Lascia parlare il cuore.

 

Ci tolsero le espressioni.. 

per comunicare  sorrisi, ricordi ... emozioni.


Ci tolsero il respiro,


Il cinema, andare in giro.


Il ballo, il gioco, la comitiva..


Il viso al sole, i concerti e la partita.


I teatri, i baci, le strette di mano.. 


La scuola, le mostre, andare lontano.


Ci tolsero le lunghe tavolate in casa,


La birra con gli amici, lo stadio e la strada.


Ci tolsero Roma di notte, quando puoi camminarci senza fretta, quando ti puoi vivere tutta la sua bellezza.


Ci tolsero nonni, zii e nipoti.. 


Ci dissero di restare devoti.


Ci tolsero manifestare, lavorare insieme, unirsi, andare in vacanza.. 


I viaggi lo sport e la speranza. 


Ci tolsero la libertà.. di vivere, esprimere, educare,  ricercare, dubitare .. 


Ci tolsero l'aria per respirare.


La gente da abbracciare..


Le persone da andare a trovare.


Ci tolsero la voce, il sorriso, lo stare insieme.



Ci restò quello per cui siamo nati.. 


Amare, ridere.. sognare..


Volersi bene.



A volte sento che il dolore intorno è troppo grande.. ho paura di non farcela a sostenere ogni sofferenza che mi capita di alleggerire. Poi però sento una responsabilità ancora più grande.. e non posso scappare,


mi sentirei ingiusto, egoista.





A me, piu che stare male.. 


Spaventa vivere male.


A me, spaventa più l'infelicita' che la malattia.


E se l'infelicita non ti spaventa,


Hai già una malattia.
















Papà mi dice che zia, sua sorella, sta malissimo. La sua voce viene interrotta da lunghe pause, silenzio che hanno il peso di urla che straziano il cuore.


Cosi, mentre mi parla, chiedo come arrivare coi mezzi e se nel pomeriggio si può entrare. 


Da SanPaolo mi incammino  fino a piramide da li metro b fino a Termini, linea A e scendo a san Giovanni, attraverso e vado a prendere la C. Un lungo viaggio fino a Torre Maura. Entro in clinica, incontro mia cugina:vale', non ce la faccio piu, ho solo voglia di stare un po' da sola. La distraggo, le chiedo di sua figlio,del suo primo marito, degli amori di una vita, sorride e viaggia lungo gli anni più spensierati che l'hanno vista sognare e ridere. "Danie', guarda che figlia che hai fatto, ha 29 anni non ha avuto un papà mai al suo fianco, eppure è un fiore, una donna forte, che brilla come il sole. È merito tuo." Lei si illumina, la sua stanchezza diventa tenerezza, dolore che si sgretola e si ritrova ragazza, ancora con la voglia di amare. 


Vado su, guanti gel e camice. 


Entro, zia è irriconoscibile, dorme su un fianco, con la testa piegata. Mi arriva un pugno allo stomaco. Incasso il colpo, mi faccio forza. Mi avvicino, faccio il suo nome, poi la accarezzo, la massaggio, la stringo, la abbraccio. Poi le tengo la mano: " Zi, ciao zi so Valerio. Quanto sei bella zi. Ma lo sai, io te vedo e guardo sempre un mondo pieno di allegria, di calore, di affetto vero. Ti volevo ringraziare, per tutte le volte che mi hai fatto ride, per tutti i regali che mi hai fatto, per quello che mi hai insegnato. Hai perso un marito giovane, un figlio giovane, eppure eri sempre li, piu forte di prima. 


Sai, tu per papà sei stata piu di una sorella, eri un ancora di salvataggio. Questi giorni è spaventato, perché tu per lui sei stato il piu grande amore della sua vita, dopo mamma. Ho imparato a conoscerti bene, attraverso i suoi occhi. Grazie zi, ora devi solo stare tranquillo. Il tuo viaggio qui è completo, hai fatto tutto e piu di tutto. Hai dato alla famiglia un amore che non riesco a mettere dentro una parola. Ora zi, ti assicuro, che ti aspetta un viaggio ancora piu bello. Hai smesso di faticare, ora ti aspetta un mondo di luce, la pace che tutti sogniamo.stai tranquilla, lascia andare e non avere paura. Io sono qui. Ti voglio bene."lascio la mano,  mi guardo intorno per vedere dove sia stato messo il mio rosario, lo trovo al suo collo.. e scoppio in un lago di lacrime, che non riesco a fermare.


Recito un mantra a me caro, lei apre gli occhi. Non riesce a dire nulla, ma nel suo sguardo leggo quello che mi diceva sempre.. " tu hai ripreso de nonno, era un viaggiatore come te,amava gira il mondo,conosce la gente."


La bacio e mi avvio alla porta. Lei mi segue con gli occhi. 







Scendo, abbraccio mio cugina. 


Chiamo mio padre. 


Lo rassicuro che zia sta in pace.


Papà resta in silenzio. Nel suo lungo sospiro sento una lacrima di amore profondo.. lunga quanta tutta la vita che ha vissuto al fianco della sorella. Un abbraccio al telefono. Che lega come un filo padre, figlio, zia..  e tutti i dolori, le fragilità del mondo che si aggrappano con forza all'unico muro che sorregge dalle paure e porta in salvo: l'amore.


