Comfort zone

Ho finalmente l'occasione di tagliare un cordone per troppo tempo tenuto stretto.

Uno strappo che può dar luce ad una nuova nascita, una rinascita.

Sento nella pancia e nella testa la voglia di trovarmi in uno spazio mio, in cui sono io, in cui posso creare e reinventarmi.

La mia amica Sandra mi ha steso al tappeto insieme a tutte le mie paure. Una volta scoperto il mio vaso pieno di dubbi e scuse lei non ha fatto che porgermi in un vassoio di fiori la mia verità: ho una paura enorme di fare il salto, di uscire dalla zona che mi copre il volto di polvere. Da 43 anni vivo in casa in uno spazio che unisce 4 vite e tiene tutti insieme. Un romanzo affascinante, un affetto che è cresciuto superando differenze e ostacoli, che è diventato grande nella sopportazione e nell' adattamento, nei luoghi della pazienza e della condivisione.  Un affetto alto come un gigante, che ti tiene per mano e distante, che ti porta al mare ma può farti affogare. Nei tuoi dolori, nei punti deboli, nel non ascolto, nel soffocare una libertà di espressione e una natura diversa.

Ogni forma di amore necessita di gratitudine. Ed io sono profondamente grato ad ogni secondo vissuto, ad ogni gesto parola e dono ricevuto.

La paura di sentirmi capace, di sentirmi me stesso, di sentirmi diverso, ha messo la colla sotto i piedi e mi ha sempre lasciato tra le mura domestiche.

Così ho preferito stare solo in milioni di esperienze, camminando, vedendo il mondo, dormendo in viaggio, fermarmi e ripartire. Ma poi tornavo nel guscio protettivo, nella pancia di mamma, nelle dinamiche che conosco, nell'unico odore di cui mi fido; quello della mia nascita.

Casa è il viaggio, il mondo, milioni di te stesso, mille volti e facce, mille case e stanze, letti e sapori diversi.

Nelle brevi convivenze le ragazze mi hanno sempre rimproverato di non portare via da casa piu di una maglietta e un dentifricio. Un piede fuori e uno sempre dentro. Nella zona di  comfort.

Il mio amico d'infanzia Lizio mi ha proposto di vivere insieme l'esperienza della condivisione, trasferendosi in una casa, ad Ostia, proprio li dove il mare batte sul cuore e sulle finestre, spruzzando vento attaverso le sue onde.

Dopo il primo attimo di entusiasmo ho iniziato a vivere questo cambiamento con ondate di timori. I soldi, il mio part time, le rinunce ai viaggi .. ho sentito un esercito di mostri aggredire il mio comodo stile di vita e frenare ogni volo di libertà.

So di dover affrontare le mie paure e iniziare un viaggio nuovo, rinunciando ad altri.

La vita in famiglia, sentire amore e trovare tutto pronto, è comodo per tutti. Ma oltre alle responsabilità di affrontare spesa, affitto e condivisione nuove ciò che più urge al mio cuore è spazio. Per ragionare,per avanzare, per scrivere, studiare, leggere, approfondire, meditare e fare pratica. Avanzare ed evolvermi, crescere personalmente e spiritualmente, e chissà che non coincida con una crescita professionale, che sia lo yoga, la Meditazione, la fotografia o la scrittura.

Andare lontano, a respirare il mare, fuori dalla città e il comfort, fuori dal me che conosco, dal me che mi è più comodo tenere. Ho rinunciato a lavorare 12 mesi per avere spazio per vivere, ma non ho mai rinunciato a vivere in famiglia per avere spazio per me stesso.

A volte, un ragazzo diventa uomo quando si fa padre e madre di sé stesso. Sé stesso è il figlio da curare e annaffiare, un amore da lasciare libero, da lasciar volare. Ascoltare sé stesso è una forma di amore come quella di un genitore che ascolta i sogni di un figlio. Un figlio nasce in un posto senza averlo scelto, poi quando capisce la vita e inizia a conoscersi, dovrebbe prendere la propria strada senza farsi condizionare da nessun fattore esterno, che sia una famiglia, una città, gli amici o una compagna. Solo chi riesce a conoscerti in profondità lascia che tu prenda la tua via, ed è forma di vero amore un bel calcio per spingerti a fare il salto. All'inizio puoi sentire il dolore ma poi
ti accorgi di quanto sia bello il mondo li fuori affrontato senza l'aiuto di nessuno.

Un pura indipendenza, fisica e spirituale, materiale e mentale, che possa far avanzare il tuo passo nel mondo.

Altrimenti, chi non fa mai il salto, rischia di lasciare sempre un piede nel bordo del balcone senza buttarsi con tutto sé stesso in una nuova avventura, che è la più importante: vivere liberi.


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