Conforto.
Per vivere più a lungo basta essere gentili l'uno con l'altro. Per vivere meglio il tempo che ci rimane basta essere piu buoni con chi abbiamo a fianco di fronte e in mente. Per vivere le relazioni con ricche dosi di Gratitudine e Gioia basta sperare continuamente per il bene dell'altro. Piccole azioni quotidiane, semplici gesti e pensieri generosi possono guarire un momento di crisi, salvare una persona da un tormento, togliere polvere da una lacrima e liberare un cucciolo da una gabbia.
Basta poco per far del bene a questo mondo, basta il primo passo di uno per mostrare agli altri il cammino.
Se smettiamo di sperare, iniziamo a vivere di quello che è la vita. Quella vera. Non quella che aspettiamo, sogniamo o speriamo. Quella di adesso, davanti a noi, dentro di noi, qui, di fronte, in questo istante, in questo preciso momento.
Le persone vivono piu a lungo ma non in salute. Muoiono malate, depresse, impaurite, inquinate dentro e per l aria che respirano.
Farmaci, paura, odio, separazione, violenza, guerra. Questo è cio che ha portato il consumo, il denaro, le tv, i social, i beni, il possesso, l egoismo, il desiderio e l l'attaccamento. Avversione, continua avversione, desiderio di piacere, di andare verso ciò che ci piace, di bramarlo, e di soffrire per ciò che non abbiamo e ciò che non ci piace.
Se smettiamo di sperare e iniziamo a ringraziare, saremo in pace.
Senza aspettare, semplicemente vivere.
Sperare non è vivere, è restare in attesa.
Credere è sperimentare la vita, quello che vediamo ci insegna a sperimentare la verità.
Volevo dirti tante cose...
E si scaglia l'onda sul viso.
Una lacrima poggia sul juke boxe, le nuvole scendono a fare due passi, lasciano il sole a disegnare il cielo.
Ore preziose per guardare il mondo con occhi diversi. Faccio due passi col mio amico mario, sotto l'ombra di un albero gigante che rinfresca la mente ci facciamo da scudo, l'uno con l'altro, come da piccoli.
Passo davanti la chiesa, guardo le famiglie giocare coi bambini, vedo i papà attraversare la strada, i capelli biondi salgono sulle spalle del mondo per guardare meglio quello che non capiamo.
Una colazione in compagnia di pino daniele e di mio fratello, i pensieri volano ad un futuro che non si fida del presente.
Io e Riccardo partiamo in moto verso il mare. Voliamo lontano dal caldo di Roma per andarsi a bagnare la testa e il cuore.. in una piena estate.. piena di domande e risposte.
Il mare ci fa assaporare il gusto delle piccole cose. Racconti, un succo fresco della mitica tassoni, partita al calcio balilla, dove stranamente perdo.😀
Sono sveglio dalle 5, con il cuore attento ad ogni respiro, il corpo in trepida smania di allungarsi e distendersi sopra le resistenze.
LASCIA ANDARE, DICE IL MARE.
Dal mare io e Riccardo raggiungiamo la via del cuore per un intensivo su mantra e suono.
Il blu del cielo colora i villini dell'infernetto. Vedo Sandra, splendente come sempre, dorata abbronzatura e sorriso che abbraccia.
Serena, antonella, chavi, tania .. un gruppo che stringe in un solo abbraccio le lacrime del mondo.
Durante le meditazioni e i mantra realizzo che la felicità non sa esprimersi in presenza della paura.
Penso a manuelina, al suo dolce starmi accanto, al suo vivere di petto, col sorriso ed il pianto.
Il canto vibra dai piedi alla testa, si ferma sul cuore, poi prende i capelli e li stira fino a toccar le stelle.
La beatitudine non si può descrivere a parole.
Dopo il canto finiamo meditando dentro il cuore dell'altro. Ad occhi chiusi, io e ric ci abbracciamo, come perfetta chiosa di una giornata vissuta insieme, tra il cemento e il mare, vicino alle dune e di fianco alle pinete, seduti come fior di loro su tappetini che sono porte aperte del mondo tutto.
Resto aperto col cuore poggiato sulla sua schiena, come a sorregger ogni strazio col peso della tenerezza. Mi svuoto completamente in una dolce resa.
Uno dentro l altro, senso e spiegazione di ogni legame, di ogni relazione.
Due corpi che diventano uno, una luce bianca che veste due anime.
Quando sciogliamo l'abbraccio accolgo tutto il resto: brividi salgono e scendono ad una velocità pazzesca, su e giù come se stessi ancora sulla moto, preso da scossa che dura tanto, lasciandomi fermo, arreso completamente al beato incanto.
In quel momento una sola parola esce dal mio petto: conforto.
Proprio il contrario di comfort.
