Less is more.

Guardo i bambini e mi vengono in mente le immagini del Nepal.. e noto le enormi differenze tra ricchezza e povertà, felicità e noia. qui tutti hanno tutto, ma giocano poco, ridono meno e soprattutto stanno poco insieme, non vivono il cortile, non si godono l'aria aperta, la strada, la libertà di correre con gli amici, senza nessun genitore a fianco, sbattere il muso come facevo io, sui muri e sulle serrande, sull'asfalto e sui pali,dietro un pallone, con lo skate, la bici, i pattini. Parlando con mio padre rivivo la Roma del dopoguerra e sembra un altro paese; avevano pochissimo, quasi niente ma quel poco trasmetteva felicità. Una semplicità che scorreva nelle piccole cose,ti accorgevi che un pasto era una fortuna, stare insieme un privilegio. Mio padre vede oggi i bambini in edicola con due telefoni, giocattoli di ogni tipo e continuamente scontenti, alla ricerca di qualcosa di nuovo. Mi racconta che una volta non esisteva l'abitudine consumistica del natale, non si regalava tanto e avveniva di raro, pensierini durante la festività della befana. Sognava ogni notte la bici.. ma sapeva che mio nonno non poteva permettersela; Un giorno, la trova vicino alla befana,come un premio che veniva dal cielo: Corre fuori a mostrarla ai suoi amici, e molti non potevano averla, corre fino a perdere fiato, una felicità che ancora suona attraverso i pedali, sente il rumore dei raggi, dell'asfalto, di quell'emozione pura, unica, di gratitudine.

Quell'italia li, si faceva i giochi manualmente, pezzi di legno uniti a ruote a sfera facevano viaggiare scatenati ragazzini lungo le vie del quartiere, mazzafionde con elastici e pezze, palle fatte con la carta, sedie portate all'angolo di un bar per vedere Lascia o Raddoppia, l'unico posto che aveva la televisione. Quell' Italia li era teatro di una vita semplice, vissuta insieme, in cui ci si accontentava, senza avere niente, mentre ora, che abbiamo tutto, siamo tutti scontenti. Abbiamo perso la magia del gioco e della risata, del divertimento puro, creato al momento. Ieri, rivedere dopo mesi i miei amici, è stato questo. Dal nulla, un gruppo cresciuto insieme, si ritrova a trastevere a brindare la nascita di un figlio, la guarigione di un amico, l'emozione di un papà, le risate spensierate, il ritorno da un viaggio. Così, ci si rivede come siamo sempre stati, bambini felici di stare insieme. Anche quando ci ritroviamo a parlare di bambini che oggi sono nostri figli.

Semplici momenti tra un pomeriggio di lavoro e il ritorno a casa, una pausa dai doveri per tornare a quello che siamo: figli spensierati di una Roma più umana, di un mondo felice.


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