Mi sento protetto.

 

marzo 19, 2018, India - Rishikesh.


Mi sento protetto dagli occhi di una bambina che mi lascia un fiore da posare sul Gange mentre le parlo della scuola; dalla ragazza del negozietto indiano che mi sorride ogni mattino mentre mi da il buongiorno unendo le mani al petto e aggiungendo delicatamente "namasté";

Dal passo di una vacca, che cerca cibo e compagnia, pura espressione di una

vita compassionevole;

Dalla voce amorevole di mia madre che fatica a lasciarmi andare ma poi cede alla mia sete di libertà; dalla ragionevole e gentile cura di mia zia che mi spinge a seguire la mia strada senza dimenticare di restare saggio; dall' affetto e la comprensione di mio fratello; dallo sguardo emozionato di mio padre che resta dalla mia parte anche se non condivide.

Mi sento protetto dalle donne che mi hanno amato, acccettando le mie paure, i miei limiti, le mie debolezze e i miei attaccamenti. Mi sento protetto dall'azienda in cui lavoro, perché mi permette di avere tempo libero per me stesso e i soldi necessari per vivere di semplicità.

Mi sento protetto dal vento, quando sono solo. Dal sole, quando ho freddo. Da un sorriso, quando giunge la malinconia. Dal Gange, quando i rumori della strada violentano il silenzio. Dalla vita, che mi regala ogni giorno fiducia.

Dagli amici di sempre, quando mi manca la spensierata serata in compagnia.

Dalla gratitudine, che é il risveglio migliore.

Dai treni, che mi fanno conoscere il mondo. Dalla lingua, che permette al viaggio di trovare nomi e storie.

Dagli uomini, che mi accolgono in ogni sosta del cammino.

Dai viaggiatori incontrati e diventati amici, spesso anche insegnanti.

Dalla natura, in sintonia col mio respiro e con il mio passo.

Dalle bellezze del mondo, che mi ricordano quanto sia infinito lo stupore e l'incanto per le piccole cose.





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