In viaggio per la Tuscia.

Passando per le campagne mi accorgo di quanto sia semplice un esistenza tra i pini e i vigneti. La mamma di elisa mi porta in viaggio coi ricordi di famiglia. Mi fa vivere atmosfere lontane, ormai andate. Una società che camminava lenta, una quotidiana convivenza serena tra le persone, membri di una stessa comunità in cui ci si aiutava anche per necessità reciproche. Andava con la corriera fino all'incrocio con due enormi colonne, li a pochi passi c era il papà con un cavallo bianco ad aspettarla. La campagna che porta a marta era una volta terra di conti e re; Poi decisero di lasciarla ai contadini che le avevano curate e fatte crescere rigogliose e splendenti. La gente del nord si incanta passando per queste vie alberate, non ci sono allevamenti intensivi, non ci sono alberghi o case prefabbricate, c'é solo incontaminata e vasta natura. Forse quel mondo di cavalli bianchi e colonne sulla via sta scomparendo anche qui, ma resta intatto un profondo legame con la natura, la terra  e le sue tradizioni. Elisa, parlandomi del nonno che non c'è piu, osserva che diamo per scontato tutto e ci accorgiamo sempre troppo tardi di quanto erano preziose le conversazioni coi nostri nonni, se perdiamo quello va in fumo un'intera biblioteca, si perdono tradizioni che senza la premurosa conservazione non potranno più esser tramandate per lasciar spazio ai nuovi agglomerati urbani che ormai ci sembrano normali, freddi involucri dove ogni individuo è uguale all'altro, senza nessuna specifica identità, nessuna peculiarità dovuta al suo vissuto e alle sue terre. Da new york a roma la differenza non si nota più, non ci sono piu i misteriosi rituali di appartenenza ad un luogo che arricchivano un viaggiatore nel conscere nuove genti. La mamma di Luisa mi porta per colazione crepes di ceci insaporite con fresca salvia da spalmare con crema di tofu e olive. È amorevole il suo rapporto con il cibo, mentre prepara non dimentica mai le proprietà di un pasto, conserva le tradizioni dei nostri avi, la fortunata ricchezza della nostra cucina mediterranea. Mi racconta che salvia si chiama cosi proprio perché salvava dai dolori e curava ogni malattia. La mentuccia purifica il sangue, i ceci venivano usati per rinforzare i muscoli dei gladiatori e la famosa Cecina di Livorno fu scoperta dai pisani  lasciando asciugare olio farina di ceci e sale del mare dopo una perdita in nave durante i viaggi che da Pisa portava a Genova nel periodo che  fu teatro di guerre tra le città. Scorriamo solitari tra alberi e paesaggi, vediamo le torri vegliare dall'alto sulla pace della terra, passiamo il centro storico di Tuscania restaurata con minuziosa attenzione dopo il terremoto del 70, arriviamo a Marta, e finiamo ad ammirare il tramonto sotti gli archi di Capodimonte. I vicoli stretti e senza rumori, i balconcini e i panni stesi, le terrazze panoramiche e i giganti orologi  sorvegliano il maestoso lago di Bolsena che trasmette profonda calma alla mente. Mi emoziona la gentilezza di questa famiglia che con amore porta avanti le tradizioni della loro terra e accoglie ogni viaggiatore come uno di casa. Mi rilasso cenando sotto le mura illuminate dalla notte, chiacchiero con un bambino lasciato solo dai compagni; Lo consolo esortandolo a non badare ai loro giudizi ma a cercare compagni che siano gentili con lui; mi saluta ridendo e saltando... "piacere di averti conosciuto".


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