A change is gonna come.
La vera missione di un uomo libero è quella di imparare a comprendere la vita con il cuore, anziché con la testa.
Sono finalmente un insegnante di yoga.
Dopo più di un anno, quasi un anno e mezzo ormai, è arrivata la notizia che ho tanto aspettato.
Una liberazione e un senso di grande gratitudine.
Un anno di sacrifici economici, mentali e fisici ripagato da un esperienza di formazione indimenticabile.
Sia per gli incontri fatti, che per il costante e sempre risvegliato interesse a conoscermi.
Ho ringraziato la mia insegnante, per tutto il supporto durante il corso, sia per lo yoga che per la mia crescita personale.
Un faro sul cammino, una roccia dove appoggiare sicuro le mani, sapendo di non cadere.
Mi ha tirato su ogni volta che provavo a mollare, mi ha sempre riportato al cuore.
Una persona semplice, profonda, leggera, pura. Un insegnante di vita.
Ci sono momenti in cui non ti volti piu indietro. Guardi un passo, poi l'altro, e d'un tratto, come se ti incontrassi per la prima volta, come quando il mio cane mi correva incontro appena rientravo, quella gioia inspiegabile, il cuore si prende tutte le parole del mondo per spiegarti la vita.
Una mamma guarda il figlio calciare in porta e come un fiume sopra le rocce il suo pianto chiude in un immagine l'amore che abbiamo dentro.
La bellezza, la Santa e sacra bellezza di un attimo che passa, la rincorri con lo sguardo, la torni a cercare nei ricordi, la sfogli tra i diari, poi apri gli occhi ed è li. Non riesci ad andar via da quel momento, anche se il tempo passa. Sei perfettamente inserito dentro il quadro, e mentre ricevi tutta quella meraviglia capisci che il tempo è solo un'illusione; la nostra vita è fatta di percezioni, magie, eternità, favola, è un matrimonio di anime,è incanto. Non passa quello che abbiamo vissuto, ci forma, ci veste, entra nel corpo ed esce nel mondo.
Sei dove atterri e dove ritorni, sei nei sassi della montagna che scendono verso le città, sei attraverso, non sei nel tempo, non sei il tempo.
La vita non ha età, stagioni , nomi. È qui, ora, è luce piena, universale infinito.
Quello che esprimiamo é il luogo dove andremo a sbattere.
Possono passare i secondi, non i momenti. I momenti che viviamo col cuore sono la nostra eredità, il nostro infinito amore.
Ce ne andiamo dove siamo iniziati. Per mano torniamo, per mano ce ne andiamo.
Di passaggio come spettatori di un paesaggio, osserviamo il mondo assetati di conoscenza, restiamo aspettando che la pace tra gli uomini e le donne, gli uomini e la natura, gli uomini e gli animali, gli uomini tra gli uomini, sia finalmente realtà e non più un sogno.
"Ho sceso dandoti il braccio, almeno un milione di scale."
EUGENIO MONTALE
Ci dimentichiamo della bellezza della vita. Ci ricordiamo di quanto sia stata preziosa quando la stiamo per perdere.
Ci accorgiamo di quanto fosse stata preziosa una persona quando sentiamo il vuoto sulla sua sedia, un vuoto che ha un peso enorme sulle spalle, quasi a farci tremare il corpo, quasi a respirarne i brividi.
Anche un solo minuto, uno solo, può restare impresso per sempre nei nostri occhi. Un minuto di eternità vissuto guardando le vette dell'Himalaya di fronte a te, stringendo la mano del Dalai Lama, entrando nel corpo della persona che ami, vivendo un bacio che tocca il cuore, scendere dall'aereo, sdraiarsi sotto l'Etna, sopra i sassi della scala dei turchi, arrivare a Santiago, buttarsi da un elicottero, come si può dimenticare anche un solo minuto sotto il Gran Sasso, all'isola di Ko Samui, davanti al Taj Mahal, Angkor Wat, Bagan, Sigiriya.. come ti puoi dimenticare di una bellezza cosi alta, di un momento così importante, anche se dura un solo minuto quel soffio di felicità resta in eterno nel tuo cuore, in quel minuto hai compreso la incredibile magia del nostro esistere.
