WAHE GURU.

La sofferenza è dilagante. Sbatte striscia soffia.. la senti sulle vetrate.. addosso ovunque.. il suo rumore è assordante. Non la riesci a guardare per quanto sia soffocante il suo peso sul mondo. È li, nelle paure e nei gesti quotidiani di cuori spaventati che non riescono a calmare desideri incontrollati. Nelle parole, nelle posizioni, nelle posture e nelle linee del corpo.. basta sedersi ed osservare. Tutto, continuamente, racconta sofferenza. È un esplosione di gesti e spari. Vedi scorrere vite che recitano parti di ruoli assegnati e mai cambiati. Uomini e donne  proseguono Vite che non sono le loro. Nuotano tra le sabbie mobili facendo una fatica immane per restare in piedi. Tutto questo, per paura. Soffriamo per paura di  soffrire. Crediamo che quella che ogni giorno recitiamo sia la vita vera, la migliore che possiamo intraprendere. Pensiamo che, una volta calata la maschera, il pubblico potrebbe impazzire e non seguirci più, non applaudire i nostri gesti e le nostre parole. Parole che sono paure e pensieri che sono figli dei desideri. Un ritmo esasperato, una corsa ad ostacoli per sviare sé stessi e affogare nella confusione. Senza sapere dove andiamo, popoliamo i nostri abiti di certezze costruite e non riusciamo a vivere senza portare almeno una volta al giorno una fetta di rancore. Quando tutto tace, corriamo a cercare un nemico da illustrare alla mente per annegare e non vedere più niente. La nebbia negli occhi è il nostro scudo protettivo che ci lascia un motivo per resistere alla luce, alla verità di cosa è la nostra esistenza. Produciamo senza saperlo, meccanismi che non sono nostri. Rifiutiamo di essere sé stessi per paura degli altri e viviamo una vita senza mai conoscerla davvero. Guardando la sofferenza intorno potremmo riconoscere la nostra. Sentendo i nostri pensieri nel profondo potremmo capire cosa accade nei cuori degli esseri umani. Cosa devia l'attenzione, dove va a finire la paura, dove ci porta una vita non vissuta.
L' inganno di credere di essere giusti e di rispettare sé stessi ce lo portiamo sulla tomba. Passiamo una vita a proteggerci dagli altri perché crediamo che il mostro vero sia il mondo, sia ciò che sta fuori, pronto a colpirci. In realtà il mostro lo abbiamo creato noi. Lo abbiamo generato nutrito accudito e vestito per poi darlo in pasto agli altri. E per una vita, ci sentiamo soli tra milioni senza capire il perché. La paura ci stringe la mano, soffochiamo sul divano mentre i pensieri dilagano e producono continua ignoranza. Perdiamo tempo a costruirci scuse, a dare colpe. E ci perdiamo la vita. La sua innata bellezza, la sua gioia infinita.  Se calmiamo il mostro e iniziamo a togliere la nebbia ritroviamo pace nel guardare un po' di luce. Una luce che non ha pensieri, divisioni, attese di domani o ieri. Semplice bagliore di ciò che è e resta.

Momenti anziché corpi. Essenza anziché idee. Verità piuttosto che posizioni rigide,ragioni da difendere, io da costruire. Sofferenza è assenza di verità. La conoscenza porta a liberarsi dai lacci che ci bloccano ogni via respiratoria. E la libertà è pura fonte di gioia, felicità che non conosce tempo. Consapevolezza di essere, non di credere. Manifestazione pura dell'amore che guida ogni cosa. Violentiamo la natura dell'amore che vive in noi dando retta ad una esistenza generata dalle paure. La rabbia ci porta a vivere vite che non sono nostre. Ciò che facciamo pensiamo e diciamo è guidato dal desiderio di ottenere ricevere e possedere. Anziché dall'unico puro che dovrebbe farci svegliare ogni giorno: quello di dare.

"Coloro che amano sanno bene quanto rischiano di soffrire.

Coloro che provano a essere quello che non sono

Si perdono del tutto.

E non ritrovano piu la via.

