I colori della Tuscia

Viaggio in bus spaziando dai coldplay agli smiths.. apro gli occhi, guardo la bellezza davanti a me e ogni giorno torna ad essere un miracolo.

Quando penso a tutto quello che ho vissuto, a quante esperienze ho attraversato, mi sento il cuore esplodere di gratitudine. Vedo persone faticare a camminare e mi accorgo della fortuna che ho a poter farmi ogni giorno tanti kilometri a piedi con la sola forza delle mie gambe.

Mi avvio verso le saline cantando..   uccelli in volo.. onde.. vento in faccia. Ah, quanta gioia questa libertà!!! Il ponticello che portava in spiaggia è stato sovrastato dalle onde del mare. L'inverno lo vedo nelle staccionate che vengono buttate giù dal vento.
È affascinante vedere in una selvaggia insenatura come questa la bellezza del tempo, il passaggio delle stagioni, il finire e rinascere  di ogni cosa, dalle stagioni alle atmosfere, gli odori, i volti, i vestiti.

Vedo i giovani del posto, sorrido sdraiato sulla sabbia e riprendo il mio libro.

Questo relax, mi fa vivere in pieno ogni momento.



I dolori che attraversi ti migliorano e fanno di te un uomo coraggioso.

La lentezza dei piccoli centri mi rincuora l'anima. Tutto si muove con una certa calma.

È emozionante e commovente come questa famiglia mi sta accogliendo in casa.


  • Mamma Maria è una signora fantastica. Attraverso la sua semplicità mi racconta un mondo che non c'è più; il suo modo di gustarsi le piccole cose, il ciambellone fatto in casa, i saponi fatti con bicarbonato acido citrico e olio, il gusto di volerla andarla a cercare la vita, attraverso la ricerca, la scoperta. Mi piace ascoltarla mentre commenta i programmi tv di oggi, il modo in cui guarda le cose, la sua semplicità smaschera qualsiasi complicazione mentale che ci ha consegnato il mondo moderno. È bello vedere attraverso di lei come si sentiva la vita in un'altra italia, mi da entusiasmo, mi riporta ai film che mi hanno sempre fatto sognare. Un modo di relazionarsi genuino e pieno di attenzioni.


Sia lei che Elisa mi stanno facendo sentire uno di casa, non c'è dono più grande che può farti una famiglia. Ci vediamo la tv insieme, ceniamo, ci scambiamo idee e racconti. È per me la conoscenza di un altro mondo che è poi il senso di ogni mio viaggio. Mi fa pensare a quando sono stato presso famiglie in Asia, mi ha ricordato quella genuina semplicità nel vivere insieme.

Mi fermo al forno, prendo due ravioli alla ricotta per loro e la loro gratitudine è così bella che è una rarità al giorno di oggi.

Mi fermo a parlare con la signora dell'alimentari, poi passo al baretto all'angolo, tra le signore che chiacchierano e si raccontano, conosco il signore della libreria  e mi intenerisce l'umiltà del suo mostrarmi i libri di religione, architettura, arte, viaggi, storia..

Vado alla via del Mandrione per salutare i cavalli, poi vado a fotografare i cigni e i fenicotteri nella beata oasi naturale di fronte al mare; tra le luci del cielo, il fresco delle piante, le persone a piedi e il paesaggio, qui recitano la parte dei protagonisti questi eleganti uccelli che girano da un angolo all'altro volando in aria e sedendo in acqua.



Gli occhi del cavallo, del cigno, dei gatti in casa, del dolce Orfeo, degli uccellini in spiaggia, delle nutrie, ad ogni incontro col mondo provo tutta la compassione di questo mondo.

Mi fermo al bar per una fresca cedrata, leggo un po' e scrivo.

Al ritorno decido di farmela a piedi. Quasi 8 km tutti in salita, fino a casa.

Quando cammini respiri.
Senti la vita del tuo cuore che batte, il corpo si muove, il vento ti accarezza il viso. È un senso di libertà che non ha prezzo. Ogni dettaglio è davanti ai tuoi occhi. Intorno a me sconfinata natura.

