loving kindness.
alle 9.30, in un cielo nuvoloso, ragazzi ragazze uomini donne e anziani spostano pacchi da una parte all'altra, si caricano buste sulle spalle.. per portarli nelle macchine.
guardo questo movimento, mentre bacio daniela, abbraccio mario, saluto tutti e mi carico le buste, i sacchi, pacchi alimentari e giocattoli per i bisognosi.
è un movimento allegro, gioioso, ci si incrocia con pacche sulle spalle e sorrisi, si attraversa la strada tirando su i pacchi, sorretti da un cielo inglese e un aria primaverile.
è una danza d'amore, un abbraccio, una condivisione di chi crede che un piccolo seme fa germogliare interi campi di girasole.
Daniela regge tutto da sola, in piedi come una roccia, solare come l'estate, gestisce tutti i volontari ed è amata da tutte le persone che aiuta. Mi stuzzica.. ridendo.. " stai sempre in giro eh?"
entriamo nella piazza dedicata ad un cantante, un poeta, della nostra terra: Fabrizio De Andrè.
mettiamo le bandiere, posiamo i tavoli, sistemiamo il gazebo, bambini peruviani corrono appena vedono la piazza piena di giocattoli e pasti per tutti.
questo gesto, questo scatto in un istante brucia in me un brivido, gli occhi mi si fanno lucidi, entrano in piazza le donne di magliana, abbracciano daniela come fosse una loro figlia, una scena cosi genuina che mi riporta alla roma degli annni 80.
sotto gli alberi, i sigori anziani giocano a carte, piu avanti bambini di tutte le nazionalita. rom sudamericani asiatici romani giocano, corrono verso la piazza come se avessero visto oro.
vado in fondo alla piazza per dire ad un padre, che si vergognava.. : vieni su, e ti prendo un pacco intero per tuo figlio. lui sorpreso, " davvero posso?" e si apre in un grande sorriso, prende suo figlio e lo fa volare in aria con un mano.
andiamo nelle case del quartiere, una signora anziana sola, quando mi vede salire al sesto piano con i pacchi, si scusa.. " perdoname figlio mio, ma non ce laccio a moveme. "
entro in casa, poso i pacchi, mi saluta come fa una nonna amorevole.
portiamo un giovo da tavola ad un signore che non ha piu le gambe, pacchi alimentari e giochi a persone sole, anziane, povere, realtà difficili, eppure, con un cuore enorme, pieno di gratitudine al punto da lasciare un contributo.
daniela mi racconta dell'affetto del quartiere, "le donne mi chiamano per sapere come sto, ci vengono a trovare, ci ringraziano continuamente, sanno che noi stiamo dalla loro parte e si fidano, ci hanno messo un pò ma ora che ci conoscono sanno che se ognuno fa la sua parte, il mondo si puo cambiare."
guardo le donne in piazza, i ragazzi al muretto coi bomber che chiacchierano, i signori al bar, alzo lo sguardo verso i balconi segnati dal tempo, le finestre e i panni che volano verso il cielo, un ambiente intatto, duro, una vita ancora popolare, che si trascorre in strada, tra la gente.
Conosco Chiara, di magliana, ci da una mano e mi accompagna con la macchina, si è svegliata presto per fare le pulizie in un b&b, poi è venuta con noi in piazza, nel pomeriggio va a fare compagnia ad una signora anziana che vive sola, ai parioli. " la conosco da anni, ormai c'è un affetto, ogni tanto vado a trovarla, le faccio compagnia, non mi va di lasciarla sola."
Chiara è separata, ha 3 figli, uno vive in svizzera. " ha finito gli studi ed è è partito, è stato per un po ospite da una mia amica, gli è piaciuto ed è rimasto. Sono contenta che si trova bene. "
la chiacchiere con mario, masimo, la simpatia spontanea della signora alla cassa del bar, le ragazze che si fermano in strada e restano soprese quando le dico che i giocattoli sono gratuiti, per tutti i bambini, quanti ne vogliono.
Le famiglie si fermano a chiedere, do le informazioni su come chiedere un pacco o prendere i giochi, le loro reazioni mi commuovono.
guardo la loro umiltà nel venirci vicino, cosi quando li vedo timidi vado da loro con un sorriso amorevole, per farli sentire a casa, li rassicuro che siamo li per loro. La vera gentilezza non è di essere educati, ma di essere di cuore, al servizio degli altri.
mi commuove una ragazza africana che viene da sola, giovanissima, a prendere tutti i pacchi e i giocattoli per tutta la famiglia, ha due occhi grandi, come se dentro possa entrarci tutta la vita che ha vissuto e anche quella degli altri. Tiene gli occhi verso il basso, si guarda intorno e poi si carica il peso. La guardo andare via, da sola, sulla strada, alta, fiera, umile, forte, libera. come se, in fondo a quel dolore, ci fosse tutta la sua bellezza, quasi una certezza di stare dalla parte del bene, del giusto, sostenuta da un Sapere piu Alto.
