Ostia.

Cammino per le strade di ostia e inizio a intravedere la mia prossima vita tra le vie accarezzate dal vento che portano al mare. Mi emoziona l'idea di cambiare, di trovarmi un posto dove vivere lontano dal guscio familiare.

Sento l'aria della sera che rinfresca i volti, anche il cemento odora di mare, il vento sposta i capelli delle signore nei tavoli in piazza, tra uno spritz e un articolo da scrivere. Le onde dalla riva arrivano ad allegerire la vita dei viali, vivere al mare fa sentire sempre in vacanza. Soprattutto per chi viene dalla città.

Mentre lascio scorrere il vento tra i peli delle gambe realizzo che già questo vivere in calzoncini e infradito mi libera la testa.

Sognavo da tempo cambiare vita trovamdomi in un letto nuovo; dormire sotto un tetto diverso può cambiare il modo di percepirti. È quello che ho sempre avvertito in viaggio, nei soggiorni solitari o condivisi.

Ogni cambiamento è un viaggio. Una nuova avventura per conoscermi meglio e più a fondo, oltre il mio confort e i miei limiti, scoprendo lati che non ho esplorato.

Ostia ha un colore tutto suo.

Verso sera, al tramonto, le strade si sposano col cielo che guarda il mare di roma, anche i piu vecchi palazzi e le case popolari sono finestre  dell'architettura fascista che costeggiano le spiagge affollate da comitive.

Ostia è una città quartiere, un luogo trasformato dagli eventi, che oggi vive sotto i riflettori della stampa e gli occhi attenti del mondo, dopo essere stata travolta da inchieste giornalistiche libri e serie tv.

Come tanti altri quartieri di roma è una realtà difficile ma anziché abbandonarla andrebbe protetta e amata.
Qui mancano servizi da sempre, il trenino che porta a Roma crea disagi continuamente e l'area balneare non è per niente incentivata con punti informativi, pullman turistici, cartelli e pubblicità, servizi e pulizia.

Le istituzioni e i media si accorgono oggi di un quartiere  per anni dimenticato, si accodano oggi alle inchieste che hanno denunciato criminalità e gruppi malavitosi senza aver mai raccontato il cuore di un mondo nascosto, abbandonato, lasciato al suo destino.

Oggi si vedono palazzine fatiscenti di epoca fascista occupate da extracomunitari, il degrado si tocca con mano e non bastano le retate elettorali e il mostro in prima pagina per ridare serenità alla gente di ostia.

Un quartiere affacciato sul mare che dovrebbe brillare tutto l'anno, si ritrova spesso solo a doversi difendere per vivere.

Le spiagge libere hanno perso il loro fascino. Se davvero esiste la volontà di recuperare la zona salvaguardando i commercianti e i residenti si dovrebbe portare la mano delle istituzioni donando servizi, pulizia delle spiagge, controllo,incentivi, finanziamenti, verde, giardini, meno costruzioni abusive e più architettura sostenibile, spazi per ragazzi, centri culturali, volontariato, teatri, cinema, librerie e biblioteche. L'interesse, evidentemente, è solo quello di fare campagna elettorale, non portare una ventata di aria pulita.

Punti di incontro, luoghi di aggregazione, attività per gli anziani,  reinserimento nel tessuto sociale e culturale del quartiere, parchi giochi, cultura del sorriso e della cordialità, allegria e feste tradizionali, musica in piazza, ventata di positività, buoni propositi, impegno e coraggio, apertura alla vita, strutture sanitarie, qualità della vita, punti informativi per turisti, punti di ascolto, materiale informativo per far conoscere la reale necessità di non sprecare rifiuti e di differenziare consapevolmente, a beneficio del mare dell'aria e di tutti. Programmi nelle scuole e progetti per le scuole, clown terapia, piste ciclabili ovunque, visite alle pinete, agli scavi e alla riserva naturale. Ci sarebbe un mondo di cose da fare ma la prima in assoluto è cominciare. I cittadini possono fare la loro parte, ma i servizi e il sostegno deve arrivare dalle istituzioni che sono state sempre assenti.

Serve la volontà. E l'amore. L'amore di riprendersi un gioiello affacciato sul mare, farlo trasformare da un luogo abbandonato ad un tipico villaggio romano per le vacanze e una vita più rilassata, lontano dallo stress cittadino.

Dando colore a nuovi moderni e sostenibili agglomerati urbani dove sia possibile convivere serenamente, respirando aria di mare e alberi di pineta.

Sono eccitato all'idea di andare a vivere per conto mio, ma ho anche il magone per dover lasciare colli albani.

Il cortile dove sono cresciuto, conosciuto nel mondo come La Palmetta, mi ha visto inizare a camminare, poi calciare, pedalare, ballare, poi baciare, correre, condividere.

Amicizie nate sotto le finestre e ancora oggi resistono intatte al tempo come le mura che hanno costruito intorno alle palme i palazzoni degli anni 70, colonne di un impero fatto di cemento e amianto,a spese di una campagna romana disegnata da artisti di tutto il mondo.

L'atmosfera genuina, la convivenza serena, la tranquilla quotidianità vissuta camminando a piedi tra i fornai e l'edicolante, gli amici del bar e delle pizzerie, i giri in bici tra i giardini e i vicoli, l'immenso e incantevole parco della caffarella, l'appia antica, le aree archeologiche, colli albani porta il vanto di essere il polmone verde della città.

Anello di equilibrio tra il centro e le periferie, mantiene il fascino popolare associato ad uno sguardo elegante ed un vestito di classe.

Circondata da capolinea dei bus e stazioni metro è collegata per portarti ovunque, ti offre spuntini e pasticcerie, pizza e caffè, librerie e centri commerciali, pub e ristoranti.

Un quartiere modello, libero da delinquenza, educato e tollerante, civile misto di culture, vita semplice, dove famiglie trqnquille portano i bambini a giocare ai parchi o alla villa lazzaroni.

Purtroppo il traffico,le aree private e i parcheggi soffocano la vita degli autisti che si trovano a vivere in doppia fila.

Dal forno alla fioraia, dalla tintoria alla gelateria, passare una giornata incontrando i residenti è un inno di gratitudine alla vita.

Qui, ancora regna una  tranquilla vita cittadina.

Il condominio dove abito è luogo di incontro e amicizia, condivisione aiuto e uscite fuori.

Mi diverte vedere bambini diventare uomini e crescere sereni.

Mi duole lasciare questo mondo ideale, gli amici e le famiglie.

Ma il viaggio è anche questo, proseguire il cammino tra andata e ritorno.

Se mi penso vecchio, non mi ci vedo nella panchina della villa di quartiere a guardare i nipoti giocare, mi vedo in un qualsiasi luogo del mondo circondato di verde che dono quello che ho nel cuore a chi incontro sulla via.


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