Esco di casa dopo il lavoro e una santa minestra di verdure. Prendo la bici e vado verso il parco, poi via latina, pedalo tra dolci note reggae e incursioni jazz, mi rilasso pedalando beato in una roma semi vuota. Prendo la via appia fino a caracalla, mi giro a guardare le antiche meraviglie delle terme, ogni bellezza porta l'uomo a voltarsi più volte.
Mi fermo al circo massimo nel punto che preferisco, una vista che da qui, in ogni stagione dell'anno, è sempre superba.
Entro a lungotevere, giro libero tra le macchine, il bello di girare in bici é quello di sentire addosso la libertà di muoversi senza regole e restrizioni, completamente in armonia con il vento.
Da Trastevere mi sposto a testaccio e scendo giu lungo il tevere, dove la pista ciclabile mostra il mondo dal basso, sotto i ponti, dove nessuno va, dove nessuno sa quanto sia vicina la bellezza della città.
Sento il sapore della roma antica, fresca, libera, con la pelle a contatto col fiume, con gli alberi che vanno in acqua, sento i racconti del tevere che ha visto milioni di romani baciarsi e scriversi parole di amore eterno. Storie millenarie di coltelli e fratelli, bulli e romantici, stornelli e picnicic, vacanze lungo il fiume e baci che non finiscono.
Guardo una coppia di amici sotto l'albero, il loro conversare rilassato mi fa immaginare che siano profonde e interessanti le loro parole. Sembra un immagine di un quadro, manca l'ombrellino sopra la testa di lei e starebbe benissimo in una tela di van Gogh.
Qui, sotto il ponte, la vita scorre lenta, l'isola Tiberina accoglie chi vuole scrivere, camminare, rilassarsi o guardare il fiume.
Circondata da alberi, casette, una chiesa e un ospedale sembra un incantato paesino medioevale di poche anime dove non manca nulla.
Un mondo a ridosso del fiume, un mondo che passeggia intorno all acqua che bagna il centro di Roma. È quasi soffocante il sollievo che si prova da queste parti. Il rumore del tevere è un bagno di pace beata, è pura libertà. Qui le persone che scelgono di scendere sentono come un abbraccio la protezione dalla città. Il frastuono sopra il ponte qui è come se non fosse mai esistito. Qui è rimasta la roma dell'800: case antiche, una chiesa, coppie dì innamorati che siedono, due amici che parlano sotto gli alberi, nessuna traccia di modernità, nessuna macchina, nessun negozio, nessun rumore innaturale.
Arrivo in zona stadio olimpico, mi fermo all'ombra, sotto un localino in legno dove ho passato serate con gli amici, diverse estati fa.
Scrivo, apro il libro, mi attacco alla borraccia, stendo le gambe e completo la sosta con uno spuntino di frutta.
Una passeggiata lungo il fiume, tra gli alberi, vivendo Roma dal basso, al fianco dei pescatori, i mendicanti, i gabbiani, giovani atleti in bici, ragazze in monopattino, coppie mano nella mano, il figlio che conversa di viaggi col papà.
Una città silenziosa, vissuta lungo il fiume, sotto i ponti, le cupole e gli angeli. Tra san pietro e castel sant Angelo, tra Trastevere e il centro.
Un luogo magico, di pace.
Accarezzato dal vento.
Sono finalmente un insegnante di yoga.
Dopo più di un anno, quasi un anno e mezzo ormai, è arrivata la notizia che ho tanto aspettato.
Una liberazione e un senso di grande gratitudine.
Un anno di sacrifici economici, mentali e fisici ripagato da un esperienza di formazione indimenticabile.
Sia per gli incontri fatti, che per il costante e sempre risvegliato interesse a conoscermi.
Ho ringraziato la mia insegnante, per tutto il supporto durante il corso, sia per lo yoga che per la mia crescita personale.
Un faro sul cammino, una roccia dove appoggiare sicuro le mani, sapendo di non cadere.
Mi ha tirato su ogni volta che provavo a mollare, mi ha sempre riportato al cuore.
Una persona semplice, profonda, leggera, pura. Un insegnante di vita.
