Di carezza in carezza.
La gente va e viene.
I secondi vanno e vengono.
Le emozioni entrano e se ne vanno.
I pensieri sorgono e svaniscono.
Il tempo passa, i film finiscono, le vite si intrecciano senza sosta da una tomba ad una culla, vita e morte si tengono per mano, niente è duraturo, nulla ha un peso tale cui potersi attaccare per sempre.
Le esperienze iniziano e giungono al termine, ogni cosa per sua natura volge alla fine, non ha possibilità di mantenersi in vita, non esiste integrità in nessun corpo, neanche in quello del più potente e ricco del mondo.
Proprio per questo ogni uomo è legato all'altro, naviga in questa esistenza con la stessa natura impermanente di ogni altro.
Siamo sullo stesso mare, tutti viviamo in quanto collegati per natura alle vite degli altri.
Per essere tuo amico non ho bisogno di conoscerti, non mi occorre sapere il tuo nome e la tua storia per volerti bene.
Tu sei me, ne meglio ne peggio, sei un fratello che mi può essere padre o figlio, insegnante e compagno di vita.
La mia unica volontà, mentre incontro il tuo sguardo, non è ricevere la tua gentilezza, bensi rimuovere la polvere che non ti fa vedere la natura che ci lega.
Sono in treno verso latina, vado a trovare il mio amico Antonio.
Un breve viaggio in treno, poca gente alla stazione, osservo fuori dal finestrino e trovo amore anche nei sassi che tengono il peso delle rotaie.
" Non è che sono più felice di una volta
O forse sì
È che alla fine ogni cosa ti stanca
Tutto qui
Guarda che bella sorpresa la vita
Che ad un certo punto ti svegli è finita."
Quante cose tengono la presa per paura di cadere, quante vite appese nella ricerca di qualcosa che pensano di trovare in un figlio o in un marito.
La vita, leggera per sua essenza, va vissuta viaggiando in un treno di allegria, tra finestrini aperti sul mondo della conoscenza e sorrisi da lanciare fuori come fossero coriandoli. Nulla da trattenere, niente da possedere.
Niente è nostro se non l'amore del mondo, l'infinito canto dell'universo.
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