Aprire il cuore.

Finisco le mie ultime passeggiate facendo qualche pensiero da portare a casa e qualche omaggio a questa famiglia che mi ha ospitato riempiendo ogni giorno di gentilezza e affetto la mia presenza.



Il pomeriggio ha una luce leggera, i palazzi comunicano accenni di storia, come sguardi provenienti da un quadro le nuvole danzano e colorano l'atmosfera; è un cielo denso, che lascia appesi, che folgora.



Ogni volta che lascio un luogo ho sempre una sensazione di malinconia che accompagna ogni parola e ogni passo.








A cena, ridiamo e conserviamo allegri. Elisa, apre il discorso sulla necessità di scoprire la verità che non ci dicono mai, sulla storia non ufficiale.

" credo che la nostra specie non sia adatta a questo mondo, noi in natura non riusciremo a sopravvivere, gli animali si. Noi invece, siamo aggressivi con animali e natura, non sappiamo cosa sia vivere in una foresta. Se fossimo consapevoli di essere parte del tutto, tratteremo con gentilezza tutto ciò che ci circonda."

Mi manca già il passo di Orfeo che si avvicina alla porta. Lo sguardo di caramella che sale in camera mia a farsi accarezzare.




Un ragazzo di Nettuno, ha soggiornato nella camera a fianco la mia. Doveva stare 3 giorni, è rimasto piu di una settimana.  La moglie ha avuto un problema allo stomaco, ha subito un intervento e per carenza di ferro l'hanno tenuta più giorni.

Lui è rimasto qui, ogni giorno andava all'ospedale e tornava anche a Nettuno.  La sua attesa gonfia di pazienza e sorrisi mi ha commosso. Ho visto nella paziente serenità il miracolo di amare.

" una fuga è una specie di delirio. Delirare significa esattamente uscire dal solco.

Scrivere significa tracciare delle linee di fuga che non sono immaginarie e che uno si trova addirittura forzato a seguire, in quanto la scrittura è un linguaggio, un imbarco ... Scrivere è divenire. Ma non è affatto un divenire scrittore. È divenire altro. "  Gilles Deleuze



In uno stato di grazia raggiunto da un percorso di amorevole gentilezza,
La mente viene attraversata fino a toccare un punto da dove affacciarsi sull'anima. Diventa così una finestra che guarda al nostro mondo interiore.

Si fonde nel corpo e nell'anima, divenendo una cosa sola, un cuore che batte insieme al respiro del mondo, che si culla del dolore e della gentilezza dell'altro.

Questo stato di beata pace senza tempo e senza nome diventa il solo spazio che circonda la nostra anima. Ogni conoscenza diventa improvviso candore.

Se accorciamo le distanze e stringiamo la mano dell' altro, troviamo tutta bellezza della nostra vita.

L'amore giace al buio nel più profondo fango sotto la terra e rinasce ad ogni alba come un fiore di loto, illuminato dal sole.



" uno scrittore non smette mai di cercare quello che non c'è."



Ho letto la testimonianza di una giornalista malata di tumore, dopo aver provato la psilocibina, un fungo "magico" che permette di aprire le porte della percezione, esplorare orizzonti più vasti, sospendere pensieri ossessivi e il rimuginio:

" avevo finalmente capito che l'universo ha più cose di quanto ne vedono i nostri occhi. Un persistente senso della vastità inspiegabile della realtà ha modificato la mia visione del mondo. Ora non definisco più me stessa da ciò che è successo al mio organismo, o alla mia vita emotiva, da quando so di avere un tumore. La visione di me che rido, e il cielo che, mentre rido, si trasforma in una cascata di gioielli mi ha arricchito di una metafora affermativa.  La tendenza a giudicare me stessa con una crudeltà omicida è scomparsa; sono più partecipe delle mie debolezze e di quelle altrui; ho smesso di passare le mie giornate a preoccuparmi del futuro. Non mi chiedo più se avrò una recidiva o se morirò in solitudine."



Più che alla mia di vita, voglio dedicarmi all'esistenza in quanto tale; afferrarla, coglierla, sentirla, penetrarla, capirla fino in fondo. La comprensione di come tutto nasce e muore e di come non ci resta che l'amore.




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