Il ricordo di sè è una forma di amore.
Se sei qui, totalmente presente nel corpo, se sei il testimone di ciò che avviene nella tua mente nel fisico e nelle emozioni, se osservi e non ti identifichi, se ricordi che lì c'è una macchina ma che tu sei l'anima che sta dietro, in questo ricordo costante , in una attenzione vigile al mondo e poi a te stesso, sentirai le cose farsi leggere, il cuore aprirsi, la bellezza sorgere, la vita mostrarsi così come è, senza nessuno bisogno di interpretare associare giudicare aspettare cercare capire intendere pretendere e richiedere.
Se resti qui, se non vai indietro ne avanti, se torni qui, non potrai che sperimentare gioia, Pace, tranquillità, fiducia nella bellezza, ti sentirai rilassato e protetto da qualcosa di più Alto. Prova a pensare di perdere tutto, soldi relazione corpo e la stessa vita. Cosa rimane? Stai in quel vuoto e vedi cosa succede . C'è davvero solo paura?
O senti pace, o senti una liberazione mai avvenuta prima, un amore che apre il torace e sposta le cose?
Sei vivo, in eterno, sei Amore.
La presenza è ricordarsi di questa semplice rivoluzionaria verità.
Non sei pensieri credenze abitudini meccaniche e ferite emotive.
Sei la luce che sbatte sui balconi, sei la vibrazione che scalda ogni gesto movimento parola.
In questo preciso istante, tu sei tutto, infinito, illimitato e senza un nome, c'è solo questo momento.
E momento dopo momento, se te lo ricordi, diventi irraggiungibile, impenetrabile, non potranno più prenderti.
poche sere fa organizziamo una cena per ritrovarci tutti insieme intorno a Danilo, il capitano della nostra squadra di calcio, l'unica con cui ho giocato, dai 7 ai 17 anni, il De Rossi, la squadra del mio quartiere.
Danilo ha perso da poco il padre, per noi una colonna, una guida, il papà di tutti.
cosi siamo tutti li, da diverse zone e città, coi genitori, coi mister, con le foto vecchie di noi bambini.
A danilo e sua madre Maria, porto un souvenir del Divino Amore, dove come promesso a Danilo, sono arrivato a piedi, dopo 3 ore di cammino, da casa mia.
Come ti avevo promesso, quel giorno ho camminato a piedi da casa al Divino Amore per accompagnare Roberto nel suo viaggio. È stato un cammino di preghiere e lacrime, mano nella mano, io te mamma e papà. Quando sono arrivato mi sono sentio di averlo raggiunto, sono diventato una cosa sola con tutti voi. Ti voglio bene capitano. Il 9
Danilo stringe questa carta tra le mani, due occhi orientali si fanno lucidi, accompagnati da un sorriso pieno di amore. mi abbraccia.
la serata è un bagno di lacrime e ricordi, emozioni dopo emozioni.
un mister di 86 anni, che mi fa vedere le foto dove io calcio, un altro che mi dice.. " valè tu non eri solo il piu forte tecnicamente, eri il piu furbo, vedevi prima degli altri. "
maria che mi stringe le mani, armando il papa di claudio che viene a scherzare, mister maurizio che mi mostra i figli e la nuova compagna, giampiero che mi ricorda la sua famiglia e le serate in trattoria, il brindisi per ricordare Roberto, un applauso di quelli che da terra sale verso l'Alto fino a non sentire la distanza tra i due mondi, come se il cielo venisse ad abbracciarci, a dirci che è ancora tutto qui, è tutto in vita.
tanti racconti, tanti occhi dentro gli occhi, tante mani sul cuore, tanti dolori e separazioni, amori feriti, sogni e rimpianti, bambini che diventano adulti e uomini che si fanno stanchi, con figli che diventano grandi.
in viaggio, io e gianluca, il 5 e il 9, come sempre insieme. Al campo arrivavamo sempre insieme, io passavo sotto casa sua, lo chiamavo e lui si affacciava dal balcone... " me sto fa la borsa e scendo. "
gianluca mi racconta la sua adolescenza, il gruppo che frequentava, quel sentirsi fuori contesto, ai margini della società, dei ragazzi sbandati che non sapevano che strada prendere. molti di loro si sono persi, crescendo hanno perso quegli sguardi, quegli occhi sognanti e quei cuori ribelli.
quegli occhi pieni di sogni dove sono finiti, perche sono finiti?
