Un anno in più.

Mi sono svegliato con 43 anni sulle spalle. Ho preso la penna, ho scritto ai miei per tutte le volte che non ho apprezzato e detto grazie. Per tutto ciò che ho ricevuto, per tutti i sacrifici di una vita per farmi crescere in pace, sano, felice. Non devi andare in un paese povero per capire quello che abbiamo, devi gaurdare il letto prima di dormire, devi toccare il maglione di quando eri piccolo, disegnato a mano da mamma, devi prendere il piatto e sentire sotto al suo calore tutto l'amore di una vita. Ho rivisto le mani di mio padre che portava i cornetti alle 5 del mattino ai bar della città, poi andava a capannelle, a tordivalle, alle poste.. l ho visto mentre non mollava mai, e lo faceva per me. Perché ogni giorno di lavoro era un giorno per me. Diamo tutto per scontato. cosi mi sono rivisto dentro un bar a ridere con Serena, la mia ex,  e mi sono ricordato di aver toccato indimenticabili momenti di trascurabile felicità. Ho visto le mani che si intrecciano, che si stringono, che si tengono, come a fermare il tempo,come a reggere il momento. Ho visto le mani di mia madre aiutarmi nel disegno, nel racconto, nel gioco. Ho visto la vita e dietro di lei tutto il peso dell'amore. Ho dato la lettera ai miei, dentro una foto e ho aggiunto: " ci tenevo a dirvi quello che ho dentro da quando sono piccolo."

È stato un 9 maggio diverso, semplice, intimo,indimenticabile.

Ci sono messaggi che quando arrivano capisci che nella vita hai sognato di leggere sul display del telefono quel nome giorno e notte, a qualsiasi ora. Basta leggere un nome per tardurlo con la parola felicità. Il cuore traduce meglio di google, ti mostra in un attimo la sintesi di tutta una vita.

Mi sono svegliato col sorriso di chi nasce felice, ballando e fischiettando, aprendo le finestre e ridendo anche senza il sole. Ho sentito gli uccelli, ho ascoltato Alanis Morissette cantare Thank you..  ho preso un caffè  tra il buongiorno allegro di mio padre baciando la vestaglia di mia madre.

Sono uscito, con il mio amico mario sono andato a fare colazione, vetrate sulla chiesa e alberi sopra la scuola dove sono cresciuto. Vedo Laura venire al tavolo, il più bel complimento è il suo sorriso sul mondo.

Con mario andiamo a trovare il nostro amico in pizzeria. Poi corro da manuelina che mi aspetta, bella e solare come sempre. Odia che la faccio aspettare, mi accoglie con un dolce abbraccio e un buonissimo primitivo.

Camminiamo e ci fermiamo al bar, chiacchiere risate, due passi al parco e una rilassante pausa sulle panchine che guardano i giochi dei bambini. Uno sguardo affettuoso e caldo sulle nostre vite che come elastici si avvicinano e allentano, un tira e molla che si arrende in un abbraccio fermo all' altezza del cuore.

Arriva Davide, ci prendiamo un po' di bianca e marinara, fresco pomodoro cui Mariuccio aggiunge origano e olio, fine del mondo.

Nelle risate con i miei amici il tempo non conta, hai sempre 16 anni.

Vado a casa, prendo la canon e vado verso il centro. Il sole si ricorda che è maggio, i turisti si spogliano, piazza di Spagna splende. Mi fermo al caffè greco, storico bar di via dei condotti, scatto foto ai giapponesi che mangiano sotto le statue e davanti ai quadri di Roma.

Mi dirigo verso la scalinata più bella del mondo, osservo i viaggiatori sorridere felici, mi siedo al centro della salita, mi gusto il sole ed un cielo sfacciatamente azzurro.

Mi rilasso a guardare la vita scorrere tra la fontana i telefoni e i negozi, scorre infinita la bellezza delle giornate, dei momenti vissuti con gratitudine.

Francesco, lotta in ufficio per raggiungermi, ma non ce la fa a liberarsi. Salgo su alla Chiesa, ammiro Roma dall'alto, mi incanto sognando la quotidianità dietro quei balconi che affacciano sulle cupole del centro.

Scendo e vado verso il Tevere, passo tra le rovine di piazzo Augusto imperatore, l'Ara Pacis, le fontane che brillano al sole e il traffico che urla tutto il disagio della città.

Mi fermo alla gelateria romana: cioccolato fondente, liquirizia menta e sale dell'Himalaya, mirtillo sambuco e limone. Divinità pura che mi gusto seduto tra i turisti nel cuore del rione prati.

Torno in zona, doccia e relax.

Scopro che  Simona mi ha regalato un albero, la più geniale e gentile delle idee!!

Mi rivedo con Davide e ci incamminiamo verso l'opificio. Ci raggiungono Riccardo, lizio, Giulia e andrea.  La luce della piazza è magica, facciamo alcuni brindisi tra risate e ricordi, finiamo io e davide a piedi verso casa, passando per la villa che ci ha visto crescere e giocare.

Finisco il compleanno cenando in famiglia, felice di brindare con mio fratello e i miei, parlando di quanto sia unico e prezioso stare insieme.

Oggi Michela mi ha accolto con un girasole e una crostata vegana deliziosa. Caffè e passeggiata al parco, finiamo sull' appia antica fino a raggiungere il museo delle mura. Guardiamo Roma dall'alto in una splendida giornata di sole,facciamo il percorso delle mura circondati da un immacolato verde che si stende tra gli antiche mura aureliane e i sampietrini di uno degli angoli più mistici e magici della capitale, un giardino di pace attraversato camminando sopra la storia, in dolce compagnia, grato alla vita.



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