La via del Risveglio.
sono giorni che dormo meno, l'energia è molto potente, la sento addosso, in aria nel petto, sulla testa, ovunque mi giro sento pompare adrenalina.
la cosiddetta fontanella, sulla cima della testa, in questi giorni zampilla fiumi di acqua e sembra non arrestarsi.
ero al parco e sentivo vibrare, poi a garbatella in un enoteca cascate di estasi dalla testa, vedo un film ancora brividi, medito e mi sento volare, faccio yoga esercizi esco in balcone.. una scintilla di luce riflette intorno alla mia aura, scosse di beatitudine mi riempiono il corpo, mi abbandono a questa forza che attrae a se ogni luce.
Patrizia viene a prendermi sotto casa e partiamo per il corso.
lei è una donna forte come una Valkiria, ha rivoluzionato piu volte la sua vita e ancora da battaglia, con sorriso ostinato.
arriviamo al corso, gli abbracci di tutti sono sempre ossigeno, ogni mese è come uscire da una grotta dove per 30 giorni non si vede luce e tornare una volta al mese a casa, dove finalmente riusciamo a vedere, a sentirsi parte di una fratellanza che respira amore.
Roberto mi da un grande abbraccio : valè, è una lotta continua, mi accorgo che piu siamo presenti e piu le mazzate sono toste.
Rivedo Valentina, una ragazza che presenta in Tv e sta portando avanti un progetto di comunità dentro Roma. Mi comunica di aver creato la chat, sorride e mi lancia un bacio!
Edoardo, Gema, denis, sua moglie, le ragazze abruzzesi, le napoletane, le venete, la coppia di genova, la coppia di roma, dopo tanti abbracci vedo marina che mi chiama per indicarmi un posto vicino a lei.
vado al bar per un caffè, rido e scherzo con due simpatici romani, una coppia di anime belle dentro e fuori. Ci salutiamo.
una bellissima donna, scura, con abiti color oro e un orecchino sul naso, non riesce a pagare il caffè perche ha soldi sani, mi allunga un sorriso gigante quando si accorge che ho fatto io, una sfumatura di luce su un volto abbronzato.
conosco una romana molto simpatica, parliamo di quartieri, ville e di come sia cambiata roma, si mette tra noi la napoletana, poi arrivano densi sua moglie e altri del gruppo. Risate, calore, ci raccontiamo baciati dal sole.
Siedo sugli scalini, un ragazzo musicista di Torre Del Greco mi racconta la sua difficolta di ambientarsi a roma dopo una vita vissuta nella tranquillità di Formia, e l'incanto di scoprire un 'infinità di ville e di chiese bellissime.
a pranzo siamo io denis e sua moglie, gema ci raggiunge e ci emoziona nel raccontare di Edoardo, marito e maestro. " conosco lati di lui che non pensereste mai, ad esempio ama ballare e quando è in pista si scatena!!""
mi viene a salutare la donna che viene da vicenza, solare e giunonica.. " valerio è sempre un piacere, ti trovo in splendida forma!"
nel pomeriggio, ritrovo altri ragazzi, donne, madri e figli che fanno da anni lo stesso percorso insieme, è un via vai di emozioni ed esperienze, non è solo il corso in sè a darci tanto ma anche l'energia che ci trasmettiamo tra di noi.
igor, si mette al sole vicino a me, mi racconta i suoi percorsi.
La giornate trascorre tra insegnamenti che scuotano la vita e risate che riempiono l'aria di allegria,
Brizzi, prima di salutarci, recita le parole di Maria Maddalena, l'aria è raccolta intorno alla sua voce che si fa calma, pacata e profonda, tutta la sala ascolta in rigoroso silenzio:
Fu nel mese di giugno che lo vidi per la prima volta. Camminava nel campo di grano quando passai con le ancelle, ed era solo.
Il ritmo del suo passo era diverso da quello di ogni altro uomo, e non somigliava, il suo incedere, a nulla che avessi mai visto.
Non è in quel modo che gli uomini misurano con i passi la terra. E ancora oggi non saprei dire se avanzasse rapido o lento.
