Una vita semplice.

Finalmente dopo giorni di pioggia e di isolamento in camera, esco a fare due passi. Una camera tra l'altro talmente fredda che la sera prima di dormire metto i piedi in una bacinella d'acqua calda, dormo con due coperte e la tuta. Ci si abitua a tutto,a stare senza acqua,senza corrente e senza carta igienica!! Ma è affascinante vivere in maniera più frugale, una vita semplice passa anche da una doccia fredda che scende da un secchio!!! Sono giorni di letture e studio, meditazione e insegnamenti ricevuti al corso. Questo è il posto ideale per centrarsi, stare in pace,rilassati,con sé stessi, godendosi il silenzio e la tranquillità. Lontano da voci, distrazioni, condizionamenti esterni. Molti dei ragazzi che hanno partecipato al corso con me sono andati via, chi in nepal chi altri giri, chi altri corsi. Io ho deciso di restare qui, senza muovere troppo la mia anima, né viaggi né corsi, semplicemente natura, me stesso, e profonda calma. Un luogo silenzioso dove fare un bilancio di questo viaggio, viaggio in tutti i sensi, il più lungo e bello che abbia mai fatto. Quindi mi sono incamminato nel bosco fino a raggiungere Naddi, un piccolo grazioso villaggio indiano dove scorre lenta e semplice la vita di tutti i giorni. Mi sono fermato a parlare con le persone, ho giocato coi bambini, ho potuto osservare le donne indiane accudire casa e terreno, prendere bambini in braccio e pacchi da portare sulla testa, osservare uomini con i loro berretti tradizionali riunirsi nel tempio a conversare e pregare. Ho avuto la fortuna di assistere al matrimonio nel cuore del villaggio: Ovviamente le donne dominavano la scena; i colori delle vesti e degli anelli, gli orecchini e le perle,i sorrisi e la loro grazia nel muoversi sono scene quasi teatrali o cinematografiche, attirano lo sguardo e lasciano incantati. Gli uomini siedono in fila, attendendo il chapati, pane fatto in casa dalle donne e servito da gentili giovani indiani, chiacchierano e si rilassano mentre le donne sfilano alle loro spalle, perdendosi tra i mille colori dei loro abiti. I bambini giocano, le donne benedicono e abbracciano gli sposi, le mani di anziane signore sono dipinte come tradizione, tutto sembra essersi fermato a come é sempre stato, un rito indiano tradizionale in un paese abitato da poche anime ospitali e cordiali. Arrivo fino alla zona degli hotel, mi fermo per un chai e faccio due chiacchiere col ragazzo del chiosco. Il panorama che ho davanti è completamente verde, fino a toccare il blu del cielo, sfumato da nuvole che si intrecciano con le bianche e innevate vette che circondano il villaggio. Nel cammino del rientro, mi sono perso e ho rischiato di essere assalito da una scimmia poco accogliente che aveva visto in me una minaccia del suo territorio!! Ha spalancato lo sguardo e fatto il passo per saltarmi addosso, momenti  interminabili in cui non c'era molto tempo per decidere, cosi ho immediatamente voltato indietro e velocemente ripreso il cammino.. una sudata fredda!!! Ho ritrovato la strada, mi sono fermato a parlare coi ragazzi tibetani, allegri e socievoli. giù nei villaggi ci sono le scuole per i bambini tibetani ed è molto emozionante vederli giocare. Salendo, sono arrivato al famoso tempio dove Il Lama Yeshe ha trascorso anni a meditare,  mi sono fermato seduto sulla roccia ad osservare il cielo, ho raccolto le forze e lasciato scorrere le emozioni. Il posto è molto suggestivo, i monaci si radunano ogni giorno in questa zona, li vedi assorti in meditazione nascosti tra alberi e fiori, davanti alle rocce infinite bandiere tibetane sventolano in cielo e lasciano in aria una sensazione di profonda leggerezza e benessere. Ho compreso ancora di più quanto sia benefico e liberatorio camminare, Respirare tra gli alberi, passare di roccia in roccia, arrampicarsi, gustarsi il panorama e la semplicità della vita indiana. Rientrato in strada, mi fermo per un rigenerante tè allo zenzero, e osservo un tizio che non lascia nessun dubbio sulla provenienza: marzupio, jeans e guida della lonely.. Italia!!! Facciamo due chiacchiere, mi racconta che é grazie alla compagna se è qui, sono appena fuggiti dal delirio di Nuova Delhi e ora si fermano a respirare aria fresca. É buddista, segue l'orientamento della scuola Soka Gakkai, da 4 anni recita Nam Myoho Renge Kyo, il mantra del sutra del loto:" non c'è mai stato un giorno che non sia stato benefico, quando trovi la felicità nel tuo essere puoi anche perdere un caro, non avere più soldi, nulla ti farà perdere la tua felicità. Purtroppo il sistema in cui viviamo noi, è costruito sull'anti felicità. " ritorno verso la camera, mi fermo a salutare un americano ormai diventato grande compagno di pranzi e chiaccherate, appassionato di musica indiana e mantra tibetani, mi confessa che il canto lo ha salvato dalla depressione. La sera a Dharamkot ci sono sempre ottime band che si esibiscono dal vivo, un simpatico chitarrista cileno fan di osho mi ha invitato anche stasera, ma  sono troppo allietato dal beato jazz di sottofondo proveniente del locale di fronte la mia camera, Sonny Rollins é una perfetta e dolce ninna nanna. Ho ancora negli occhi lo sguardo profondo di una donna anziana, seduta sul bordo di una casa, mentre coccola un bimbo così sorridente e pacioso che sembra un piccolo Buddha. Il piccolo Siddharta non smette mai di guardarmi .. così cerco di immortalare il momento del nostro incontro.

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