Siamo troppo orgogliosi per accettare che la vita è piu grande di noi
E quindi cu nascondiamo e andiamo avanti e non ritroviamo più la via.

Ci vuole molto coraggio ad impegnarsi in una relazione tanto quanto ce ne vuole per restare soli."



Non bisogna aver paura di restare sé stessi, bisogna accettarsi e non badare a cosa pensano gli altri.

Se non sei libero, non potrai essere felice. Nel tuo piccolo, puoi cambiare in grande. E se cambi il tuo cuore, ne puoi cambiare altri, e fa una differenza enorme nel mondo. Un cuore che ride apre porte e finestre, vede il mondo dipinto di verde, brillante, aperto di fronte al sole. Un approccio che dice si ad una via diversa dalle solite svolta verso un nuovo modo di vedere le possibilità di una stessa vita, uno sguardo positivo e un passo leggero possono portarsi sulle spalle sacchi di pensieri pesanti come cemento e lasciarli definitivamente sciogliersi sul pavimento.  un'anima allegra non reagisce: affronta la tempesta senza fuggire, ma senza disperare.


La mia fortuna è quella di avere tempo.. 
 Di osservare la vita.. 
Di non perdermi il bello.

Spesso prendiamo una strada per sfuggire alla sofferenza non sapendo che quella è propria la via per sfuggire alla felicità. Per paura di restare soli ci catapultiamo in storie che non sono le nostre e quando abbiamo il coraggio di accettarlo è troppo tardi. Spesso le famiglie non accettano la natura dei loro figli perché non accettano che sia diverso, con una sua idea del mondo e delle cose che vive, che non sia come sono loro, come la pensano loro. Questo non ascolto fa crescere le persone prive di fiducia e sicurezze e le porta a passare vite di sbaglio in sbaglio per coprire quel vuoto. 

Se elevi il tuo sé..  trasformerai i pensieri e cambierai il tuo sentire.

Il mio potere è il potere di esistere.

La vibrazione ci permette di sperimentare l'universo.

Se vibriamo gioia davanti vedremo gioia. Se vibriamo paura troveremo incubi nella notte e mostri di giorno.

Diventerò in futuro ciò che sto vibrando adesso. Sottoposti a vibrazioni di amore esploriamo leggerezza, voliamo senza pesi sopra la terra. " l'uomo non è che un fruscello, un fruscello che pensa."

Gli uomini, come dice Osho, sono i soli a non sentirsi connessi con il respiro dell'universo, con la bellezza e la natura che ci circonda. Tutta la creazione vibra e quella vibrazione la senti solo se ti connetti con cuore e mente al momento presente. La connessione tiene insieme le mani di paesi tra loro lontani. una sola vibrazione abbraccia ogni cuore, insieme alle montagne al vento e al sole, ad un rospo seduto su una roccia, alla pianta che viene bagnata dalla pioggia. L'uomo non si gode ciò che vive perché pensa a ciò che gli manca, a ciò che vorrebbe a ciò che è stato o potrà essere. Un mente connessa al momento presente si gode la vita. Una mente che resta dove sta non può soffrire. Resta in quello che è. Non va a indagare su ciò che è stato o ciò che sarà. Ed è così che si genera la gratitudine. è felice per ciò che  ha e non soffre per ciò che non ha.
Siamo liberi di esprimere noi stessi quando rimuoviamo dalla mente ogni paura del giudizio.
Ci ribelliamo costantemente alla nostra pace interiore.

Alla fine della nostra vita saremo giudicati sull'amore. Quanto e se, lo abbiamo vissuto sperimentato realizzato ma soprattutto, donato.

Nulla è permanente, duraturo. Tutto è fugace. Un uomo che si prende la responsabilità di amare si evolverà al punto da non temere più nulla, nemmeno la morte. 
Dai rifiuti rinasce la vita.
Al peggio subentra il meglio.
Lo sporco viene via con l'acqua.
Il vero miracolo della vita è nella sua continua trasformazione. Paradiso è accettare questa danza divina di vita e morte che è la vita stessa. 
L'universo non è che uno scenario cosmico nel quale si gioca la salvezza.
Esperienze di gioie e dolori le abbiamo procurate noi. Non conoscere ci farà perdere la via per la verità.