Le ancelle lo additarono e presero a bisbigliare timidamente tra loro. Fermai un istante i miei passi, e sollevai la mano in segno di saluto.
Ma lui non si voltò, lui non mi rivolse lo sguardo. Lo odiai. Respinta in me stessa, così mi sentii, e fredda come se intorno a me infuriasse una tempesta di neve. Ero scossa da brividi.
Quella notte lo vidi in sogno; mi dissero, dopo, che gridavo nel sonno e mi agitavo senza pace nel letto.
Era il mese d’agosto quando lo rividi. Stava seduto all’ombra del cipresso, là nel giardino. Immobile, quasi fosse scolpito nella pietra, come le statue di Antiochia e delle altre città del Settentrione.
Il mio schiavo, l’egizio, venne da me e disse:
«Quell’uomo è venuto di nuovo. È là, nel tuo giardino».
Guardai, e fremette l’anima mia, perché lui era bello.
Il suo corpo era saldo e le sue membra sembravano amarsi.
Indossai allora abiti di Damasco e lasciai la casa per andare da lui.
Fu la mia solitudine, o la sua fragranza, che mi vinse? Fu una fame dei miei occhi anelanti bellezza? O fu la sua bellezza a cercare la luce dei miei occhi? Ancor oggi non saprei dirlo.
Mossi verso di lui con i miei abiti profumati, e calzavo sandali dorati, i sandali che m’aveva donato il comandante romano, questi sandali che vedi. E quando l’ebbi di fronte, gli dissi:
«Buongiorno a te».
E lui disse: «Buongiorno a te, Miriam».
E mi guardò, e i suoi occhi notturni mi videro come nessun uomo mi aveva mai vista.
D’improvviso fui come nuda, e ne ebbi vergogna.
Eppure mi aveva solo detto: «Buongiorno a te».
Gli dissi allora: «Non vuoi entrare nella mia casa?».
E disse lui: «Non sono già nella tua casa?».
Allora non capii cosa intendesse: oggi lo so.
E io dissi: «Non vuoi dividere il pane e il vino con me?».
E lui disse: «Sì, Miriam, ma non ora».
Non ora, non ora, disse lui. E la voce del mare era nelle sue parole, e la voce del vento e degli alberi. E quando le pronunciò, la vita parlò alla morte.
Perché, amico mio, io ero morta, sappilo.
Ero una donna che aveva divorziato dall’anima.
Vivevo separata da questo essere che ora vedi.
Appartenevo a tutti gli uomini, e a nessuno.
Prostituta, mi chiamavano, e donna posseduta da sette demoni. Ero maledetta, ed ero invidiata.
Ma quando i suoi occhi d’aurora guardarono i miei occhi, tutte le stelle della mia notte si dileguarono, e io divenni Miriam, solo Miriam, una donna ormai perduta alla terra che aveva conosciuto, e che si era ritrovata in un mondo diverso.
E ancora e nuovamente gli dissi: «Vieni nella mia casa e dividi pane e vino con me».
E lui: «Perché m’inviti a essere tuo ospite?».
E io: «Ti prego, vieni nella mia casa». Tutto quello che in me era zolla, tutto quello che in me era cielo, lo chiamava a gran voce.
Lui allora mi guardò, e il meriggio dei suoi occhi era su di me, e disse:
«Tu hai molti amanti, ma io solo ti amo. Gli altri, quando ti sono vicini, amano se stessi: io amo te in te stessa. Altri uomini vedono in te una bellezza che appassirà prima ancora dei loro anni. Ma io vedo in te una bellezza che non appassirà mai, e nell’autunno dei tuoi giorni questa bellezza non avrà paura di specchiarsi, e non conoscerà oltraggio. Solo io amo in te l’invisibile».
Poi disse a voce bassa: «Va’ ora. Se questo cipresso è tuo e non vuoi che sieda alla sua ombra, andrò per la mia strada».