in questo viaggio sul raccordo abbiamo viaggiato dentro, io e il 5.
dall'infanzia, al calcio, a quel disagio adolescenziale che ci ha portato alle droghe, al fare tardi a tutti i costi, a cercare il pericolo, la sfida, la zuffa, il rischio.
ed è proprio gianluca a regalarmi la tribuna montemario per vedere la Roma, e ci vado con mio fratello.
dopo tanti anni, ci vediamo come ai vecchi tempi, a ottaviano, alla fermata del 32.
ma stavolta preferiamo farcela piedi, ci godiamo l'aria rilassata e la temperatura perfetta per camminare tra i viali del rione prati, superando gli alberi e le enoteche piene di aperitivi e gente sorridente ai tavoli.
camminiamo, mentre davanti a noi si aprono portoni con grandi ingressi che conducono ad altri cortili con fontane e colonne.
il cielo colora di dolce incanto quest'aria fresca di autunno, si sente l'odore dei panni, dei piatti per cena, dei libri e del pane appena sfornato, è un intreccio di immagini beate questo stare io e lui, a piedi per roma, raddrizzando i ricordi su strade mai intraprese prima.
ci sediamo in un locale per una birra fresca, vediamo una sciarpa disegnata con una coreografia che per noi è sempre stata la storia della curva sud, un semplice messaggio di amore che va oltre la semplice passione per il calcio, è una promessa, un ideale, un ribadire alla propria amata.. comunque vada, io ci sarò sempre, qui, al tuo fianco. Due parole che valgono l'eternità: Ti Amo.
mentre lui si distrae vado a comprargli la sciarpa.
se la mette al collo e ci avviamo allo stadio.
entriamo, lo vedo emozionarsi e nel mentre parte la canzone Mai sola Mai.
guardo lo stadio, mio fratello, gli occhi della gente, la curva piena di colori, il cielo e dietro la nord la madonnina di montemario, uno sguardo veloce che si prende tutto e lo mette in tasca, come un ladro di gioielli da portare a casa e custodire nel cuore, per sempre.
la bellezza della vita la trovo dipinta negli occhi di un ragazzo biondo che fa la fila con me e mentre ci scherzo mi ricorda i romani allegri e genuini degli anni 80, ci salutiamo come se ci conoscessimo da sempre. La trovo in un signore che si avvia in bicicletta , da solo, verso la curva sud, con un giacchetto senza nessuna scritta, due soli grandi macchie, una gialla e una rossa.
la vedo in un bambino che sale sulle spalle del padre e canta l'inno, in mio fratello che stende la sciarpa, nella curva che alza le braccia al cielo, in me che canto mentre mio fratello mi guarda e ride.
l'aria serena e rilassata della sera, i cori che mi suonano in testa, le risate con mio fratello, l'emozione di sentirsi ancora ragazzi, contenti di poco, che poi è tanto.
Mentre sono in metro, leggo il suo messaggio che mi ringrazia.
Mauro, il mio amico di Brescia, mi chiama di mattina presto per raccontarmi un sogno, poi la realtà che ha risposto al sogno, e poi un incontro magico nella sera.
" fratello, te lo dovevo troppo raccontare, prima di partire per la thailandia, dovevo parlartene."
arrivo al mare, metto i piedi nella sabbia, gli occhi nel cielo, e i pensieri li abbandono in acqua, lascio che siano le onde e portarmi le conchiglie da raccogliere.
il mare è come l'amore, ti salva.
ti ricorda la gioia del momento, il ricordo di te, che sei qui, ora, vivo, coscienza di esistere.
nella pace di un momento di vuoto dove Tu non ci sei piu e non c'è piu niente da afferrare, tu sei solo il servo dell'amore, quel momento diventa la tua ancora di salvataggio, è il ricordo di cosa sei, e questa immagine di libertà e gioia incondizionata, senza tempo e senza nome , è la vera forma dell'amore.
il budda diceva che qualsiasi sia stato il tuo ieri, ora puoi ricominciare.
e sta solo a te scegliere cosa vuoi essere, se vuoi Essere.
il compito piu difficile è Diventare cio che Siamo.
quando non c'è piu niente da afferrare, tutto si scioglie come neve al sole, come onde che tornano al mare.
medito al sole, in riva al mare.
scrivo, mi sdraio, mi gusto un caffè, leggo Banana yoshimoto.
