Indipendenza.

Sono in una fase di costante tumulto interiore. Sono arrivato all'età dei 43 anni e mi accorgo di non aver mai preso come necessaria inmediata e urgente la scelta di trovare una mia indipendenza, andando a vivere da solo. Ho sempre accantonato l'idea, sapevo di doverlo fare ma poi ho sempre rimandato, preferendo la comodità della vita familiare, il caldo e affettuoso calore intorno e la possibilità di staccarmi ogni qualvolta ne avessi la voglia, per viaggiare o fare esperienze solitarie. Ma poi tornavo sempre alla stessa vita, reprimendo un dolore che pian piano si faceva più grande, che non mi ha mai permesso di coltivare seriamente altre passioni e farle diventare un possibile nuovo lavoro. Ho frenato con le mie stesse mani un possibile cambiamento che nonostante un percorso di rinnovamento interiore finiva sempre per sbattere contro lo scoglio della realtà. Sicuramente, come mi ha detto un maestro, l'influsso del karma ha la sua potenza sulle vite di ognuno. Ma qui la mia responsabilità è totale, proprio per non aver compreso quanto questi influssi potevano danneggiarmi, se non affrontati. Penso che ogni mia scelta, anche in campo relazionale, sia stata condizionata dalla mia immobilità, dalla mia paura di cambiare,  di ribellarmi, prendere per la testa il nemico e portarlo fuori dalla porta.  Così, mi ritrovo grande, ma con la stessa vita di quando avevo 13 anni. Faccio un lavoro che non mi piace, che ho sempre tenuto per paura di perdere tutto, soprattutto lo stipendio e la comprensione dei miei.

vivo in città e in famiglia: un laccio al collo che soffoca un anima viaggiatrice, che adora vivere all'aperto, che sogna libertà e indipendenza, incontri, pace, silenzio, condivisione.

Ho perso storie importanti, che potevano essere potenziali vite di condivisione futura, crescendo insieme, per tornare sempre al letto di casa, alla vita di sempre. Ho rinunciato anche al grande amore, per le mie paure.

Mi ritrovo oggi con una grande voglia di cambiare finalmente accompagnata dal coraggio, la voglia di aiutare gli altri diventando insegnante o facendo volontariato, ma ciò che ora mi spaventa è la possibilità economica di vivere in città da solo con un contratto part time. La vita oggi mi sta portando il conto di tutti i miei sbagli e le mie paure.

Sogno di vivere in viaggio, senza una casa fissa,   fotografando il mondo e scrivendo i miei racconti. Camminare tra i borghi e i paesi, dormire in tenda sotto gli alberi, incontrare gli altri e aiutare il prossimo ovunque ci sia bisogno. I sensi di colpa nel lasciare i miei frenano ogni mia scelta coraggiosa.

Spero di trovare la via per andare via. Una via di pace che possa farmi tornare senza restare. Una forma di amore che sposa la mia libertà di conoscenza e di essere. Mettermi davanti alla vita affrontando ogni sfida, solo con me stesso, mettermi in gioco, rischiare, conoscermi a fondo. Non c'è più tempo ormai di attendere, la vita vola.


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