che fine ha fatto il mondo che ho vissuto?

che fine ha fatto quel mondo ? dove sono i palloncini, le stelle filanti, i fischiabotti poggiati alla base del muro, i coriandoli  che bagnano il cortile di spensierata allegria.


Che fine hanno fatto le biglie colorate che facevano il giro della palma?


dove sono banana, ciccio, paolo chiari, alessio, gabrielino, chi ha trovato il tempo per fermarsi con loro all'angolo di una pausa al lavoro, davanti alle macchinette del caffè, che non sarà mai caffè.


Se lo sono piu ritagliati un muretto per stare in silenzio, davanti ad un prato di quartiere, solo per ascoltare il vento tra i capelli? 


dove sono finiti i jeans a palazzo, i camperos, il giacchetto jeans con la scritta Uniform, i cori sul muretto, il bomber, il ciaetto. 


quei ragazzi, che stavano ore allo specchio a sistemare il ciesse, o la gelatina sulla testa, come hanno sopravvissuto a questa folle corsa verso ancora non si sa cosa.

 me li immagino in finestra , in silenzio, che si accendono una sigaretta e   restano a guardare la pioggia che forma un piccolo laghetto, sotto casa.


come a registrare un disagio nel restare dentro un mondo che non sentono piu loro. 


 Che fine ha fatto sandro, che usciva in finestra a fumare.. e io cercavo di intercettare i suoi pensieri, che uscivano liberi in aria insieme alle palle di fumo che coi  secondi si perdevano tra le nuvole del cielo.


che fine hanno fatto i dischi di Bob Marley, le feste di pomeriggio, mio fratello che balla John Travolta, le gelatina del Secco, Claudio che rientrava tardi nella notte e iniziava a far l'amore con la statua del palazzo. 

Che fine hanno fatto le nostre nonne, dov'è finito il sorriso di CLAUDIO, chi starà facendo divertire ora ? 

la partite a racchettoni, la radiolina poggiata sulla serranda,e tutti intorno in attesa del gol urlato da sandro ciotti.   

giocare al picchetto di domenica mattina, con le quote sopra le macchine, Andreuzzi che arriva spedito con il suo Booster, bello come il sole, e mi fa: " a valè, oggi vincemo. " ,  pur sapendo che non ce l'avremmo mai fatta. Ma non poteva ferire i sogni di miciotto, sporco di calcio e sapore di mare.

Che fine ha fatto il muretto, quella casa privata che per noi era un trono dove portavamo a sedere comodi i nostri Levi's. 

era un fratello, la certezza di restarci per sempre.

se fai via menghini, fai fatica a riconoscere il romanticismo di quell'epoca, eppure.. se fai via davila, poi passi a via vigna fabbri, via lemmi, i giardinetti.. tu ancora la senti la voce di quei ragazzi, non può uscire dalla storia il grido di una generazione.


senti ancora le gambe poggiate sui muretti, vedi le comitive, i papà coi papà, le mamme con le mamme.  


Su quel muretto, io e pisellino facevamo le 5 del mattino, parlando ore e ore .. convinti che quelle chiacchiere avrebbero potuto cambiare le cose, se non oggi, domani, se non il mondo almeno il nostro. Ma non portavano mai a niente.

E proprio mentre si esaurivano le ultime parole arrivava lui, il taxi fulminante che faceva brillare l'alba, la voce di Picarelli non la potevi confondere con niente al mondo.

Abbassava il finestrino e con il suo "salite", rispondeva a tutte le domande di una notte. Sapevi benissimo che non potevi rifiutare quell'invito, nonostante gli occhi si chiudevano come caselle di una tombola, nonostante eri certo che quella notte non l'avresti dimenticata.

Che fine ha fatto il codino del secco, il Fantic di Fabio, La Corrado di Cavalieri, le notti folli a giocare con la vita, sfidando la paura, sfidando il destino insieme ad alberto, nicola, carlo, gigi, andrea, cristiano.  I tornei a biliardo, partite durate ore a flipper, calcio balilla.

C'è uno spazio infinito tra quei giorni e questi, e ti viene da dire: " dove eravamo rimasti ?"

mi tornano in mente facce che avevo dimenticato, per colpa della fretta di occuparsi di ciò  che non avremmo mai desiderato.       

Scene appese al muro del mio cuore come cartoline di un viaggio lungo una vita.

La camicia a fiori di Valerio, il sorriso di Roberta, Ronny che sale sullo scooter del paris, la nonna che li saluta, le pacche sulla spalla di Lizio, Sandro e Massimo che si fermano a regalarci ore di allegria, meglio di mille cabaret che non fanno mai ridere. 

i palleggi che superavano il tramonto e la luce del giorno,  gianluca dentro la Renault 5, la sciarpa al collo, se vedemo in palma, gli sfottò del derby.


Che fine ha fatto Sinke, Sancho, il cancello in palma dove lasciavamo il tango, il giocattolaio, i cornetti di notte, Sorcio che alza con la BMX,  Vanessa, Sacha, Marzia, Marina, Federica, Elèna, 


Se mi chiedono quale isola felice mettere in cima ai miei sogni, non esito a rispondere:


Per tutta la vita, La Palmetta.  

ripenso a Stefano, coi suoi jeans scuciti che canta Vasco e mi dice: miciò, non dare retta a nessuno, credi solo a te stesso. 


Lui viveva scanzonato, un ribelle dal cuore genuino, rideva e se ne fregava, voleva andare al massimo. 


Ma si è fermato su  un autostrada di un mondo che iniziava a correre piu di lui. 


i miei amici erano i miei eroi. 


i ghiaccioli al limone, il supertele blu a spicchi neri, la Tedesca, Cristian che esce dalla porta gridando .. " ITWAS!!!"" , attacco contro difesa, il simbolo del divieto per noi era solo un cerchio dove far canestro.  


mi manca anche  il grasso quando andavo sotto le macchine a recuperare il tango.

mi manca la Matta che mi chiama dal balcone.


entrare dal cancelletto e trovare il cortile sempre pieno. 


Se Moro e Poi Rinasco, Spero de Rinasce in Palmetta.



Calcia ancora la palla, bambino della Palma.


Metti le mani sotto il balcone della D'Angiolino e chiedile indietro il nostro unico Santo a cui abbiamo creduto, Il Super Santos. 

Lascia che la cioccolata scorra tra le righe della Polo.

Non cedere.


Continua a credere che per te i divieti sono solo cerchi dove fare canestro.







 


 

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