Chianciano Terme.


Ero diretto verso siena.. poi un treno in ritardo mi fa fermare a chiusi. Scendo dal treno, un improvviso sole illumina la stazione, i coldplay cantano Yellow e io mi sento gia in viaggio.


In attesa del pullman verso chianciano mi prendo un caffè, parlo con la coppia del bar, poi al tavolo conosco una simpatica signora romana che si sta facendo il cammino fino a viterbo. Ci raccontiamo le esperienze dei vari cammini, da Santiago alla francigena.


Sul bus mi lascio spiegare la bellezza della vita dalle colline  che sembrano disegnate, due ragazzi di fronte si raccontano le prime uscite con le ragazze e mi vien da sorridere.


Passiamo a sarteano, un borghetto color rosso, come la roccia che lo protegge, come il panorama intorno.


A cena,.conosco un romano che vive qui da anni, ha aperto un ristorante e ha scelto di abbandonare tor bella monaca, per scegliere la qualità della vita. Un affitto,da queste parti, al massimo raggiunge i 500 euro.

  

Guardo le case, tranquille dimore nel cuore della campagna, e penso a lei, e ad una vita bucolica.




"Ti aspetterò.. perché sei tu che porti il sole!!"







 In un mattino incantevole, davanti il panorama che disegna le forme del Borgo antico di Chianciano, mi sono sentito di nuovo felice di stare solo.


Una nuova relazione con me stesso, parlando con le altre culture, conoscendo i luoghi, superando i confini delle regioni e della mente, ritrovarmi in ascolto di una voce interiore calma, un richiamo di dolcezza. 


La dolcezza, spesso non ce ne accorgiamo, ma è ciò che più ci manca.


Dopo anni di matrimonio, diamo tutto per scontato e ci dimentichiamo quanto un piccolo gesto, tenersi la mano, un bacio al risveglio, la carezza della sera, ci nutriva e ci faceva sentire amati.


A volte, per non ammettere questa mancanza, ci affoghiamo nei dolci, a volte nei social, per mancanza di attenzioni.


Guardate un anziano che è rimasto solo;


È stato per una vita duro senza mai esprimere sentimenti, ora è sulla panchina che parla con il cane e sorride, lo accarezza con gesti teneri che gli disegnano il viso.


L'uomo si dimentica della moglie ma rinasce e si riscopre nel crescere un nipote. È sempre la dolcezza che ci manca, è il motore che fa camminare le nostre vite, anche se non lo sappiamo, dalle mancanze di dolcezze nascono i nostri bisogni e le nostre paure.


Un bambino si sente vivo e speciale in mezzo alle dolcezze, quando cresce non sa come procurarsi amore in mancanza di quei gesti.


Facciamo tutto per mancanza di cose piccole che abbiamo dimenticato, di gesti che sembravano scontati e normali e ora li ricerchiamo con ossessione.


La dolcezza si prende cura delle cose fin dalla nostra nascita.


Una carezza cura i lati oscuri, un bacio avvicina, un abbraccio elimina le distanze.


Siamo tutti alla ricerca di un po' di dolcezza, solo esserne consapevoli allevierebbe la fatica di essere ciò che non siamo.


Quando ti riscopri dolce, ti curi di un buongiorno, di una vista, di una chiacchierata, di una conoscenza nuova, ti pettini con calma, ti vesti con cura, cammini con grazia, parli con eleganza.


La dolcezze unisce i monti con gli uomini, sconfina le differenze e unisce le diverse lingue, porta doni come fossero torte, rende limpido ciò che è grigio.


Da un animo dolce che cammina per il mondo escono fiori che cadono sui passanti, nulla è più separato, gli uomini sono tutti uguali, siamo solo alla ricerca di un po' di tenerezza.


Siamo tutti uniti da un bisogno di amore, da una spasmodica ricerca di relazione, dalla intima voglia di stare insieme.







Esco a piedi, l'acqua mi riempie le scarpe e i vestiti, raggiungo il centro nuovo.. mi immergo in un boschetto che mi porta su al paese vecchio, un borgo medioevale sospeso sopra le autostrade che costringono a correre.


Entro alla Chiesa dell'Immacolata, conosco un ragazzo dal sorriso pieno di vita e una Canon vintage sulle spalle, viene da Castiglion del lago. 


Scambiamo commenti sulla bellissima luce del paese solitario e abbracciato dal panorama che stende sugli occhi una nebbia che sa di tempi andati, di immagini che superano le cose superflue.




Il vino rosso, le colline, la pioggia.. i borghi medioevali.. questi sapori di autunno mi sono mancati.. e per molti anni non li ho più vissuti.


Sognavo di tornare a passeggiare tra le colline toscane.. e questi sapori toscani di osterie e semplicità, di natura e vini invecchiati.. di archetti in roccia, di strade isolate.. mi riporta alle tante vacanze fatte con la mia amata, ad un periodo spensierato e innamorato.


Al bar del centro storico, appena passata la porta, mi fermo per una squisita zuppa di legumi e un buon rosso locale, lasciando lo sguardo sulle colline, sopra gli alberi, perdendomi nelle vie isolate e nelle vite che non smetterò mai di voler conoscere. Il panorama circonda l'antico borgo, una luce romantica bagnata dal lago di chiusi, un'epoca ferma, un sussulto di pace che soffia fino alle vetrate del bar. 


Frittelle di mais, lenticchie e un Carpineto doc mi stringono nella sedia, immobile e incantato.



Bere un corposo rosso davanti alle colline toscane...


" questo momento sa di eternità."




Qui la parola vegan non sanno cosa sia, qui è qualità del cibo la carne di cacciagione.


Passeggio per il centro storico, visito le chiese, osservo la val di Chiana dall'alto.


Vado a prenotarmi una giornata alle terme, torno in camera per fare un po di yoga. 


Scrivo,  leggo, medito.. 

Quanta beata libertà.


Esco per cena, vado al pub del centro, per vedermi la mia Roma.


" ti lascio il mio inno.. dentro un mare profondo."..








































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