Due in Uno.

 QUEI DUE NON ERANO DUE TIPI SEMPLICI

- Specchio l’uno dell’altra - 


Lui era monolitico, inscalfibile, impenetrabile.

Una quercia.

Lei, di contro, un terremoto di emozioni.

Passava dalla fragilità più totale all’essere tagliente come un rasoio.


Lui immobile. Un obelisco verso l’alto.

Ignaro, senza tener conto, nessuna esplorazione delle infinite possibilità, dove invece lei primeggiava. 


Lei, che dire, la sua accoglienza era profonda e totale, poteva contenere l’intero l’universo dentro.

E lo faceva già, credetemi

Solo che non lo vedeva 


Lui fermo al suo posto, piantato in terra.

Voleva andare ma era impaurito braccia lungo i fianchi 

Bloccato 


Lei scappava dalle cose che sentiva far tremare tutto il tempio 

era troppo, era tanto, era bello 

girava intondo

E poi tornava indietro,

con quel modo tutto suo di chiedere scusa. Senza chiederlo. 


Si amavano con una forza che spaventava.

Entrambi e tutti.


Non c’era niente che riuscisse a tenerli lontani,

nemmeno loro stessi.

Si facevano male, sì, ovvio 

ma non riuscivano a smettere di cercarsi

nei silenzi, nei ricordi, nei sogni,

nelle passioni. 


Erano caos e incastro.


Eros e Thanatos.

Diversi come il giorno e la notte,

Marte e Venere, due mondi interi nati per incontrarsi.

Capricorno e Leone,

Toro e Scorpione.

Bilancia e luna in Aquario


Non serviva capirsi, bastava esserci.

Erano pezzi di un puzzle,

Tutti diversi seppur uguali 


si erano aspettati per tutta la vita,

e quando si ritrovarono, erano nudi, e

non c’era verso di separarli.


Ogni litigio era un pezzo che si sistemava.

Ogni abbraccio, una promessa senza parole.

Ogni bacio era presenza. Lacrima dolce da assaporare 


E alla fine, guardandosi indietro,

Capirono che nessuna tempesta

li avrebbe mai davvero scalfiti.


Perché certi legami non si spezzano.

Nemmeno se ci provi con tutta la rabbia del mondo.




®️Alessandro Catanzaro

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