silence.

quando qualcuno critica il nostro modo di fare o la nostra persona sentiamo aggredire la nostra anima e anziche' fermarci a riflettere reagiamo con orgoglio per difendere un desiderio ferito.

 Se qualcuno ci critica
Possiamo non sentirci attaccati e reagire di orgoglio, bensì accogliere il disappunto come una buona occasione per riflettere, senza identificarsi con ciò che ci viene detto. che sia una critica o un complimento ci recherà sempre dolore se ci aspettiamo  buone parole per gonfiare il nostro io. Il vero favore che facciamo a noi stessi è quello di restare aperti a qualsiasi possibilità di cambiamento, in ogni momento, anche grazie al consiglio o un attacco di un amico o nemico. Ogni parola che ascoltiamo non dovrebbe essere affrontata con paura o desiderio ma semplicemente per quello che è. Se la critica non ci riguarda è un bene, se ci riguarda è sempre un bene, perché la possiamo trasformare nello stesso istante.

Senti che bello il silenzio.
È pacifico, non ha modi violenti, è  paziente, generoso.

 Senti che bello il tempo quando sembra fermo. Meno ci pensi e meno te ne accorgi. Il silenzio ti ricorda le passeggiate al mare, le onde sugli scogli, le coperte prima di andare a dormire,  la calda tazza di latte preparata da nonna, le porte che si chiudono, il traffico che rallenta, la gente che rientra a a casa, il primo pomeriggio dopo pranzo, quando tutto è spento, quando senti il lieve rumore del letto, i piatti rimessi a posto, il corpo che lascia le fatiche sulle lenzuola e beatamente riposa.

nelle giornate di agosto in pieno pomeriggio, nelle periferie della città, Anche il suono più lontano, di una voce, di una palla sul marciapiede, di un portone che si accosta.. tutto ti arriva nitido e potente.

Una fiat 126 si ferma in un giardino, le panchine vuote, la piazza deserta, una signora anziana alla finestra.

Una ragazza dal capello lungo riflesso dal sole scende le scale come se sfilasse ad un galà di moda, elegante e sorridente. Lui poggia la schiena alla macchina, accende una sigaretta, occhiali da sole sulla fronte, sorride incantato,  dalla radio la canzone dell'estate accompagna un bacio che fa sudare la rossa  camicia di lui, stretta e aderente, col risvolto ai bordi, aperta all'altezzo del petto, per esaltare i peli.

Vanno via lungo le vie dei rioni, attraversano viali alberati, pinete e ville, guardano fuori, abbassano i finestrini per far entrare un vento caldo che sposta i capelli di lei e il collo alla camicia di lui.

Strade deserte baciate dal sole brillano di cemento infuocato, zanzare volano in cielo a cercare nutrimento negli altri, un ritmo di libertà viaggia verso il mare.. lontano da questa pace calda.

In estate le città diventano luogo di rifugio dove fuggire per trovare quello che per le anime silenziose è la vera vacanza, la vera quiete lontana dal chiasso dei parcheggi e dei clacson, delle file al bar e della musica a tutto volume.

Lontano dalla violenza delle urla, il cuore si mette in ascolto.

In estate le città sono una pausa dal mondo, diventano quello che in inverno sono le località balneari: la fine dei dialoghi insensati, del disturbo dei pensieri, della feroce maleducazione, della disarmante fretta.

Come è bello il silenzio. Mi ricorda la pace dei momenti calmi, la paziente generosità di un ascolto senza tempo, la mancanza di ansia, la grata e pacata sensazione di relax, la pioggia che cade sui tetti, i cassetti chiusi, l'abito sfilato lasciato sul divano, la sigaretta che posa la sua cenere, lo sguardo del mondo che  posa su due occhi e si perde nella sua bellezza. L'amore non ha bisogno di parole, è tutto tranne che rumore.


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