E io gridai a lui e gli dissi: «Maestro, vieni nella mia casa. Ho per te incenso da bruciare, e una bacinella d’argento per i tuoi piedi. Tu sei un estraneo ma non sei un estraneo. Ti supplico, vieni nella mia casa».
Allora si alzò e mi guardò proprio come immagino che le stagioni dall’alto guardino verso il campo: sorrise. E ancora disse: «Tutti gli uomini ti amano per loro stessi. È per te che io ti amo».
Poi se ne andò.
Nessun altro uomo camminò mai come lui camminava. Era un soffio nato nel mio giardino, che alitava verso oriente? O una tempesta, che avrebbe squassato sin dalle fondamenta tutte le cose?
Non lo sapevo, allora, ma quel giorno il tramonto dei suoi occhi uccise in me il drago, e divenni una donna, io divenni Miriam, Miriam di Mijdel.
Saluto Brizzi e tutti i compagni di viaggio, prima di uscire vedo Anna, sua moglie.
La abbraccio, è colorata di blu, con una luce angelica che circonda la sua immagine, come non fosse di questo mondo, come fosse un angelo del cielo caduto per un attimo a sostenerci.
Le chiedo di Bari, che vorrei visitare, di alcuni santuari della puglia, poi del Vesak, la cerimonia di Maggio che non vorrei perdere.
" è assolutamente importante esserci, ce lo chiedono i Maestri, è un momento cruciale, dobbiamo stare uniti, lasciare che passi questo canale dall'Alto, noi abbiamo il compito di fare da tramite, dobbiamo far scorrere questa energia, non è piu tempo di disperderla o farla perdere, dobbiamo radunarci, viaggiate insieme, viviamo questa esperienza tutti insieme, è il Momento."
mentre parla, i brividi mi salgono in tutto il corpo e viaggiano veloci, una danza elettrica di atomi e cellule che si fano spazio nel cuore.
patrizia rachele e un suo amico, che si sono radunati intorno, sono anche loro toccati profondamente.
Anna mi abbraccia di nuovo.
Stavolta la stretta è dolce e profonda, sento l'utero dell'universo abbracciarmi il cuore.
" so che ti vedrò al Vesak. "
- spero di esserci.
- no spero, ci sarai.
mi arrendo alla sua luce .
- ci sarò.
fa un grande sorriso.
- Ecco. con quella luce che hai non puoi non esserci.
esco dalla sala in un fermento di emozioni che come corde mi fanno sentire in cima al sentiero.
io e patrizia riprendiamo la strada, il cielo tramonta sopra la tangenziale.
Patrizia mi da un grande abbraccio.
" valè, ci dobbiamo andare."
Ceno dai miei, bizio ha la maglietta ufficiale della Roma che gli ho regalato per i 50 anni, con dietro il suo nome e il suo numero.
Papà mi mostra gli hamburger veg che mi ha comprato, mamma mi regala un libro che ha appena finito, cose che nessuno sa. "E' un libro che mi ha fatto pensare a te. "
Rivediamo insieme delle foto e cerchiamo sui social una bambina francese che mia madre ha tenuto in casa fino all'età di 5 anni, quando io andavo alle elementari e tornare a casa sapendo di trovare Elodie era per me fonte di una gioia incontenibile. Aveva il viso di un angelo, rideva sempre, mi mettevo a terra con lei a vestire le bambole, era di una dolcezza che teneva per le mani il mondo senza saperlo, noi eravamo tutti incantati dalla sua gioia.
Vedere le sue foto da grande, che si è fatta donna, che fa foto scrive e disegna, gira in bici e racconta il mondo, mi ha riempito gli occhi di amore.
mi è tornata in mente una scena di qualche anno fa, tornavo verso casa in uno miei viaggi solitari nel cilento. Era buio, ero solo, una strada in salita portava dritta a casa mia.
a metà salita, un branco di cani rabbiosi coi denti di fuori avanza verso di me.