Camminare distende i pensieri. Stimola la serotonina, ti mette in relazione con te stesso. I pensieri si sciolgono.. osservi, senza giudicare. Verso casa i cani dei cancelli circostanti vengono a salutarmi, chi abbaiando, chi solo con lo sguardo.

Salgo in camera, stendo gambe, una doccia fresca e poi mi rilasso sul balcone: l'aria fesca, il cielo stellato, Chat Baker sottofondo, sembra la notte più bella di sempre.

Il giorno dopo vado a Tuscania.

L'autista lungo il tragitto si ferma a prendere porchetta da una signora che la vende in strada, davanti la sua norcineria.
 Ascolto walk of Life.
Il paesaggio della Tuscia mi fa vivere questo piccolo viaggio con incanto. Colline in fiore, Argentario alle spalle, una luce primaverile rendono questa giornata perfetta.

Arrivato mi fermo al bar, parlo coi ragazzi del problema dell'acqua potabile; qui a Tuscania c'erano piu di 70 fontane ora tolte per via di una nuova normativa europea che stabilisce regole di controllo sulle elevate concentrazioni di arsenico.

Il paese è deserto, medioevale, intatto. Dopo il terremoto degli anni 70 si è ricostruito così fedelmente e velocemente da entrare nei primati.

Circondato di verde, abitato da una chiassosa varietà di uccelli, si gira beatamente a piedi tra stretti vicoli, piazze con vedute panoramiche,  archi, piazze e chiesette.



Passaggio intorno le mura, vado fino a San Pietro, dove hanno girato importanti film storici tra cui il Vangelo secondo Matteo di Pasolini, Otello di Orson Welles e molti altri, la Chiesa Romanica di Santa Maria maggiore. Mi fermo a pranzo per un ottimo piatto di rigatoni con zucchine, pachino, melanzane e cipolle.



Piu avanti una rilassante sonorità jazz mi fa sostare per un caffè e converso con la ragazza al bancone; mi confida di quanto sia a volte troppa la tranquillità in inverno ma, essendo mamma e lavorando in una vineria, non rinuncerebbe mai a questa serena vita semplice, dove non devi uscire un'ora prima per andare a lavorare, parcheggiare, poi di nuovo nel traffico oer andare al nido, pagare tasse permessi e lo stress che ci guadagni in una vita nella grande città.

Entro in un cancello, la vista è ampia e fa spaziare lo sguardo fino al castello del Rivellino.



Parlo con il ragazzo che si sta lavando il viso, mi racconta che era un monastero Francescano e che ora è diventata una scuola di cucina.

Cammino tra i vicoli, le piazze sono esempi architettonici, musei aperti che affacciano sulla città. Cammino guardando le torri sopra di me, passo nella zona delle botteghe artigiane, finisco a rilassarmi al parco Torre di Lavello. Un signore milanese qui da 5 anni mi fa mettere il piede alla data di oggi per vedere l'ora come si faceva una volta, attraverso i meridiani. Mi racconta la storia di San Pietro, dove all'interno si trova un unico esempio di colonna quadrata fatta con pietre prese in Egitto. Si è unito ad un gruppo di studiosi archeologi di Tuscania e si è appassionato alla sua storia. Mi racconta della torre per vedere l'arrivo dei barbari, dei rifugi tra le colline, del fiume Marta e del lago Bolsena.



Mi sdraio sull'erba davanti ad un teatro circolare dove in estate organizzano spettacoli per i piccoli.

È il luogo ideale per stendere lo sguardo sopra il paesaggio e lasciarlo li fino al tramonto.



Tornando mi fermo per un aperitivo.

Riprendo il bus per Tarquinia, la luce del tramonto entra dai finestrini e illumina il viaggio. Sorrido beato davanti a questa magia, il corpo diventa un brivido improvviso, fortissimo.

"How many roads must a man walk down
Before you call him a man?.."

Bob Dylan mi riporta a casa.




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