Simple life.

Mi sveglio col richiamo degli uccelli e il sole sul viso.
Rido, profondamente grato.

Svegliarsi felice, in viaggio, vale oro più dell'Himalaya che splende.

Qui, dal lago, si vede il cielo, e dalle acque il riflesso delle più alte vette del mondo. Il silenzio mi rincuora l'anima, leggo e scrivo mentre faccio colazione servito dal sorriso allegro e gentile dei ragazzi del posto, questa pace é un sentiero che non voglio mai più abbandonare.

È qualcosa di nuovo per me dividere la stanza, gli spazi, la doccia, il letto, i cassetti, la scrivania. E mi piace. Aiuta a smussare questa mia rigida propensione alla solitudine estrema, che continua ad essere un valore inestimabile ma diventa chiusura quando non si concede ai nuovi incontri. Lasciare l'acqua calda all'altro, aiutare a spendere meno, piegare le cose e concedere spazio, non essere attaccati alle proprie cose e al proprio egoismo insegna l'altruismo.

Nella condivisione di un pasto, una stanza, un viaggio, c'è l'incontro con il mondo che non conosciamo, l'altro da noi, risiede proprio in questo incontro il senso dei viaggi e della vita: fermarsi, conoscere, dividere le proprie cose, condividere emozioni ed esperienze. Vivere insieme è il sensi profondo delle nostre ricerche, il bello di questo abitare il mondo. Lilly, una scrittrice in viaggio, è un'anima libera e indipendente curiosa di conoscere ogni cosa, ogni parola nuova.

Stamani è andata a rinnovare il visto, io mi rilasso in questa solitudine condivisa.

Quando torna lilly decidiamo di uscire e camminare un po'. Parliamo ed osserviamo costruzioni ovunque, provo ad immaginare questo posto negli anni 70 e mi sembra incredibile constatare quanto il turismo possa distruggere ciò che è autentico di un luogo. Milioni di hotel e strade ancora da fare, campagna sparita, tutto ciò che si respira è la presenza massicio dell'uomo.occidentale.

Ci allontaniamo il più possibile, camminiamo cercando vicoli e strade nascoste, saliamo e seguiamo un sentiero verde che porta in alto. Ci perdiamo in questa fitta foresta abitata da alberi e rocce, guardiamo sotto e intravediamo da una parte il lago e dall'altra la città.

Andiamo in cima; io mi siedo, bevo, guardo il lago dietro gli alberi, prendo la canon e scatto questo momento di fuga verso il cielo.

Perdo lilly, la raggiungo  e la trovo tra i cespugli che scatta foto all'altra parte del panorama.

Più avanti, tra le erbe e le foglie appare senza parlare un piccolo tempio che guarda inquieto tutta la vita moderna. Ci avviciniamo piano, incantati dal luogo; un nepalese e un francese sono li che fumano e ascoltano mantra dedicati a Shiva. Salutiamo e restiamo in silenzio. La vista da qui é mistica; questo tempio è un esempio di costruzioni antiche in pietra, con in alto il simbolo che indica la Triade, Shiva costruttore conservatore e distrittore, 3 forme divine di un solo Dio. Un pietra che brilla in questo bosco sopra Pokhara. All'interno il lingam di Shiva. Il francese parla hindi, ogni anno va in india o viene in Nepal, sente sempre il bisogno di venire in questi luoghi. Parlo con il ragazzo nepalese che canta Om Nama Shivaya, e ride, fumando. " puoi credere in qualsiasi religione, quello che veramente è importante è come fai le cose. Ad esempio, io sono grato eternamente alla mia famiglia, ora sono anziani ed hanno bisogno di me, non posso rimandare il mio aiuto, perché un giorno non ci saranno più e non voglio vivere di rimpianti. Noi abbiamo una cultura diversa dalla vostra, per voi esistono le medicine, noi ci curiamo ancora con i mantra. Esiste un solo Dio,  nasciamo e muoriamo, ma Lui guida le nostre esistenze, in base a ciò che facciamo dipende la nostra rinascita, Lui è l'universo. Dobbiamo chiederci cosa ci facciamo qui, non conta solo mangiare e andare a lavorare, c'è qualcosa di più, qualcosa che va oltre: siamo qui per prendersi cura dell'altro, fare carità e condividere amore." Lilly chiede al francese cosa porta tanta gente a tornare in Nepal:" qui c'è una magia che non trovi ovunque. Ci sono le montagne più alte del mondo, ci sono i templi e la saggezza, c'è la spiritualità e l'accoglienza della gente, c'è ancora, anche se molto sta cambiando, una vita semplice che fa bene al cuore." Ride, e parla di questo mondo con occhi innamorati, è stanco della vita europea, si sente legato ad ogni aspetto della visione indiana.
Il ragazzo nepalese, mette un altro mantra, tocca la pietra di fronte al tempio, bacia con rispetto Shiva e poi si piega con la testa a terra. Il mantra, il vento, il tempio davanti, chiudo gli occhi e mi faccio abbracciare dal bosco intorno.