intorno a me 3 donne solitarie che contemplano il mare, prendono il sole, si rilassano.
ci guardiamo come fossimo rari appartenenti ad un pianeta di anime solitarie che vedono e sentono in maniera simile.
cammino trascinato da un cielo limpido che accarezza i volti delle persone, è una luce che avvolge tutto l'universo e ci ricorda che sotto quel tappeto blu c'è sempre una sola risposta alla domanda che tutti attendono, perche sono qui.
sei qui perche lo hai scelto tu, sei sceso per metterti alla prova, per tornare da me meglio di prima.
vedo una bellissima coppia, lei di colore, lui rasato, che ridono ascoltando e musica e aprendo una bottiglia di vino.
piu avanti mi corre incontro un cane bianco allegro e gioioso che salta piu alto delle onde.
il mare ti ripulisce dentro, ti pettina i pensieri e ti ricorda chi sei, che sei luce e avvolgi l'intero mondo con l'amore che ti porti dentro.
ti purifica l'anima, se sai ascoltare il silenzio, se sai sentire il vento, se sai accogliere il cielo, l'aria, il sole, la sabbia nella pelle, la voce che si fa canto.
è una carezza che spolvera il superfluo e lascia a riva solo quello di cui il cuore necessita.
un cesto di amore.
mentre rientro, prendo un pezzo di pizza e aspetto sulla banchina il treno.
una ragazza bella e solare si siede a fianco.
mi saluta, parliamo della pizza a taglio buona e saporita.
Di francoforte, è qui a roma per l'Erasmus, studia graphic design, vive al quartiere trieste.
adora roma e la sua temperatura, ama garbatella, le sue strade i suoi vicoli, vorrebbe vivere qui ma al momento starà solo 6 mesi.
Vado a trovare marianna al vintage market, mi da un abbraccio che dura 5 minuti, ogni secondo sempre piu forte.
le sue amiche restano a guardarci e ridono.
una chiacchiera tra i suoi vestiti, passeggio per questo meraviglioso mercato di gente interessante di fianco alle le mura del museo della cucina, sotto il cielo del circo massimo, sotto una luna pazzesca.
Mi mostra il regalo che le feci due estati fa, la collana con la pietra ametista, e mi fa vedere il significato chiuso in una scatoletta che porta sempre con sé. " Guarda quanto te voglio bene, ti porto sempre con me. "
Passo da zia che si sta cambiando, mi mostra i suoi nuovi acquisti su vinted, o a via sannio.
abbiamo pensato ad una festa a sorpresa per mio fratello, invitando i suoi vecchi amici.
quando arrivano, è come tornare indietro di 30 anni.
mamma ha preparato la coda come faceva alle sue feste di compleanno.
lele ha portato maschere per tutti, l'allegria contagia tutti, si brinda e si ride, si scherza e si ricorda, con occhi lucidi e amore che vibra tra le pentole calde che mia madre coccola come fossero figlie.
Alessio che non vedevo da una vita, si confida a cuore aperto sul periodo di pigrizia, età che avanza, mancanza di senso.
ma io lo riporto immediatamente al centro.
alè, guarda quante cose belle hai costruito nella tua vita, 4 figli che ti amano, una moglie con cui ancora hai una complicità speciale, capisco il lavoro l'ambiente non è cio che vorresti e la routine quotidiana ti ammazza.
lo capisco, , io ogni volta che timbravo mi sentivo un fallito che stava sprecando la sua vita, ma poi ho voltato lo sguardo all'interno , l'ho proprio ruotato, sono io che dovevo cambiare non il lavoro.
cosi, quel tempo di 6 ore non potevo sprecarlo con la lamentela e l'attesa della fine, doveva essere di qualita. cosi ogni giorno, ogni routine puo essere una meraviglia, ogni incontro ogni parola ogni scambio ogni secondo ogni luce, non c'è niente di noioso, anche se le persone che incontriamo possono sembrarci lontane e da noi e il lavoro non quello che sognavamo, ma il tempo è il nostro, quello abbiamo e quello dobbiamo sfruttare al meglio. "
-lo so, hai ragione, ma non è facile. -
ci scriviamo il giorno dopo.
Gli ricordo che ho sempre amato parlare con lui, già da piccolo mi affascinava quando parlava di essenza.
