In viaggio coi miei.
Per la prima volta nella vita, prendo il treno con Aldo e Anna.
È improvvisa la gioia, immotivata la potenza dello stupore.
Me li guardo e rido, è un emozione vederli in viaggio.
Anna mi racconta del suo primo volo, di come anziché provare paura restava incantata dal panorama.
Aldo invece non ricorda della sua ultima volta in treno, sono cosi incuriositi da ogni piccola cosa che sembrano tornare bambini.
Ho proposto di passare una giornata diversa, viaggiare in treno per tornare in un luogo che è stato per anni la nostra estate, la casa dei sogni sopra il mare, che per due mesi ogni anno ci faceva vivere in vacanza, tra mille amici e divertimenti, pranzi in terrazza, gavettoni, primi amori, bagni infiniti da mattina a sera. Ho ricordi unici di un periodo della vita fantastico, fatto di primi baci, di lunghe passeggiate lungomare, partite al tramonto, balli in piazza, discoteche, gelati al porto, pizze al forno e nottate in moto.
La nostra casa era sempre piena di gente, amici che venivano a svegliarci, aveva la storia nelle scale, era nel borgo medievale e dal castello ti portava al mare.
Hanno visitato tutti quella casa, gli amici di Roma, i nonni, i cugini e gli zii, ha rappresentato la certezza della serenità. la vita trascorsa tutti insieme, in 10 sul pedalò, di corsa per tuffarsi al porto, le sfide tra comitive, le feste al juke boxe, i tornei a biliardino, le cotte cantando mille giorni di te e di me.""
Aldo e Anna guardano fuori e riconoscono le mura di Porta Maggiore.
Osservano ogni dettaglio, scrutano tutto come fosse la prima volta.
È un piccolo tragitto, una sola ora di treno, per me ha un valore enorme.
Tornare insieme dove abbiamo vissuto i nostri migliori anni.
Sereni e spensierati, pieni di amore intorno.
Per me, tornare nei luoghi dell'infanzia, tornare a visitare ricordi felici, è un omaggio alle proprie radici, è riaprire le pagine della nostra storia.
In treno, una chiassosa comitiva di giovani festeggia con allegria il viaggio, una del gruppo mi siede di fronte, estremamente educata e gentile.
Passiamo campo di carne, lavinio, anzio, marechiaro.
I ricordi viaggiano tra i sapori della pizza e la piazza dove ci si incontrava la sera.
Il gelato da Voglia Di, i cornetti caldi prima di entrare in spiaggia, il bagno alle 8 di sera, le amicizie strette in un abbraccio sul metropolis.
Se dimentichiamo come eravamo fatichiamo a comprendere cosa siamo oggi.
I ricordi vestono la nostra persona, costruiscono la struttura della nostra storia.
Parti di noi plasmate dal tempo riaffiorano insieme alle immagini: una parola, un sapore, una foto.. ogni frammento del nostro vissuto torna a splendere nel riflesso di un dettaglio che riemerge.
Siamo a Nettuno.
" fa che ogni destinazione sia parte del tuo destino."
Entriamo nel centro, passiamo a vedere la piazza dove ci incontravamo ogni sera; la gelateria c'è ancora, ma ha cambiato nome.
Entriamo nei vicoli, piccoli bistrot dallo stile parigino, ci fermiamo al forno per una pizza da leccarsi i baffi.
Assaggio strepitosi fagottini con farina di masi, cereali e noci.
Ci sediamo alla fontana dedicata al Dio del Mare, mangiamo e ci rilassiamo.
Proseguiamo verso il la fortezza dei Borgia, costeggiamo la passeggiata tra le mura, guardiamo il mare dall'alto.
Scendiamo, le spiagge dove abbiamo vissuto tante estati, hanno un tocco più elegante.
Vado da solo a vedere lo stabilimento San Gallo. I ricordi sono ancora perfettamente vivi sulla pelle.