Torniamo giù, ci incontriamo al bamboo cafè con charlotte e maxime, i rgazzi conosciuti ieri. Beviamo un tè e ci rilassiamo davanti al lago. Decidiamo di andare insieme alla città vecchia, passiamo al bazar e saliamo su al Bandyabasini, tempio che brilla di oro. Ce lo viviamo con la luce più bella, prima del tramonto, durante un matrimonio, tra le vesti delle donne e i colori del tempio, tra gli alberi e il simbolo dell'ohm, in alto. La gente accarezza Ganesh, si piega davanti a Shiva, Un sadhu medita noncurante della folla, il cielo posa la sua tenera luce sul simbolo si Shiva, noi osserviamo tutto restando in silenzio.
Scendiamo e camminiamo, le luci per la sera vengono regolate da bottiglie di plastica. Continuiamo a camminare e finalmente riconosco la vita nepalese; bambini in strada, donne che ci salutano, signore nei giardini, chi al cucito, chi seduto in strada, cappelli dipinti a mano, anziani che ci osservano curiosi; siamo solo noi tra i nepalesi, nessuna agenzia di trekking, nessun turista in cerca di hotel. Inizio a scattare con la mia canon sopra la luce delle case in stile newar, sui templi e i loro tetti a 3 livelli, sulle finestre e i colori, mi immergo nei volti di questa semplicità che mi fa sentire a casa, in pace. Attraversiamo mercati, bazar, vicoli isolati, e poi scuole, scritte, impegno sociale sui muri, cultura dell'educazione con tanti istituti che promuovono l'idea Montessori. Un bellissima immersione nella vecchia pokhara, quella che era prima, nell'allegria della gente e negli occhi dei bambini che giocano con la maglia di messi.  La.gente esce dalle finestre per salutarci, è un mondo che non esiste più,  quello che vive qui è qualcosa che va conservato,non distrutto.  Torniamo verso il lago e optiamo per il cimema. Il posto è un giardino all'aperto con.cuscini sulle pietre. Ci vediamo un film di Spike Lee sul ku klux klan e le pantere nere diretto in chiave ironica con un forte messaggio di pace al suo interno; una denuncia politica e sociale ai pregiudizi e alle ingiustizie, ma anche un richiamo alle diverse tipologie di odio che accumunano ogni guerra civile o religiosa. Pop corn e birra everest mi hanno convinto più del film.

Finiamo questa intensa e lunga giornata con un piatto di momo e un tè allo zenzero. Charlotte mi parla del suo lavoro di mediatrice culturale, mentre maxime condivide con lilky il lavoro di film-maker.

Ci arrendiamo dopo i pasti, salutando la notte turistica di pokhara e sognando il letto.


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