una signora, dolorante alla gamba, vorrebbe andare alla macchina da sola coi pacchi, la convinco a farsi aiutare. Camminiamo insieme intorno alla piazza, mi parla dei suoi problemi coi reumatismi.. " er dottore m'ha detto che dovrei camminà ma nn me va, pio sempre la macchina. "
le signore che vengono a salutarci, i bambini che ridono, il volto dei volontari, il sorriso di Chiara, la forza siciliana di Daniela, davanti a me il cuore della magliana, i ragazzi passano veloci con sopra i caschi le scritte della cura sud e dietro le ragazze senza casco.
Guarda la piazza, penso a Fabrizio De Andrè,a come guardava il mondo, a quella poesia nello sguardo che non lo ha mai abbandonato, una poesia che anche nei momenti piu bui, ha trovato la luce per splendere ancora piu forte.
c'è un filo, esiste un filo che lega tutto e tutti.
parte dal cielo e si snoda per tutti i paesi e le terre, naviga tra i mondi, attraversa l'universo e non risparmia nessuno, non distoglie lo sguardo da nessuna vita.
oggi ho visto questo filo camminare tra le strade di un vecchio quartiere popolare. l'ho visto annodarsi sottile tra le ombre di una veste, sulle lacrime di una signora dal volto scuro, sotto le scarpe nike dei ragazzi, nei sorrisi dei bambini senza scarpe, nella signora con una larga maglia blu ed un seno grande quanto il suo sorriso, inchinarsi, sedere sulla panchina, aspettando il marito che prendeva i giochi del figlio e li portava sulla pancia della mamma, il filo sulle labbra di una donna che chiedeva scusa per chiedere un aiuto, negli occhi dei volontari, nelle signore sulla soglia della porta, nella gente sul balcone, in piazza, ai tavoli, mille mondi diversi e distanti uniti dal senso grande che lega tutti, stare insieme è l'unica verità che ci unisce, stare insieme è cio che desideriamo tutti e ci rende utili, felici, è cio che ci restituisce il Senso.
quel filo lo puoi chiamare Dio, o l'amore dell'universo. è il filo che muove regge e sposta ogni esistenza.
se guardi attentamente, guida ogni tua scelta, è li che ti accarezza il cuore prima di andare a dormire, veglia sui tuoi sogni, ti abbraccia ad ogni risveglio.
l'unico compito che ci chiede di portare a termine è quello di allungare una mano verso l'altro.
Prima di cena, io e marianna facciamo una lunga chiacchierata al telefono. Ci sono incontri, lungo la vita, in cui ti senti a casa, in cui non devi alzare la mano per parlare, per farti vedere o sentire, ci sono persone che ti prendono cosi come sei, non chiedono altro che te, questo valerio con le sue forze e fragilità, un pacchetto completo abbracciato con amore.. e quell'amore lo respiri, ti accorgi che sei tu a manifestarlo, sei totalmente te stesso, a tuo agio, parli completamente libero, senza paura dell'energia dell'altro, perche senti una reale fiducia.. una purezza di cuore. e ti abbandoni totalmente a quell'abbraccio, senza fare resistenza.
" vale, perchè non ci innamoriamo io e te. Io quando parlo con te, sto bene. Non devo mettere maschere, mi sento accettata, posso essere vulnerabile, me stessa, mi lascio andare. Ma tu fuggi, basta proporti un cinema e già sparisci. Sei fuggitivo."
faccio una dormita cosi bella, lunga, rilassante.. che al risveglio non vedo l'ora di alzarmi e ballare, apro la finestra, metto un pò di jazz e ballo, acqua calda e limone, yoga e corpo che si invigorisce al sole che nasce, splendido .. in un cielo limpido, calmo, chiaro.
3 donne sotto casa ad aspettarmi, patrizia katiuscia e michela sono gia cariche e parlano senza sosta mentre io sono ancora nel silenzio della meditazione che mi ha rinfrescato la mente e rigenerato il cuore.
arriviamo al corso di risveglio, un grande abbraccio a gema, manuela, edoardo, fulvia, roberto, annamaria, denis e sua moglie.
Alla prima pausa rivedo annachiara che mi prende sotto braccio e ridendo mi fa.. " aiutami che ho i tacchi, andiamo a fare colazione!"
" vale, i tuoi occhi sono gioielli, chissà cosa vorrà dire, da quale incarnazione vengano."
le offro la colazione, mi allunga un dolce abbraccio, sediamo al tavolo, ci raggiunge roberto con denis e sua moglie.
questo calore, questo sentirmi a casa, vale la vita intera. è una comunità di figli e fratelli, mamme e nonni, che si riuniscono ogni mese per proseguire insieme un percorso di amore, un desiderio che non è solo nostro, è un mettersi al servizio del Padre, per il bene di tutto il pianeta.