Per capire veramente la compassione bisogna capire la realtà della nostra esistenza. Se percepiamo sofferenza nel senso di ogni gesto e parola, in ogni relazione che fatica a vivere, allora potremo sperimentare la paura che genera distanza, il desiderio che porta con sé ogni pensiero egoico.

"Conoscenza che contempla mille verità.
Si fa notare nascosta tra i giardini, silenziosa e pura.
La fine è un accogliente porta d'entrata.
La morte è un luogo di libertà.
Abbandono e visione.
Custodisce sentieri di amore e paura.
Né bene né male. Forme senza tempo.
I segni del divenire son dove attecchisce il perdono.
Accettala e seguila.
Solo dimenticando potrai morire e rinascere.
Arrendersi alla grazia. Disarmati.
Figli ci ameranno col cuore dei nostri padri.
Amore eterno puro come cristallo.
Portami con te verso infinite possibilità di bellezza.
Aldilà del tempo.
La morte non muore né mai nascerà."




Senza domani né ieri come possono sorgere pensieri?

Un week-end di yoga tra pioggia e sole, tra i vicoli silenziosi della zona infernetto di Roma. Rivedo Sabrina e Manuel, Sandra e Laura, Antonella Angela Eleonora Elisabetta, Serena, Federica, Luciana. Un gruppo che cammina insieme, si tiene per mano cantando, meditando, sente il calore dell'altro ed esce dal proprio Io come da una piscina di fango. Mi emoziona sentire addosso il sorriso dolce di Sandra, il sogno di amore di Riccardo,la tenera voce di Sabrina, la grinta di luciana. Grazie a Claudio, animo gentile e maestro calmo, pacato e leggero, entriamo nel suono delle corde umane, nell'animo universale spingendo più forte, con le braccia e co respiro, piu avanti e oltre. I mantra accompagnano i  nostri sforzi, sentire il cuore dell'altro mentre lo abbracci è il flusso dello Yoga che si mostra senza volto. 

Claudio ci insegna a come sentire i battiti, il respiro nostro, il soffio del mondo, la mano dell'altro, l'energia dell'universo, l'aria che esce dal cuore.

E lo facciamo andando verso l'altro con un abbraccio un canto una lotta o un respiro. Tutto diventa una sola cosa quando smetti di resistere, di pretendere, di mettere muri, di difenderti.

Lo yoga è una relazione con sé stessi. Non c'è scontro, c'è comunicazione.
Non c'è paura, non c'è reazione.
Quando lasci esprimere il tuo sé profondo la paura non emerge.

"Eccellere e fare una piccola cosa con il massimo di sé stessi."


La pioggia di maggio scrolla di dosso i pensieri, la vita è una danza sopra ogni sfida, togliamo le scarpe per metterci comodi sopra i cuscini, per sentire i dolori farsi meno duri, per sentire che tutto scorre sotto i nostro piedi nudi. 

Cammino tra le villette della zona, guardo gli alberi bagnati da una luce calda, un cielo tenebroso si apre e si chiude mostrandoci le stagioni e il passare del tempo. Sandra mi regala due grandi libri e cornetti vegan per festeggiarmi. Lei è una donna che cade sul tappetino con la grazia di un fiore, siede come su un trono e cammina senza sentire i sassi, sfoglia i desideri degli altri ed entra senza sforzo in soccorso di ogni richiesta di ascolto.  Riccardo mi guarda mentre lo guardo, ci capiamo al volo e sentiamo alla stessa frequenza. Il gruppo mangia insieme e si conosce,  si abbraccia e sperimenta un nuovo modo di stare al mondo, una piccola comunità che si mette in gioco per rendersi utile agli altri. Con Riccardo usciamo dal corso beati e calmi, accolti da un sole che ci porta fino al mare. Restiamo a sentire quello che dice il mare, quello che ci fa pensare. Ridiamo allegri e viaggiamo verso Roma consapevoli di quanto l'animo umano sia complicato e impaurito. 

Ma poi, guardando il cielo, ci accorgiamo che basta un attimo per splendere sempre.


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