San Giovanni

Grazie a mia zia che è in vacanza a Capalbio posso godermi tutta la luce di casa sua in completa libertà e solitudine.



Ho tutto lo spazio per mettere un cuscino di fronte alla finestra, ascoltare il vento dall'alto e meditare in silenzio, grato e pacioso.

Scrivo, leggo, pratico yoga, faccio colazione sul balcone, circondato da piante e affacciato sugli alberi di porta metronia.



Al tramonto, mi lascio andare a lunghe passeggiate intorno a villa celimontana; intorno al Celio, lungo un viale antico mi perdo tra chiese romaniche case romane e sconfinato verde.





Mi fermo davanti al parco per ammirare la luce del sole nelle ultime ore, siedo ad ascoltare jazz, in compagnia di una piacevole pizza con zucchine, patate, melanzane e radicchio.

Scopro tra i vicoli intorno via gallia e via sannio villette a schiera, case basse e angoli solitari, cortili e lotti del ventennio, strade silenziose che lasciano intravedere la chiesa di San Giovanni.




Mi godo questa solitudine con sfacciata gratitudine, mi accorgo di essere sempre ammaliato dalla bellezza e comprendo che il mio libero istinto è quello di raccontare, viaggiando, il miracolo di ogni giorno, di ogni scorcio, di ogni incontro.

Aiutando mio fratello in edicola sperimento le infinite forme di esistenza che camminano sulla stesse strade: la signora che porta i nipotini, la ragazza che fa giocare il cane, il nonno che non tollera chi compra Repubblica, la signora in splendida forma che si mantiene giovane e abbronzata tra palestra e camminate, il simpatico agente immobiliare, la signora americana che è venuta in italia per allontare il figlio dalla cultura del consumo, il pittore che chiede i giornali vecchi, l'appassionata di Renato Zero, la coppia che gira sempre insieme, la ragazza timida, la signora che mi parla dell'imprevedibilità, chi della violenza delle strade, chi dei viaggi, chi dei film.. parlo con una signora di come spesso si invecchia male, portando sulle spalle il peso della vita anziché curarsi con saggezza e gratitudine di ogni momento che passa.



Di fronte a me, al bar di Piazza Tuscolo, una ragazza fuma guardando il telefono, beve un cappuccino e incrocia le gambe, arriva una chiamata e le si illumina il viso, sorride felice guardando a terra.

Le relazioni sono spesso vincoli cui ci agganciamo senza riuscire a staccarsi, sono forme di attaccamento a cui diamo nomi e ruoli da difendere. In realtà, una vera relazione è quella in cui si dà senza chedere nulla, senza aspettarsi nessun ritorno, niente in cambio. Dai e vai, senza lasciare traccia, senza porsi il problema di chi sia a ricevere, se un fratello un amico o un familiare, più dai più te ne freghi, meno possiedi più ti sentirai libero.

Un bacio entra dentro casa e nella stanze del tuo cuore.. ti sembra di volare insieme alle foglie che escono dal balcone.

Un bacio è per sua natura un incontro di un altro mondo.
Un viaggio nell'altro andando lenti, assaporandosi, vivendo il momento come il migliore della vita.

Un bacio dovrebbe essere sempre giusto, non dovrebbe mai ferire nessuno, dovrebbe solo trasmettere felicità.

Ogni volta che vedo una coppia baciarsi penso che la vita si possa rappresentare in quella semplice immagine. Non c e muro che possa dividere l'incontro di due anime.

Leggevo di alcune donne monache del nepal, esperte di kung fu. Ex libraie di londra che hanno scelto di dedicare la loro vita alla pratica meditativa, mi hanno fatto pensare al senso della vita, delle relazioni, del nostro vivere sempre.in.funzione di.cosa siamo o.vogliamo, di come percepiamo.e.cosa.ci aspettiamo, come.veniamo percepiti accettati amati o.capiti, un sussuguirsi di relazioni.che sono specchio delle.nostre resistenze, cerchiamo che l altro ci protegga da ciò che siamo, da ciò per cui esistiamo.
In realtà, una relazione che non.abbia nome e storia personale è la semplice attrazione tra due esseri chi si legano senza sapere nulla dell'altro.

Le relazioni in un contesto monastico, ad esempio, sono senza nome. Sono io che vedo te come una manifestazione di amore puro, senza sapere nulla di te. Non chiedo il tuo voto politico, la tua città, il tuo carattere, le tue parole,vedo solo te come me, sei fonte di ricchezza, conoscenza, vita che si muove. In un contesto del genere, non ci sono aspettative,non ci sono dolori, c e solo voglia di donare amore, nessuna paura del futuro, nessun attaccamento al passato, a ciò che sei stato, hai detto o fatto. Ricordati di amare e sarai senza nome, ricorda che hai bisogno di amore e sparirà la rabbia, ricorda che non sei quel nome e quello che hai fatto, sei solo amore.

E quando conosci l'altro, ti unisci al suo amore, al suo bisogno di amare, al suo sentire che è anche il tuo.

Le relazioni sono forme di attaccamento, per bisogno di sentirci identificati, respiriamo quando l'altro ci riconosce.

Dare amore è l'unica relazione che non ha tempo, non ha luogo, non ha nome.

Amiamo l'altro non perché ci ha fatto del bene ma perché merita amore.

Pochi giorni fa ho nuotato nel mare di ostia fino a che un improvvisa secca mi ha fatto accorgere del rumore assordante del silenzio: appena ho smesso di nuotare ho poggiato i piedi sulla sabbia e mi sono voltato verso l'orizzonte: d'un tratto, tutto tace, tutto torna senza parlare, nel tempo di un battito di onda mi sono sentito immerso dentro  una atmosfera di pace.



Di mattina, all'alba, cammino fino al Colosseo, per poi prendere la metro verso l'ufficio. Sono solo in strada, qualche turista che scatta foto, una ragazza che cammina, un altro che corre. Il resto, è cartolina: la luce dal celio al Colosseo passa sopra le mura e si prende tutto lo spazio. Il fresco del mattino e il perfetto angolo dell'anfiteatro Flavio mi fanno crogiolare in questo scorcio di inizio giornata.



La gratitudine ha un peso enorme sulle nostre vite, trasforma la lementela in un gigante attimo da vivere, un pensiero che voleva disturbare viene superato da una luce da ammirare, un tramonto tra gli alberi spazza via i ricordi, una nuotata rallegra il cuore, una birra in compagnia ci rasserena e ci diverte.



Se apprezziamo quello che abbiamo, abbiamo fatto il passo piu lungo di tutta una vita.



Roma, verso sera, in questi giorni di fine luglio, ha una calma che accarezza il viso, una luce fresca, una pace che sa di estate. Il cielo si libera di ogni timida nuvola e cade nudo sopra i palazzi, con macchie di giallo rosa rosso e blu bagna le case e pulisce le strade, si fa spazio tra i rifiuti e fa allungare il collo dei passanti che dalle panchine di un parco o dai sedili di un arena spostano lo sguardo verso le stelle.

" c'è  sempre serenità dove c'è bellezza, vuoi che sia opera della natura, vuoi che sia opera dell'uomo."



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