Una mamma guarda il figlio calciare in porta e come un fiume sopra le rocce il suo pianto chiude in un immagine l'amore che abbiamo dentro.
La bellezza, la Santa e sacra bellezza di un attimo che passa, la rincorri con lo sguardo, la torni a cercare nei ricordi, la sfogli tra i diari, poi apri gli occhi ed è li. Non riesci ad andar via da quel momento, anche se il tempo passa. Sei perfettamente inserito dentro il quadro, e mentre ricevi tutta quella meraviglia capisci che il tempo è solo un'illusione; la nostra vita è fatta di percezioni, magie, eternità, favola, è un matrimonio di anime,è incanto. Non passa quello che abbiamo vissuto, ci forma, ci veste, entra nel corpo ed esce nel mondo.
Sei dove atterri e dove ritorni, sei nei sassi della montagna che scendono verso le città, sei attraverso, non sei nel tempo, non sei il tempo.
La vita non ha età, stagioni , nomi. È qui, ora, è luce piena, universale infinito.
Quello che esprimiamo é il luogo dove andremo a sbattere.
Possono passare i secondi, non i momenti. I momenti che viviamo col cuore sono la nostra eredità, il nostro infinito amore.
Ce ne andiamo dove siamo iniziati. Per mano torniamo, per mano ce ne andiamo.
Di passaggio come spettatori di un paesaggio, osserviamo il mondo assetati di conoscenza, restiamo aspettando che la pace tra gli uomini e le donne, gli uomini e la natura, gli uomini e gli animali, gli uomini tra gli uomini, sia finalmente realtà e non più un sogno.
EUGENIO MONTALE
Ci dimentichiamo della bellezza della vita. Ci ricordiamo di quanto sia stata preziosa quando la stiamo per perdere.
Ci accorgiamo di quanto fosse stata preziosa una persona quando sentiamo il vuoto sulla sua sedia, un vuoto che ha un peso enorme sulle spalle, quasi a farci tremare il corpo, quasi a respirarne i brividi.
Anche un solo minuto, uno solo, può restare impresso per sempre nei nostri occhi. Un minuto di eternità vissuto guardando le vette dell'Himalaya di fronte a te, stringendo la mano del Dalai Lama, entrando nel corpo della persona che ami, vivendo un bacio che tocca il cuore, scendere dall'aereo, sdraiarsi sotto l'Etna, sopra i sassi della scala dei turchi, arrivare a Santiago, buttarsi da un elicottero, come si può dimenticare anche un solo minuto sotto il Gran Sasso, all'isola di Ko Samui, davanti al Taj Mahal, Angkor Wat, Bagan, Sigiriya.. come ti puoi dimenticare di una bellezza cosi alta, di un momento così importante, anche se dura un solo minuto quel soffio di felicità resta in eterno nel tuo cuore, in quel minuto hai compreso la incredibile magia del nostro esistere.
Esco di casa dopo il lavoro e una santa minestra di verdure. Prendo la bici e vado verso il parco, poi via latina, pedalo tra dolci note reggae e incursioni jazz, mi rilasso pedalando beato in una roma semi vuota. Prendo la via appia fino a caracalla, mi giro a guardare le antiche meraviglie delle terme, ogni bellezza porta l'uomo a voltarsi più volte.
Mi fermo al circo massimo nel punto che preferisco, una vista che da qui, in ogni stagione dell'anno, è sempre superba.
Entro a lungotevere, giro libero tra le macchine, il bello di girare in bici é quello di sentire addosso la libertà di muoversi senza regole e restrizioni, completamente in armonia con il vento.
Da Trastevere mi sposto a testaccio e scendo giu lungo il tevere, dove la pista ciclabile mostra il mondo dal basso, sotto i ponti, dove nessuno va, dove nessuno sa quanto sia vicina la bellezza della città.
Sento il sapore della roma antica, fresca, libera, con la pelle a contatto col fiume, con gli alberi che vanno in acqua, sento i racconti del tevere che ha visto milioni di romani baciarsi e scriversi parole di amore eterno. Storie millenarie di coltelli e fratelli, bulli e romantici, stornelli e picnicic, vacanze lungo il fiume e baci che non finiscono.