Conforto che sostiene e tira su, sposta e accoglie, come una casa col camino sempre acceso, una mano che apre la porta e lascia entrare. Un abbraccio che fa dimenticare ogni distanza, che spezza ogni paura. Un papà che rivede il figlio, una lacrima che canta, un gruppo che diventa intimo senza parlare.
La gioia è alla portata di tutti.
Il conforto è la mano di chi viene a prenderti sotto casa, che ti manda una canzone e poi siede al tuo fianco, in silenzio.
Ad un certo punto della vita, lasciamo vivere la vita.
Ad un momento del nostro andare lento sentiamo sprofondare la verità fino a farci tacere.
In quel momento, quando molliamo la presa, l'amore è il primo corpo che si presenta sotto casa.
Nulla pesa più, nulla resiste, nulla trattiene.
Ci buttiamo tra le braccia del mondo bagnando il pavimento delle nostre lacrime, come fossero sassi che indicano il percorso.
Aldilà del dolore respira calma la felicità.
Basta poco per far del bene a questo mondo, basta il primo passo di uno per mostrare agli altri il cammino.
Se smettiamo di sperare, iniziamo a vivere di quello che è la vita. Quella vera. Non quella che aspettiamo, sogniamo o speriamo. Quella di adesso, davanti a noi, dentro di noi, qui, di fronte, in questo istante, in questo preciso momento.
Le persone vivono piu a lungo ma non in salute. Muoiono malate, depresse, impaurite, inquinate dentro e per l aria che respirano.
Farmaci, paura, odio, separazione, violenza, guerra. Questo è cio che ha portato il consumo, il denaro, le tv, i social, i beni, il possesso, l egoismo, il desiderio e l l'attaccamento. Avversione, continua avversione, desiderio di piacere, di andare verso ciò che ci piace, di bramarlo, e di soffrire per ciò che non abbiamo e ciò che non ci piace.
Se smettiamo di sperare e iniziamo a ringraziare, saremo in pace.
Senza aspettare, semplicemente vivere.
Sperare non è vivere, è restare in attesa.
Credere è sperimentare la vita, quello che vediamo ci insegna a sperimentare la verità.
Volevo dirti tante cose...
E si scaglia l'onda sul viso.
Una lacrima poggia sul juke boxe, le nuvole scendono a fare due passi, lasciano il sole a disegnare il cielo.
Ore preziose per guardare il mondo con occhi diversi. Faccio due passi col mio amico mario, sotto l'ombra di un albero gigante che rinfresca la mente ci facciamo da scudo, l'uno con l'altro, come da piccoli.
Passo davanti la chiesa, guardo le famiglie giocare coi bambini, vedo i papà attraversare la strada, i capelli biondi salgono sulle spalle del mondo per guardare meglio quello che non capiamo.
Una colazione in compagnia di pino daniele e di mio fratello, i pensieri volano ad un futuro che non si fida del presente.
Io e Riccardo partiamo in moto verso il mare. Voliamo lontano dal caldo di Roma per andarsi a bagnare la testa e il cuore.. in una piena estate.. piena di domande e risposte.
Il mare ci fa assaporare il gusto delle piccole cose. Racconti, un succo fresco della mitica tassoni, partita al calcio balilla, dove stranamente perdo.😀
Sono sveglio dalle 5, con il cuore attento ad ogni respiro, il corpo in trepida smania di allungarsi e distendersi sopra le resistenze.
LASCIA ANDARE, DICE IL MARE.
Dal mare io e Riccardo raggiungiamo la via del cuore per un intensivo su mantra e suono.
Il blu del cielo colora i villini dell'infernetto. Vedo Sandra, splendente come sempre, dorata abbronzatura e sorriso che abbraccia.
Serena, antonella, chavi, tania .. un gruppo che stringe in un solo abbraccio le lacrime del mondo.
Durante le meditazioni e i mantra realizzo che la felicità non sa esprimersi in presenza della paura.
Penso a manuelina, al suo dolce starmi accanto, al suo vivere di petto, col sorriso ed il pianto.
Il canto vibra dai piedi alla testa, si ferma sul cuore, poi prende i capelli e li stira fino a toccar le stelle.
La beatitudine non si può descrivere a parole.
Dopo il canto finiamo meditando dentro il cuore dell'altro. Ad occhi chiusi, io e ric ci abbracciamo, come perfetta chiosa di una giornata vissuta insieme, tra il cemento e il mare, vicino alle dune e di fianco alle pinete, seduti come fior di loro su tappetini che sono porte aperte del mondo tutto.
Resto aperto col cuore poggiato sulla sua schiena, come a sorregger ogni strazio col peso della tenerezza. Mi svuoto completamente in una dolce resa.
Uno dentro l altro, senso e spiegazione di ogni legame, di ogni relazione.
Due corpi che diventano uno, una luce bianca che veste due anime.