Vado da Salvatore con un libro.. " mi lasci una frase che ti viene al momento? " e lui - quindi dovrei fare un'eccezione per te?- sorride e china la testa sul foglio, io metto una mano sul cuore per ringraziarlo di queste righe preziose come perle d'oro..
a pranzo siamo una bella tavolata allegra e spensierata, mi ritrovo di fronte a fulvia che mi racconta il suo Capodanno in presenza, tra i cavalli e la campagna, parliamo di costellazioni familiari, vite passate, blocchi karmici.
Dopo una ricca mangiata, camminiamo per tornare in albergo, resto a parlare con roberto che mi racconta la sua avventura con valeria, sua moglie:
" eravamo giovani e squattrinati, siamo finiti ad artena per una scelta economica, appena siamo arrivati è stato amore. Siamo poi andati a vivere a Cipro per anni, ma artena ci è rimasta nel cuore, cosi ci siamo tornati, oggi abbiamo case vacanze, taverna e bottega, non ci avremmo mai pensato allora."
Prendo un caffè con denis e sua moglie, denis stava per diventare un calciatore professionista, quando ha capito che non sarebbe mai emerso non ha retto, è finito a fare la vita di un ragazzo di strada rabbioso e ribelle, quel fallimento è stato una ferita che ha sanguinato fino ad un anno fa:
ero in macchina, in un giorno come tanti,e ho ripensato alla storia di Osho, che ha dovuto lasciare il canto, la sua piu grande dote. " l'esperienza del calcio mi ha insegnato la grande lezione del fallimento, non riuscivo ad accettare il fatto che avrei continuato a sentire la ferita finche restavo attaccato a quell'idea di me calciatore ingiustamente frenato dal mondo, aver lasciato quell'attaccamento mi ha alleggerito e ripulito una ferita antica, quell'esperienza mi serviva per poter fare quello che faccio oggi, il terapeuta."
Durante la lezione, Brizzi ci guida a tirare fuori il nostro meglio in un momento storico delicato in cui a breve potrebbe cadere tutto e dovremmo essere pronti a lasciare ogni attaccamento, ogni certezza, ogni comfort.
" non perdete tempo dietro alle vite passate, in questo momento, avendo una totale apertura di cuore al perdono, sciogliete il karma di tutte le vite e potete non tornare piu, tornerete solo per un atto di compassione, se lo decidete voi. Dobbiamo riunirci in comunità, presto potremmo dover essere costretti ad una scelta, se stare con il sistema e le sue finte promesse di pace, o ritirarsi tra chi, come noi, ha scelto un cammino di Luce."
mi permetto una domanda..
" ma visto che negli uffici, nelle case, nelle città, c'è sempre piu bisogno di aiuto e se arriveremo ad una fase di emergenza e disperazione, le persone non avranno piu riferimenti, non sarà forse utile il nostro intervento in aiuto di chi non ha gli strumenti adatti, anziche ritirarsi in comunità?"
" infatti, io la penso cosi, io al momento resto perche mi metto al servizio, ognuno però fa quello che si sente. La comunità, sarà per noi, la scelta piu adatta in futuro, e i governi dovranno venire a compromessi perche sempre piu persone saranno attratte da chi vive in comunità autosufficienti che sapranno dare l'esempio."
una ragazza, in fondo, si unisce alla mia domanda: " mi allaccio a cio che diceva lui, io sto aprendo una comunità che però allo stesso tempo si mette al servizio della città, una scelta di libertà senza però isolarci."
Vado a conoscere questa ragazza, siciliana, che sta avviando questo progetto a Roma:
" si tratta di una vera propria città, sarà un villaggio con una scuola, una chiesa, case per chi si vuole fermare ed aiutare, ci sarà una TV nostra, saremo autosufficienti ma attivi sul territorio."
Torno verso casa, le ragazze sono curiose della dedica di Salvatore, la leggono ad alta voce.
Mi faccio lasciare alla pizzeria sotto casa, una rossa croccante fuma verso l'alto, pronta per il mio palato.
La signora mi accoglie col calore di sempre.. " ciao tesoro dimmi!"
Allo scadere, la Roma segna su rigore.
Torna a casa per stendermi.
Chiamo mia madre, guardo la luce del cielo, sta arrivando l'inverno, ceno e mi vedo un film di Woody Allen, faccio i piatti.
canticchio nel silenzio di casa, tutta per me.
Grato a questa vita, cosi gentile e amorevole, che mi insegna ogni giorno a convincere le ombre a fare spazio alla Luce.
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