Io resto calmo, non lascio spazio ai pensieri, guardo in alto se posso arrampicarmi in qualche angolo, ma niente. continuo a camminare, quando arrivo alla loro altezza, il capo branco si ferma e punta lo sguardo su di me, tutti lo seguono e mi puntano, io non li guardo, non lascio uscire dal corpo nessun pensiero e nessuna emozione.
avanzo fino in cima, mi volto, il capo branco è li a fissarmi, minuti interi restiamo a guardarci.
gli altri cani proseguono, lui resta a guardarmi finche io non riprendo la strada verso casa.
Questa scena mi è rimasta scolpita nella mente non tanto per la paura in se alla vista del branco quanto per quello sguardo rimasto fermo su di me per tutto il tempo, quasi un incontro di anime, percepivo in lui una richiesta di attenzioni, una spiegazione alla mia protezione da ogni emozione disturbante, non sono loro a fare paura, ma le nostre emozioni. I cani sentono l'odore della paura, se avessi minimamente lasciato trasparire panico, loro mi avrebbero aggredito per tutta la notte.
Stessa cosa mi è accaduta in india, quando decisi di attraversare una foresta dove sapevo di poter incontrare i macachi ma era l'unica via per raggiungere un villaggio remoto che volevo conoscere.
Quando mi sembrava di aver scampato il pericolo, dietro un albero vedo sbucare un macaco che spalanca la sua bocca come fosse un garage di auto pronto a saltare su di me, senza neanche pensarci mi volto e proseguo a camminare. In un istante, non so come ne perche, lui si è seduto dove stava, come se fosse il piu pacioso dei budda, quando un attimo prima stava per sbranarmi.
evidentemente, gli animali sentono chi possono lasciar passare, sanno chi devono combattere e chi non devono combattere.
Quello che ho imparato da queste due esperienze è la mia gestione della paura, restare calmi come se non avessimo visto niente, e infine, la fiducia di stare nel luogo giusto al momento giusto, anche se in quel momento si viene aggrediti o derubati. Quello che è davvero importante non è uscire illesi da un evento ma essere riusciti a trasmutare un meccanismo interno.
oggi, mentre attendevo i fritti da portare a casa dei miei, ho notato le dinamiche meravigliose del nostro momento storico. Tutti, vogliono mangiare. e non è solo nutrimento del corpo, è mangiare il tempo, arrivare prima, scavalcare l'altro, stringere piu forte la mano del partner, tenere per guinzaglio il cane, parlare per farsi sentire da tutti, l'ansia della cassia, i conti, il pos che non funge, e poi sul retro, alcuni se ne stanno tranquilli, in pace, chiacchierando a bassa voce, finche non viene chiamato il proprio nome.
Rientro verso casa come se niente piu mi toccasse, il corpo la mente e le emozioni sono svuotate, una leggerezza profonda riempie l'intero organismo, mi sposto come se fossi nudo, sulla sabbia, in mezzo al cuore del mondo.
cammino e non sento spostarsi il corpo, non sento la terra sotto i piedi, è pieno di gente intorno ma ho la sensazione di essere solo e pieno, come se tutti fossero al mio interno, una tranquillità potente si espande dentro di me, uno stato di rilassamento totale che fa sparire ogni meccanismo reattivo, ogni movimento di pensiero inconscio, ogni corpo emotivo cade, sono immerso dentro una luce dove si percepisce solo beatitudine, pace, calma, quiete, una dolce tranquillità in cui mi osservo e mi amo.
mi amo senza essere identificato.
se ti ami il giudizio scompare, se non sei identificato, di cosa mai puoi aver paura? quale nome, quale corpo, puo morire, se non c'è niente la dentro?
l'anima, solo l'anima.. vive beata in eterno.
si gode il mondo senza vedere niente altro che UNO, niente di duale, nulla di separato.
con le mani dietro la nuca, si rilassa al sole.. aspettando il prossimo evento da ringraziare.
i brividi, anziche i pensieri, quelli dobbiamo seguire, percepire, ascoltare, l'anima è li che vibra aspettando che noi ne sentiamo l'odore e il richiamo.
il cuore, la sua voce, è un cartello stradale che ci indica la direzione.
LIBERTA'..
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