Qui, sotto il ponte, la vita scorre lenta, l'isola Tiberina accoglie chi vuole scrivere, camminare, rilassarsi o guardare il fiume.
Circondata da alberi, casette, una chiesa e un ospedale sembra un incantato paesino medioevale di poche anime dove non manca nulla.
Un mondo a ridosso del fiume, un mondo che passeggia intorno all acqua che bagna il centro di Roma. È quasi soffocante il sollievo che si prova da queste parti. Il rumore del tevere è un bagno di pace beata, è pura libertà. Qui le persone che scelgono di scendere sentono come un abbraccio la protezione dalla città. Il frastuono sopra il ponte qui è come se non fosse mai esistito. Qui è rimasta la roma dell'800: case antiche, una chiesa, coppie dì innamorati che siedono, due amici che parlano sotto gli alberi, nessuna traccia di modernità, nessuna macchina, nessun negozio, nessun rumore innaturale.
Arrivo in zona stadio olimpico, mi fermo all'ombra, sotto un localino in legno dove ho passato serate con gli amici, diverse estati fa.
Scrivo, apro il libro, mi attacco alla borraccia, stendo le gambe e completo la sosta con uno spuntino di frutta.
Una passeggiata lungo il fiume, tra gli alberi, vivendo Roma dal basso, al fianco dei pescatori, i mendicanti, i gabbiani, giovani atleti in bici, ragazze in monopattino, coppie mano nella mano, il figlio che conversa di viaggi col papà.
Una città silenziosa, vissuta lungo il fiume, sotto i ponti, le cupole e gli angeli. Tra san pietro e castel sant Angelo, tra Trastevere e il centro.
Un luogo magico, di pace.
Accarezzato dal vento.
Se potessi raccontarti per davvero
Le abitudini di cui
Non vado fiero
Le malinconie, le nostalgie
Perfino dei rimpianti
Per le cose che se avessi adesso
Ancora qui davanti
Le rifarei
Esattamente così....
Le abitudini di cui
Non vado fiero
Le malinconie, le nostalgie
Perfino dei rimpianti
Per le cose che se avessi adesso
Ancora qui davanti
Le rifarei
Esattamente così....
VIVERE PER AMARE , VIVERE PER SOGNARE.
Ascolto eddie vedder,long nights. il suono della sua voce placa l'atmosfera insieme al gabbiano che cade in acqua.
Studentesse di architettura siedono ai bordi del fiume per riportare sul foglio da disegno le linee delle cupole e le facciate delle chiese; una ragazza indiana fotografa il volo degli uccelli.
Pedalo tra gli alberi, il dolce sottofondo musicale del fiume accompagna il vento che sposta i rami e dona un tocco di sollievo alle mie gambe.
Esco dalla pista ciclabile, entro a Testaccio, osservo la Chiesa famosa dello scudetto, arrivo a piramide, da qui salgo per le mura ardeatine fino ad attraversare la colombo e scendere sull'appia antica, in compagnia di Billie Holiday.
Mi fermo alla fontana, stretching e strameritata acqua dal nasone.
Entro al parco, mi rilasso al sole, felice.
Quando muovi il corpo, fai movimento, all'aria aperta, circondato da bellezze..al sole, non devi far altro che goderti la vita e sentire il profumo della felicità.
Volge con dolcezza il giorno al suo tramonto. Come delicate note di un brano jazz che proviene da lontano sento il rumore delle foglie cadere leggero sopra l'asfalto.
In poche righe tra i vagoni si insinuano piccioni viaggiatori a segnalare il mondo di mezzo.
Come tende fuori dai balconi ampie pennellate di giallo dipingono l'atmosfera. Si azzera il frastuono, il clacson, il vociferare chiassoso.
Tutto si arresta, calmo.
Fresca sera di estate.
Sento le pagine del libro sfogliarsi, la pelle farsi rossa, la pace farsi spazio.
Osservo i colori dei palazzi che penetrano negli occhi, la luce del tramonto buca lo schermo, frena ogni pensiero.
In queste ore, verso sera, quando le tavole sono bandite per la cena, la vita si racconta, proprio quando non ti accorgi del suo autentico splendore.