[2/11, 11:52] Alessio: Grazie perché hai confezionato un ricordo indelebile, che a me personalmente ha fatto molto bene😘
[2/11, 12:07] Alessio: Grazie x quello che pensi di me,ma quello che mi manca e' la tua sensibilità e quella nn si acquisisce ti voglio bene sei una bella persona.
con zia, sotto casa, parliamo di quanto possono essere interessanti le vite che non conosciamo, quelle che vediamo dalle luci di finestre di un balcone, quelle scene in cucina quante storie nascondono, quanta vita si cela in una stanza, in una luce di un quadro, nella scelta di un davanzale, nei dialoghi a bassa voce. Mi ricordo di una conversazione con Lara, di Torino, quando le cito Neruda e le finestre della sua camera che affacciano sul mare, lei mi dice che è stata in quella casa e corre in cucina, in un pianto improvviso.
racconto che una volta, prima di atterrare ad Instanbul, ho guardato nelle case che vedevo apparire in lontananza come piccole candele accese, e ci ho trovato la meraviglia, il legame di storie di vita distanti ma tutte connesse, l'amore di una scelta si collega a quella di altri mille paesi distanti per cultura lingua o religione.
la meraviglia è nel quotidiano, non per forza nelle scelte folli o in esperienze straordinarie, se riusciamo a scorgere meraviglia nella routine di ogni ci accorgiamo che mai niente è uguale al giorno prima, sembra ripetitivo ma non lo è, tutto cambia continuamente, noi non siamo quelli di ieri, tutto al nostro interno cambia, cosi come fuori. è sempre tutto costantemente nuovo e diverso, le luci gli odori l'aria la temperatura i volti le emozioni le sensazioni i pensieri le cellule.
parlavo con silvia, la volontaria, che spesso in ambienti come ospedali o carcere l'aria puo essere pesante e l'energia molto bassa come vibrazione, ma se ci va un volontario, un insegnante, un poeta un artista, l'aria cambia, quella vibrazione sale, si espande e fa il giro, coinvolge tutto l'ambiente e circola.
proprio mentre parliamo, davanti all'ingresso del supermercato dove raccogliamo cibo per le famiglie in difficoltà, una bellissima donna di colore ci guarda e non dice niente, sta entrando con il figlio piccolo nel passeggino. Vedo che si vergogna, cosi la chiamo e le spiego cosa facciamo, lei si prende il numero e fissa un appuntamento per prendere un pacco di spesa.
poco dopo, un'altra donna di colore, sia avvicina ma non ha il coraggio di chiedere, cosi le andiamo incontro.
viene da rimini, le hanno rubato borsa con soldi e documenti, vive in strada a termini.
se ne sta andando di corsa per prendere il bus, la inseguo con un pacco pieno di cibo, si volta e prima di salire, tra centinaia di persone che la spingono, prende il pacco e mi fa un sorriso che illumina tutta la scena e anche le vite intorno.
un'altra donna, di Roma, mi dice che vorrebbe aiutarci ma non può.
sorride, con un viso dolcissimo.
" l'ho sempre fatto e vi ringrazio per quello che fate, ma non lavoro da mesi, sono costumista nel cinema e non c'è piu lavoro. "
oggi ero al parco, una donna giocava con il cane e rideva, un giovane musicista stava allietando il pomeriggio con un rilassante jazz, e mentre leggevo alcune poesie di Herman Hesse mi sono sentito trascinato in altre epoche dentro altre storie, ho sentito l'aria della sera, ho percepito la nebbia da un pontile, ho annusato l'atmosfera, mi sono sentito parte di un silenzio che avvolgeva l'intera vita, come se non ci fosse durata ma fosse sempre stata priva di parole la scena di ogni nostra recita quotidiana.
le parole possono evocare immagini che forse in questa vita non hai mia vissuto ma riaffiorano da chissa quali scenari passati.
una biblioteca, una sala da tè, un pianoforte, un dialogo in salone, una festa da ballo, un abito da sera.
il ricordo di sè è una porta aperta che non cerca scorciatoie e tutto cio che entra lo osserva, in uno stato di attenzione impersonale, senza associare giudizio, identificazione, pensieri, reazione.
ecco perche un costante e ripetuto lavoro su di sè porta alla costruzione dell'anima, la strada che ci libera da ogni attaccamento e che non conosce desiderio di personalità nè aspettative, è un gioiello di pura consapevolezza, un tesoro ricoperto di gioia del cuore e di amore incondizionato.











































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