La capitale Etrusca.

Elisa mi accoglie con un gentile sorriso, è con la mamma e una simpatica nipotina. Giriamo in macchina intorno alle mura di Tarquinia e a me sembra già di respirare in maniera più naturale, il ritmo dei passi sembra danzare insieme alla calma del posto. In lontananza dall' alto si può vedere Giannutri, l Argentario e alcune volte, anche la corsica. Tutto tace, tutto è Etrusco:
Le mura, le tombe, le scritte, le chiese, i mosaici, le tradizioni. Mi incanto a vedere i pavimenti bizantini nelle chiese, il Battistero, la fonte battesimale, la scrittura etrusca che viaggia da destra verso sinistra. La mamma di Elisa con orgoglio mi mostra dove è nato suo padre, in quale canale andava a giocare, in quale fontana a lavarsi. Le donne, portavano acqua e panni in vasi di terracotta, i pesi impegnavano le braccia e la testa in un equilibrio tra forza e dolcezza, armonia e candore. Mi racconta dei francesi che hanno portato via tutto nei 20 anni di dominio, delle lotte coi Longobardi e con viterbo, dei braccianti curiosi che spiavano i francesi. Tarquinia è antica, medioevale, ricca di storia e cultura, arte e architettura,  un paese con 32 torri, mura che circondano un borgo incantato nascosto tra il mare e la pianura incontaminata, dentro un paesaggio luminoso, un verde che brilla di luce tra cielo e mare. 
Andrebbe valorizzata e fatta conoscere al mondo una terra così bella, un borgo cosi caratteristico e ricco di fascino. Si dovrebbe incentivare un posto che offre panorami da ogni angolo, viste sul mare sulle mura e sul paesaggio, ricco di arte preziosa, le cui tombe  sono ancora oggetto di studio e dal valore inestimabile, la durevolezza del macco che molto più del tufo tiene in vita e resiste al tempo proteggendo le mura delle chiese e dei palazzi senza essere cancerogeno, la ricchezza delle popolazioni etrusche, la vita comunitaria di una città appesa tra le mura e il sole, un angolo di pace e tranquillità che posso respirare dall'alto della mia terrazza affacciata sul mare, gustando un delicato humus fatto dalle mani di Elisa e un fresco chinotto che mi porta la mamma, una simpatica donna fiera della bellezza di tutta la Tuscia, del suo autentico dialetto , proprio di Tarquinia, che una volta si chiamava Tarquna.

Io sono qui per osservare e capire la vita. Per riceverla, assorbirla, viverla. Viverla in pace. Senza chiedere. Senza desiderare. Non ho bisogno di alcunché se non di gioire, di contemplare, di riflettere serenamente, di aiutare. Non si sta bene quando si ottiene ciò che si vuole, ma quando si è contenti di ciò che si ha.
Mi accorgo ogni giorno delle infinite bellezze, degli infiniti motivi di gioia e quindi mi chiedo.. come si fa a sprecare i nostri giorni senza essere grati alla vita?

È dal mio ritorno in India che non me ne stavo in totale silenzio, che non mi facevo un po' di giorni in viaggio, stando con me stesso, da solo.
Me ne sto solo in camera e rido senza motivo.. ballo mentre non riesco a smettere di ammirare il mare. È infinita la luce della vita. Sono solo e mi sembra di toccare il cielo talmente é alta la gratitudine che ho nel cuore, nel guardare il cielo, nel vivere sereno. Mi sembra tutto un dono pazzesco, di una bellezza assoluta, di una generosità che stento a capirne il merito. Osservo il tramonto, mi incanto, osservo la gente, è tutto gratis questo splendore e non avrebbe senso se non nutriamo amore. Mi sentirei profondamente solo e triste in questa grande camera senza altra compagnia, sentirei il bisogno di un' attenzione, di un abbraccio. Eppure, sfioro la piu alta gioia senza fare nulla di speciale, una terrazza un brano da ascoltare un letto in cui sdraiarsi e mi sento il piu fortunato del mondo. Ballo e sorrido, mi diverto con niente, mi sento fortunato nel vedere la vita, mi sento sprofondare nella gratitudine. La solitudine non vuol dire non stare con gli altri, vuol dire curare uno spazio per sé, dentro di sé, uno spazio libero che sia poi di aiuto a curare il tempo da condividere con altre persone. solo stando bene e in pace da soli puoi fare del bene a chi da solo non riesce a stare perché non sopporta la propria presenza; chi chiede continuamente attenzioni e presenza è perché non tollera la propria, non si sente comodo con sé stesso.

Il sole dietro Giannutri,  tra l' Argentario e il Giglio, sembra quasi voler restare .. nonostante un rosso quasi arancione lo porti a sprofondare, dietre le cime, in fondo al mare.
 Una signora anziana si avvicina a me, 92 anni: scusa, dove ha tramontato il sole? Sai, mio marito diceva sempre che al tramonto va fatta una preghiera, io chiedo solo di morire come lui, senza soffrire. Lui, morto un anno fa, aveva 91 anni. Hanno vissuto una vita intera insieme, anmirando i tramonti sopra il mare, camminando sereni e restando  innamorati della vita. Lei mi dice che ormai vede poco ma ha ancora voglia di camminare, per gustarsi un tramonto o solo per ricordare.

Di sera, Tarquinia splende. Dopo il tramonto la luce del cielo si fa di un blu clamoroso, la scena sopra le mura è spettrale, tutto si calma, le coppie siedono sulle panchine, le chiese giacciono immobili al termine di camminate silenziose, tra i sassi e gli archetti, le torri e i giardini. Tutto fermo, di una luce unica. San Francesco, san Giacomo, san Martino.. chiese romaniche, barocche, gotiche, lucette, faretti, lampiomcini e giardini, alberi e torri, cammini intorno alle mura fino ad ascoltare il fresco venticello davanti a mistici panorami che regalano  a queste serate romantiche un senso di pace e beatitudine.


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