"Ho parlato a lungo con zia papà, e ho pianto ancora di piu. Che dolore vederla cosi. Ma l ho accarezzata, l ho baciata tutta. Lei ha sbarrato gli occhi, mi ha seguito con lo sguardo fino alla porta, come se non volesse lasciarmi andare. Mi salutato con gli occhi."



Torno a casa.


Esco al balcone, mi faccio una tisana, metto chat baker e poso gli occhi sopra i riflessi delle stelle. 






Suonano le campane della Chiesa, mi salgono i brividi in tutto il corpo, lascio parlare il cuore.






Arrivo a trastevere nel fresco della mattina ancora silenziosa e fresca. La luce è di quelle che adoro, si posa sulle fontane, sulle facciate delle chiese, dipinge le vie e tutto il resto che si muove lento; gli occhi, i passi, le emozioni.

La luce del tevere apre il cuore a tutto il cielo di Roma, dal ponte osservo questo incanto e comprendo che il mondo intero è tutto qui, nei miei occhi che stanno assorbendo la luce delle cose, la magia di ogni attimo.


















Vado a donare il sangue. Solo il pensiero mi fa sentire meglio.

Appena sono entrato la sensazione di benessere che provo li dentro è inspiegabile. Quando si fa del bene lo respiri intorno, c e aria pulita, buona, piena di amore.

La volontaria che mi porta il caffè  sorridendo, la dottoressa, le donne 


 che scherzano con le mie vene.. giganti!!

Mi vengono offerti doni, sorrisi, gentilezza, calore.. non è sangue quello che si dona, ma solo un po di amore.





Mi piace di più il periodo prima del Natale,  non gli ultimi giorni che sono i giorni delle corse ossessive ai regali Ma le giornate prima passate Nei veicoli a Trastevere a vedere queste strade illuminate da luce e alberi, c'è un atmosfera di gioia, di intimo calore ed è un peccato vedere le persone come vengono trascinate dall'ossessione della fretta del regalo dei soldi della spesa' completamente perdono di vista il senso magico di questo periodo che dovrebbe solo essere circondato da semplicità affetto vicinanza con gli altri.





Mega colazione al bio bar.







La bellezza è nei dettagli che dimentichiamo. Nella crema agli agrumi, nelle piante e nei sorrisi della gente. Nella luce dei balconi,dei musei, delle torri.. negli odori e nei semplici grazie.







Ho incontrato un mio vecchio amico e la prima cosa che mi ha detto è stata:" Che bello vederti! poi abbiamo iniziato a parlare di fotografia di come anche a lui piace staccare nei giorni liberi e girare  fare foto, prendersi una giornata dedicata ad una passione di libertà. parliamo di un nostro amico in comune che se n'è andato a vivere in campagna sulla Laurentina, un istruttore di cani  che si sta dedicando ad uliveti in un grandissimo terreno.  lui  aggiunge:" non ci abbiamo capito niente, Ci siamo fatti fregare o ci hanno fregato: è lì dove dobbiamo vivere."





Con mio fratello, giriamo il cuore di Roma, e tra un forno, un enoteca e un osteria, ci viviamo la magia del Natale, passando da Trastevere fino a campo de'Fiori, poi da piazza farnese prendiamo via Monserrato e quasi non sembra la Roma di sempre: le luci di Natale formano palle e stelle sopra i palazzi, un gioco di riflessi che mi lascia perplesso dalla bellezza che ancora mi sconvolge come se fossi sdraiato sotto un cielo  stellato nel cuore di un isola deserta.































Passo alla birreria Farenheit per cercare il libro su John e Yoko. Arriviamo a san pietro, percorrendo a piedi la spettacolare ed elegante via della conciliazione. Un intera giornata a piedi nel cuore di roma,con mio fratello, passeggiando e pasteggiando delizie romane, Vino del Lazio e assaporando la magia delle giornate romane ascoltando gli artisti sopra ponte sisto, o musica soft dentro i localetti. 

Torno a casa, antonio mi invita a cena.

Io lui e Paolo ci facciamo una grande abbuffata vegan con amatriciana, polpette al sugo, patate al forno con maionese,burger, e dolci.

Chiacchiere, risate, sketch di alcuni comici e poi speciali su diverse inchieste italiane e misteri mai risolti.








Colazione con antonio e Paolo daci wani.

Vado a pranzo dai miei. Li abbraccio come forse mai, me li stringo forte, mamma ha il sorriso che spalanca le finestre, sprigiona allegria. Papà, che in questi giorni sta soffrendo tanto, lo abbraccio fino a farlo sentire al sicuro, dentro un rifugio di amore.

" e cambiamo anche noi .. "

Una giornata vissuta con un calore intimo, come fosse il Natale; sarà la distanza, sarà che stiamo vivendo un dolore forte.. ma ci viviamo ogni attimo come il piu bello di sempre.

Primo secondo vino  e dolce.. chiacchiero con papà, mi vedo la partita con bizio, mi godo mamma in cucina, poi nel pomeriggio, io e lei usciamo a fare spese e le faccio un regalo.

A casa, ritrovo dei messaggi audio che mi colpiscono come un onda sul viso. E mi viene in mente la canzone di Brunori..






"Non c'è e cosa piu leggera della penna,

Non c'e' cosa piu  bella delle parole.

Dopo mille anni continueranno a leggerle.

È La celebrazione della vita.

Chi scrive, ama la vita.

Poiché devo morire.. spero che la morte possa trovarmi intento a leggere o a scrivere." 

Petrarca






"C'è una storia che nasce..e un'estate  che muore."


















































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