Sento la sabbia sulle gambe mentre faccio il giro intorno al vittoria, lo stabilimento a fianco. Sento i miei pensieri leggeri di quel tempo, gli occhi sempre in cerca del mare. Rivivo tutto attraverso questo momento di solitudine.
Andiamo nel cuore del borgo, saliamo su al Castello, facciamo la camminata che affaccia sul mare, sfiorando le antiche mura della fortezza.
Da li entriamo nel centro storico. Tra le piazze e i palazzi medioevali, tutto ci torna in mente fresco come il vento che ci sposta i cappelli.
Sediamo al sole.
Ridiamo, grati.
Ci immergiamo tra i vicoli e le piazze in questo antico borgo che è un gioiello per gli occhi.
Finiamo al porto.
Tra yacht e barche giganti proseguono i ricordi a farci strada.
Finiamo sul lungomare, il famoso striscio delle serate infinite, finite sempre sul muretto.
Arriviamo alle sirene, intorno alla chiesa chioschetti in legno sulla spiaggia, bici e gente gira guardando il mare sempre calmo.
Finiamo seduti al bar lungo la passeggiata, sotto il sole, tra racconti e una fresca birretta piena di ricordi.
Vedo mamma emozionata guardare il porto, la spiaggia, vedo i ricordi attraversarle il viso, mi abbrcacia e mi ringrazia.
Papà non lo vedevo cosi sereno da tempo, come un semplice passo fuori da casa può restituirci un sorriso enorme.
Mi stendo grato sul sedile del treno verso casa, mamma si abbraccia aldo stanca e rilassata: " guarda che figlio, tranquillo e beato, guarda come sta bene."
Un semplice gesto può aprire il cuore, oggi per me è stato ringraziare i miei per avermi regalato anni di mare indimenticabili, amicizie, amori, una casa avvolta dai sogni, una terrazza che mi ha insegnato ad amare il mare e la vita.
È improvvisa la gioia, immotivata la potenza dello stupore.
Me li guardo e rido, è un emozione vederli in viaggio.
Anna mi racconta del suo primo volo, di come anziché provare paura restava incantata dal panorama.
Aldo invece non ricorda della sua ultima volta in treno, sono cosi incuriositi da ogni piccola cosa che sembrano tornare bambini.
Ho proposto di passare una giornata diversa, viaggiare in treno per tornare in un luogo che è stato per anni la nostra estate, la casa dei sogni sopra il mare, che per due mesi ogni anno ci faceva vivere in vacanza, tra mille amici e divertimenti, pranzi in terrazza, gavettoni, primi amori, bagni infiniti da mattina a sera. Ho ricordi unici di un periodo della vita fantastico, fatto di primi baci, di lunghe passeggiate lungomare, partite al tramonto, balli in piazza, discoteche, gelati al porto, pizze al forno e nottate in moto.
La nostra casa era sempre piena di gente, amici che venivano a svegliarci, aveva la storia nelle scale, era nel borgo medievale e dal castello ti portava al mare.
Hanno visitato tutti quella casa, gli amici di Roma, i nonni, i cugini e gli zii, ha rappresentato la certezza della serenità. la vita trascorsa tutti insieme, in 10 sul pedalò, di corsa per tuffarsi al porto, le sfide tra comitive, le feste al juke boxe, i tornei a biliardino, le cotte cantando mille giorni di te e di me.""
Aldo e Anna guardano fuori e riconoscono le mura di Porta Maggiore.
Osservano ogni dettaglio, scrutano tutto come fosse la prima volta.
È un piccolo tragitto, una sola ora di treno, per me ha un valore enorme.
Tornare insieme dove abbiamo vissuto i nostri migliori anni.
Sereni e spensierati, pieni di amore intorno.
Per me, tornare nei luoghi dell'infanzia, tornare a visitare ricordi felici, è un omaggio alle proprie radici, è riaprire le pagine della nostra storia.
In treno, una chiassosa comitiva di giovani festeggia con allegria il viaggio, una del gruppo mi siede di fronte, estremamente educata e gentile.
Passiamo campo di carne, lavinio, anzio, marechiaro.
