Compleanno camminando.

Il viaggio giunge ai saluti. Non potevo chiedere di più. Quest'ultimo mese rifugiato tra i monti e gli alberi mi ha riportato al senso magico e spirituale della semplicità. Una casetta, il verde, gli uccelli. Per risparmiare mangio solo a pranzo, per la colazione compro la frutta e mi faccio nutrienti fette di pane integrale con burro di arachidi fatto in casa dai ragazzi della fattoria dove ho lavorato come volontariato. Il corpo si abitua a mangiare meno e quando va a letto leggero ci ringrazia. Ci svegliamo pieni di energia, il respiro è una fonte miracolosa se usato bene, lo yoga e la meditazione rinforzano e rilassano  mente e corpo. Ogni mattina ringrazio, recito il mantra della compassione e mi alzo col sorriso. Ieri ho compiuto 42 anni e ho voluto festeggiarli camminando, la mia grande passione. Mi sono alzato all' alba e ho deciso di rifare il percorso che porta a Triund. Un trekking che avevo già sperimentato coi ragazzi colombiani conosciuti a Vrindavan. Il mio amico indiano Ashis lavorando di notte al pc non ce l'ha fatta a svegliarsi, così mi sono incamminato nonostante le previsioni davano pioggia tutto il giorno. Sono uscito alle 7, e fuori la porta mi aspettava un sole estivo, caldo, potente. Ho camminato tra alberi e rocce, pochissimi compagni di viaggio sulla via, il che ha fatto di questo giorno un solitario percorso con me stesso. In compagnia della propria silenziosa natura è un'esperienza avventurosa, è divertente prendersi cura dei propri limiti con gentilezza, scalare curve ripide scivolare inciampare e poi sprofondare con lo sguardo nell'infinita maestosità del paesaggio. Poco dopo le 10 sono arrivato in cima, ho buttato le scarpe, mi sono lasciato andare sull'erba e sono rimasto in silenzio.. in ginocchio davanti a madre natura. Ho scelto la roccia più lontana con la punta diretta sul vuoto, nel pieno cielo. Le bianche nuvole e le bianche vette, i primi incontri sono i colori del cielo e delle montagne, poi dell'erba, degli alberi, dei cavalli e dei corvi, il silenzio è cosi potente che non lascia spazio ai pensieri, il vento accarezza le gambe, il sorriso si incolla al viso mentre  la rocce accolgono il passaggio dei viandanti con una semplice scritta: ama tutti, non odiare nessuno. Resto un paio di ore a farmi riscaldare dal sole, massaggiare dal vento e coccolare dall'erba, sembra una cartolina il paesaggio, sembra finta la bellezza che si mostra sfacciata agli occhi del mondo. Un viaggiatore tedesco mi dice che ogni montagna ha un diverso volto e una diversa anima, adora le cime italiane per l'eleganza ma ritiene ricche di fascino anche le ande, mentre lo ascolto sorseggio un caldo tè e sento i miei occhi ancora brillare di quella vista su in cima. Il ritorno é un viaggio difficile e duro, le mie ginocchia soffrono le insidie della discesa, le rocce sono bagnate, il diluvio accompagna la mia avventura solitaria. Sorrido pensando a quanto sia divertente vivere senza programmi, assaporare il gusto del restare consapevoli al momento presente con tutto sé stessi. La vita ci sorprende con una caldo sole e poi con una doccia di pioggia mentre le gambe provano a scendere da un mondo fatto di rocce e sassi, alberi giganti e incontaminata natura. Mi sento immerso e parte di tutto questo. Soffro resisto e scendo, fino alla fine. Un compleanno vissuto col corpo, la mente e la montagna. Arrivo giù al villaggio, mi fermo dai miei amici indiani a mangiare, il ragazzo più giovane viene a tagliarmi la torta alle carote, sapendo del mio compleanno. Una ragazza si avvicina, saputo della mia festa mi abbraccia mi da un bacio e si siede: io mi chiamo India, sono australiana, ho sentito che festeggi, volevo augurarti uno splendido compleanno." É in giro da sei mesi, voleva fare altri viaggi ma il fascino di Dharamkot ha stregato anche lei, la giusta tranquillità per chi ha voglia di pace. Vado a sdraiarmi, rilasso le gambe e mi guadagno con felice gratitudine la via della doccia. Mi sento con Ashis e Daniel, il ragazzo brasiliano conosciuto al corso di meditazione e buddismo, vogliono celebrare il mio compleanno con una cena al solito posto. Li incontriamo altri amici e si crea una dolce atmosfera familiare, risate chiacchiere e bianco riso afffogato nelle speziate lenticchie indiane. Daniel, a mia insaputa, fa portare la torta al cioccolato, tutto il locale applaude e io mi nascondo dietro i piatti. Una festa a sorpresa, inaspettata, un tenero e caldo abbraccio per il cuore. Vado a mettere le gambe sotto le coperte, l'affetto che arriva dal mondo più lontano mi fa sentire fortunato di ricevere cosi tanto amore. La via indiana verso la consapevolezza mi ha insegnato che essere amici con sé stessi è il primo passo per iniziare ad esserlo con il prossimo. La vera libertà non sta nell' esplorare il mondo in solitaria, nell' attraversare esperienze e vette senza compagnia, la vera libertà sta nell' amare altro, nel vedere in ogni aspetto delle persone l'amore della vita.

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