Quando sciogliamo l'abbraccio accolgo tutto il resto: brividi salgono e scendono ad una velocità pazzesca, su e giù come se stessi ancora sulla moto, preso da scossa che dura tanto, lasciandomi fermo, arreso completamente al beato incanto.
In quel momento una sola parola esce dal mio petto: conforto.
Proprio il contrario di comfort.
Conforto che sostiene e tira su, sposta e accoglie, come una casa col camino sempre acceso, una mano che apre la porta e lascia entrare. Un abbraccio che fa dimenticare ogni distanza, che spezza ogni paura. Un papà che rivede il figlio, una lacrima che canta, un gruppo che diventa intimo senza parlare.
La gioia è alla portata di tutti.
Il conforto è la mano di chi viene a prenderti sotto casa, che ti manda una canzone e poi siede al tuo fianco, in silenzio.
Ad un certo punto della vita, lasciamo vivere la vita.
Ad un momento del nostro andare lento sentiamo sprofondare la verità fino a farci tacere.
In quel momento, quando molliamo la presa, l'amore è il primo corpo che si presenta sotto casa.
Nulla pesa più, nulla resiste, nulla trattiene.
Ci buttiamo tra le braccia del mondo bagnando il pavimento delle nostre lacrime, come fossero sassi che indicano il percorso.
Aldilà del dolore respira calma la felicità.
Nel binario opposto ai tormenti, quello dei treni fermi e del coraggio che sciopera, silenzioso parte il vagone della felicità.
Siamo un corpo solo, che fatica a camminare quando riempie lo zaino di paure.
Siamo una famiglia di fratelli, uniti dallo stesso desiderio, mentre un altro chiede aiuto noi vibriamo perché nessuno al mondo si senta solo.
Conforto è uno sguardo dolce.. un pensiero lieto, il maglione poggiato sulle spalle di lei in una serata in spiaggia.
È un bacio caldo, una carezza che massaggia il cuore, i piedi nella sabbia, la mani che si intrecciano.
È un ricordo, una comprensione lucida, un' attenzione amorevole.
Scopriamo il conforto quando ci arrendiamo a ciò che siamo, quando invece di trattenere lasciamo. Quando accogliamo e raccogliamo tutto ciò che sorge ed emerge, tutto ciò che nasce e rinasce, che vive e si scioglie.
Sboccia come un fiore di loto il nostro enorme potenziale, nell'amor ci ritroviamo, quando meno aspettiamo e ci concediamo, così come siamo, senza maschere.
Il segreto per comprendere il sé é lasciar che non ci sia me. Nessun fare che attendi un compenso, il solo stipendio che giunge a fine mese è la ricchezza infinita del nostro cuore.
Non è nella speranza il sentiero della fede, è nella completa resa all'amor del mondo, al flusso più profondo che dal cuor dell'altro ci entra dentro.
Nel momento in cui ci arrendiamo, siamo.
Quando non sono più io a far qualcosa, l'universo corre da questa parte, fa sentire il suo profumo attraverso il vento, ci mostra che ogni ostacolo è spento.
Anziché aspettarsi e aspettare è preferibile dare. Ed è confortevole ogni passo, ogni incontro che sfioriamo.
La strada di casa è quella che dalla testa fluisce dritta in fondo al cuore. È li la dimora del mondo, la luce di ogni incanto, l'abbraccio in ogni incontro.
Conforto è lasciare che tutto finisca in mare. Che tutta fluisca senza controllare.
La fine del resistere lascia tutto ciò che non serve e ci fa sposare con la vita, una scia di intimità e candore porta tutti i corpi in un solo altare. Siamo l'anello delicatamente infilato nel dito dell'altro, il si accompagnato dal bacio, lo sguardo che si dimentica di ciò che vogliamo.. e affronta il passaggio come uno scalino verso l'eterno.
Torniamo verso casa, in moto attraversiamo la via Colombo.. un cammino sul mondo che inizia con un passo, con la mano verso l'altro.
Il fresco del tramonto arriva sul viso come una carezza, la luce calmante di fine giornta posa gli ultimi sguardi su Roma incantata, ferma e grata, santa e abbandonata.
Come una mamma che perdona soffre nel vedere i figli che la trattano male.
Le sue lacrime le sente il cielo.. che scende sui palazzi, attraversa il laghetto cell'eur e lascia ai passanti un dipinto da cartolina.
L'ultima luce del sole dietro la cupola di san Pietro e Paolo si posa sulle acque del lago, accompagna il nostro viaggio e lascia scorrere nel mondo tutti i brivdi di questa giornata.
Come una sorgente naturale, la nostra vita scorre e non ce ne accorgiamo, ritroviamo noi stessi nella prima mano che stringiamo, accogliamo il conforto che ci guida da lontano.
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