno di niente, non hai, sei.
Volontà che non è tua, capacità e speranza che si piegano al reale senza forma e senza nome.
Pace. Infinita. Vita. Alba e tramonto con un sole che abbaglia il mondo. Nessun escluso, nessun cuore lasciato solo, nessun amore lasciato a casa, da porta a porta, da mano a mano, legati da un sottile filo che porta una sola anima a vivere insieme per la stessa ragione: bisogno di amore.
Lavoro, soldi, relazioni, parole azioni .. tutto si stende sotto il piede dell' infinito amore, un piede gigante che schiaccia le paure, l' odio e la violenza.
Il senso di ogni nostra miseria, di ogni richiesta fatta di egoismo, si perde dietro al senso più alto e profondo della nostra esistenza.
D'un tratto, facendo un salto con la corda del coraggio, finiamo a ballare dentro un lago di gioia.
È il riscatto dei nostri amanti, dei nostri fiori lanciati, dei ricordi più vivi, dei vuoti non capiti, delle colpe coperte da una carezza, dei silenzi senza luogo, dei saluti senza nome, dei momenti scalfiti dalla grazia del tuo cuore, è l'incanto che si ferma a dipingerti lo sguardo.
Fine delle curve, dei muri rigidi, delle attese, dei troppo e dei forse.
Gratitudine illuminata dal sole, io sopra di te, infinito amore.
Un simpatico africano siede dietro di me, il suo sorriso è una danza che sfuma ogni distanza, in viaggio verso otranto con in tasca una manciata di sassi pieni di me che divento te.
La donnona africana, il gatto che siede in una via isolata, il rospo che alza lo sguardo, il signore che fatica in salita, la salita che piega le gambe e non il cuore, li vedo tutti gli occhi del mondo, sono di uno sguardo solo, sono un unico suono.
Il pullman mi porta da lecce ad Otranto, arrivo in piazza, il tempo di un caffè e mi incammino fiancheggiando il castello che domina la città.
Salgo su fino a svoltare in un viale senza uscita, da li chiedo e mi immerso per una pineta che arriva al mare. Un simpatico Signore che vede poco mi da un po di acqua fresca, mi incanto fermo davanti ad un piccolo mondo selvaggio, tra le dune gli scogli e un mare pazzesco. Cristallino e dai fondali imbarazzanti mi accoglie come un letto dei re dove poggiare il corpo e lasciarmi dondolare. Poggio i piedi tra i sassi, siedo su uno scoglio, guardo il paesaggio, le poche persone avventuratesi fin qui, luogo intatto, verde che si perde nei sentieri, natura incontaminata.
La spiaggia delle orte è scomoda per chi cerca sabbia e lettini, è un sogno per chi ama il silenzio e la purezza, il vento e le onde come uniche compagnie, la terra che brilla, i sassi come cuscini, la vita armata di bellezza, di sfida, di essenza.
Resto per qualche ore beato a leggere e nuotare, contemplando il panorama intorno mi allungo sotto il cielo in compagnia del libro.
Da qui continuo il mio trekking nella natura, attraverso un sentiero che sale fino ad incrociare dolci insenature, piccole forme si affacciano come figure curiose, sembra un luogo dove non sia mai giunto l'uomo, perfettamente in sintonia con la pace universale, non mostra nessun cedimento davanti alle visite delle comitive. Qui è la ex cava di Bauxite, dove si estraeva il minerale da cui si ricava l'alluminio. Una volta smesso di funzionare, i residui del minerale hanno rilasciato questo rosso magico che fa divertire lo sguardo, dalle falde acquifere si è venuto a formare questo laghetto che trasmette una sensazione di pace interiore. Sembra un mondo sospeso, spettrale e magico, mi fermo su una roccia in silenzio, mi lascio guidare dalla bellezza del luogo.
Dopo aver lasciato questo suggestivo spettacolo della natura, torno verso Otranto. Lo zaino sulla spalle, un mela come merenda, canto beato vagando libero sulla strada, isolata e assolata. Ballo sorridendo ad una vita in viaggio, la bellezza del mondo allgerisce il cuore dai pesi portati dalla mente, tutte vive e brilla quando non si ostacola il cammino con l'ingombrante incursione dei pensieri.
Arrivo in piazza, mi fermo per un buon caffè leccese, con ghiaccio e latte di mandorla. Osservo il castello, la gente che passa, tutto sembra sempre scontato e invece ci dimentichiamo di quanto sia prezioso quello che ogni giorno viviamo. Sento la bellezza dei posti vissuti ancora sfiorarmi la pelle, sento ancora la luce dei luoghi, un impatto visivo che resta anche quando lasci la presa. La bellezza ti prende il cuore, ti allena la mente a crescere di consapevolezza, ti fa crescere i muscoli della gratitudine, nel corpo, in ogni angolo dei sensi, tutto risponde a ciò che viviamo con brividi, caldo, tremore, stupore, meraviglia.
Passeggio tra i vicoli della bianca città circondata dalle mura, visito l
Ua bellissima.cattedrale, arrivo alla torre, al porto, mi perdo tra i balconcini e negozietti, le scritte e i vasi in finestra.
Torno, alla stazione dei bus mi sdraio sul muretto, metto le cuffie e apro il libro.
Vedo il mondo che viaggia, a volte le persone riescono a stressarsi anche in vacanza.
Rilasso lo sguardo al sole, penso al mio amore che sta a Roma, con un colpo di reni salvo due bottiglie di plastica cadute ad una signora.
In viaggio per ridere delle cose che mi circondano, per vivere le bellezze del mondo, per amare ogni giorno tutto ciò che mi ruota intorno.
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