Come una poesia il suo sguardo si posa sulle vite dei passanti, si allunga la sua andatura lenta, gioca sulle distrazioni ignare la sua elegante danza.
Sfoglio le pagine della mia vita, leggo tra le righe che è una fantasia pensarla mia.
Nuoto tra le onde dei pensieri, entro nei dolci ritorni dei desideri, esco vivo da ogni incontro.
Mi guardo intorno per vedere le ombre di cio che crediamo sia vero. Più alta di una montagna si alza la voce della felicità.
Chiama quando sono intento a fare altro, non so dare forma alle cose che non ho superato.
Sono li, tra un secondo e l'altro, tra il rumore e il balzo, tra il vero e il falso.
in bilico su un precipizio siedo sopra le distanze, resto in cima a raccogliere le ultime cose.
Con dolcezza, un bacio ferma il vento e placa il mondo, incontro tra due corpi, senso dell'estasi.
Ballerini dietro il sipario giocano, attori della scena che ogni giorno proponiamo per mascherarci.
Libertà di sentire una canzone.
Di accarezzare un fiore.
Di lasciarsi attraversare dallo stupore.
Per anni, forse millenni, abbiamo creduto che un nome fosse vero e un desiderio fosse il senso dell'esistere intero.
Sciolti come ghiaccioli tra il dentro e il fuori finiamo sgretolati dai secondi mai stanchi di rincorrersi.
Dondolando tra un giorno e l'altro mentre dimentico chi ero mi ricordo chi sono.
Al sorgere di un sole, nasce una vita, un altra muore. Al vibrare del vento, se ne vanno tutti i momenti che credevamo eterni.
I pensieri come mosche si incollano alle nostre vite e ne ostacolano il passaggio, ne oscurano la luce.
Faticosi sentieri non ci mostrano la vetta finché non abbandoniamo i pesanti zaini pieni di sassi.
Buche, discese, salite, pioggia, caldo, vento.. ogni intervento esterno si ferma come un vigile a frenare il cammino verso ciò che siamo.
Tutte le insidie del viaggio sono dentro di noi.
Non troveremo la luce finché avremo gli occhi chiusi.
Solo da una posizione di estrema e beata tranquillità, priva di ieri e di pensieri, sapremo riconoscere chi siamo, la luce che proiettiamo.
Solo un cuore tornato in vita, sa ascoltare la magia di un canto, sa riconoscere un sorriso che non chiede nulla in cambio.
Al passaggio di un bambino vediamo che il senso è tornare a guardare il mondo da due occhi non ancora adulti, non offuscati da miliardi di paure e di pensieri.
Crescendo, in realtà regrediamo. Ci dimentichiamo della nostra natura giocosa e libera, genuina e gentile. Perdiamo la nostra identità, il senso magico dell'esistere insieme all'altro, a contatto con un sé profondo.
Più abbiamo conoscenza più perdiamo quella originaria, Immacolata, eterna.
Le nostre paure sono iniziate quando ci hanno insegnato a sentirci divisi da ogni altra cosa e persona.
La verità è un sottile filtro di luce che sfiora le nostre pupille fino a farle chiudere.
A volte, la luce di un nuovo giorno è troppo forte da affrontare, è accecante il senso di indefinita libertà che accompagna l'amore di uno sguardo illuminato.
Tutte le storie personali che si intrecciano ogni giorno sono condizionate dal senso del tempo.
Le storie delle nostre anime sono storie di luce.
Non hanno nomi, non hanno pensieri, non hanno separazioni.
Sono unite in una sola grande luce che splende nel mondo e vince il buio.
Le anime non hanno pesi, sono vuote.. volano leggere nello spazio, vanno e vengono, non fanno rumore.
Una consapevolezza grande come l'universo dipinge le azioni con un nettare di infinito.
Eterna, immobile, oltre la coscienza, pura e inamovibile.
Chiara e luminosa. Verità ultima. Assenza di cose, di percezione, di giudizio.
Liberazione da ogni disturbo della mente, accoglienza in questa vita di una luce propria che da un luogo interno si propaga fuori, fino a toccare ogni attimo, ogni esterno, ogni luogo ancora abitato dal buio.
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