I ricordi viaggiano tra i sapori della pizza e la piazza dove ci si incontrava la sera.
Il gelato da Voglia Di, i cornetti caldi prima di entrare in spiaggia, il bagno alle 8 di sera, le amicizie strette in un abbraccio sul metropolis.
Se dimentichiamo come eravamo fatichiamo a comprendere cosa siamo oggi.
I ricordi vestono la nostra persona, costruiscono la struttura della nostra storia.
Parti di noi plasmate dal tempo riaffiorano insieme alle immagini: una parola, un sapore, una foto.. ogni frammento del nostro vissuto torna a splendere nel riflesso di un dettaglio che riemerge.
Siamo a Nettuno.
" fa che ogni destinazione sia parte del tuo destino."
Qui, a Nettuno, ho imparato a nuotare.
Grazie a mio fratello che mi ha spinto giu dal muretto, al porto, dove tutti favevano i tuffi più spericolati.
Ero sempre con lui, lo seguivo tra i suoi amici, in discoteca, in giro sul lungomare, ai concerti.. fino a farmi a nuoto coi suoi amici dal porto al nostro stabilimento, rischiando di soffocare!!!
Non riuscivo a lasciarlo mai. Gli stavo ssempre dietro.
Entriamo nel centro, passiamo a vedere la piazza dove ci incontravamo ogni sera; la gelateria c'è ancora, ma ha cambiato nome.
Entriamo nei vicoli, piccoli bistrot dallo stile parigino, ci fermiamo al forno per una pizza da leccarsi i baffi.
Assaggio strepitosi fagottini con farina di masi, cereali e noci.
Ci sediamo alla fontana dedicata al Dio del Mare, mangiamo e ci rilassiamo.
Proseguiamo verso il la fortezza dei Borgia, costeggiamo la passeggiata tra le mura, guardiamo il mare dall'alto.
Scendiamo, le spiagge dove abbiamo vissuto tante estati, hanno un tocco più elegante.
Vado da solo a vedere lo stabilimento San Gallo. I ricordi sono ancora perfettamente vivi sulla pelle.
Sento la sabbia sulle gambe mentre faccio il giro intorno al vittoria, lo stabilimento a fianco. Sento i miei pensieri leggeri di quel tempo, gli occhi sempre in cerca del mare. Rivivo tutto attraverso questo momento di solitudine.
Andiamo nel cuore del borgo, saliamo su al Castello, facciamo la camminata che affaccia sul mare, sfiorando le antiche mura della fortezza.
Da li entriamo nel centro storico. Tra le piazze e i palazzi medioevali, tutto ci torna in mente fresco come il vento che ci sposta i cappelli.
Sediamo al sole.
Ridiamo, grati.
Ci immergiamo tra i vicoli e le piazze in questo antico borgo che è un gioiello per gli occhi.
Finiamo al porto.
Tra yacht e barche giganti proseguono i ricordi a farci strada.
Finiamo sul lungomare, il famoso striscio delle serate infinite, finite sempre sul muretto.
Arriviamo alle sirene, intorno alla chiesa chioschetti in legno sulla spiaggia, bici e gente gira guardando il mare sempre calmo.
Finiamo seduti al bar lungo la passeggiata, sotto il sole, tra racconti e una fresca birretta piena di ricordi.
Vedo mamma emozionata guardare il porto, la spiaggia, vedo i ricordi attraversarle il viso, mi abbrcacia e mi ringrazia.
Papà non lo vedevo cosi sereno da tempo, come un semplice passo fuori da casa può restituirci un sorriso enorme.
Mi stendo grato sul sedile del treno verso casa, mamma si abbraccia aldo stanca e rilassata: " guarda che figlio, tranquillo e beato, guarda come sta bene."
Un semplice gesto può aprire il cuore, oggi per me è stato ringraziare i miei per avermi regalato anni di mare indimenticabili, amicizie, amori, una casa avvolta dai sogni, una terrazza che mi ha insegnato ad amare il mare e la vita.
Commenti
Posta un commento